Paul Ackerman
Iași, Romania, 1908 - Parigi, 1981
Come disse egli stesso: “Io sono prima di tutto pittore dell’inconscio. Cerco tutto ciò che lo può liberare. Mi capita anche di dipingere i miei sogni”
Arriva a Parigi molto giovane, insieme alla famiglia. Dopo gli studi di Diritto e di Lettere si appassiona alla pittura ed esegue opere di tendenza Espressionista.
Dal 1936 al 1939 frequenta l’Académie Leger. Nel 1940, essendo ebreo, è costretto a fuggire dalla capitale; si rifugia a Sain-Tropez dove conosce Bonnard, la cui arte modifica la visione del debuttante.
Nel 1942 si nasconde presso Aix-les-Bains e continua a dipingere, soprattutto paesaggi della Savoia. In questi anni di esilio la sua pittura diventa intimista: donne al trucco e molti nudi. Spesso usa il pastello, l’olio su carta e a volte dipinge sui giornali.
Nel 1945 ritorna a Parigi, conosce Atlan e scopre la pittura di Jacques Villon.
Ackerman privilegia la costruzione, la visione piramidale e s’interroga sulla linea cézanniana. Questo periodo (1949-1953) è chiamato “des Roseaux”. Il lirismo si esprime attraverso una tavolozza di verdi stinti, grigi pallidi, ocra e bianchi argentati.
Nel 1947 ha luogo la sua prima esposizione presso la Galerie Creuze. Conosce Dubuffet e Poliakoff.
Nel 1950 ottiene il Primo Premio Pacquement della Societé des Amis du Musée d’art Moderne.
Tra il 1950 e il 1954, all’epoca in cui l’astrazione lirica comincia a spiccare il volo, Ackerman esegue la serie “Soleils”. Il paesaggio si dissolve lentamente. Egli trascrive una luce satura, pura, suggerita da fasce orizzontali, a volte ondulanti, dipinte con toni scuri. Le tele sono eseguite nell’Atelier di Saint-Tropez che domina la baia.
Tra il 1953 il 1959 si sviluppa il suo periodo “gestuale, calligrafico” durante il quale condivide le preoccupazioni stilistiche dei pittori giapponesi che lavorano a Parigi (Sugaï, Tabuchi, Dobashi, Kito, ecc.). Disegna molto e spesso, su carta rivestita di cera, esegue ideogrammi. Come disse egli stesso: “Io sono prima di tutto pittore dell’inconscio. Cerco tutto ciò che lo può liberare. Mi capita anche di dipingere i miei sogni”. Nel 1955 partecipa al Salon Comparaisons e nel 1957 al Salon des Réalités Nouvelles.
Dal 1960 al 1963 esegue una serie di opere chiamate “Clairs-obscurs”; in questo periodo usa molto guazzo ed acquerello e crea opere tridimensionali su tavole di polistirolo.
Nel 1962 espone alla Galerie Motte di Ginevra e torna alla figurazione. A partire dal 1964 Ackerman presenta le sue tele a Parigi, da Kaganovitch, e nel 1966 lo stesso gli allestisce la grande mostra “Omaggio a Rembrandt” comprendente ben 250 disegni e acquerelli e 100 dipinti.
Tra 1965 e 1970 crea un ciclo di opere ispirate direttamente dalla Bibbia (Approches de l’Agartha). Con questo tema, che ha riscontri filosofici personali, l’opera di Ackerman diventa visionaria. Egli analizza il mondo della notte e lo usa per evocare colori scuri.
Nel 1970 il Musée Galliera di Parigi organizza una retrospettiva della sua opera.
Dal 1970 vive e lavora presso l’Abbazia di Commelles, messa a disposizione dall’Institut de France.
E’ in questa sede che inaugura, nel 1977, il ciclo “Le voyage de Brueghel”.
Principali musei in cui sono conservate le sue opere:
Parigi, Art Moderne de la Ville, BN
Bordeaux, Musée des Beaux-Arts
Kassel, Germania
Ringling, Stati Uniti
Bibliografia:
Ackerman, par Raymond Cogniat, Fernand Hazan Editeur, 1963; Ackerman, Musée Galliera, Paris, 1970; L. Harambourg, L’Ecole de Paris, 1945-1965, Neuchâtel, Ides & Calendes, 1993
© Paul Ackerman, by SIAE 2024
Dal 1936 al 1939 frequenta l’Académie Leger. Nel 1940, essendo ebreo, è costretto a fuggire dalla capitale; si rifugia a Sain-Tropez dove conosce Bonnard, la cui arte modifica la visione del debuttante.
Nel 1942 si nasconde presso Aix-les-Bains e continua a dipingere, soprattutto paesaggi della Savoia. In questi anni di esilio la sua pittura diventa intimista: donne al trucco e molti nudi. Spesso usa il pastello, l’olio su carta e a volte dipinge sui giornali.
Nel 1945 ritorna a Parigi, conosce Atlan e scopre la pittura di Jacques Villon.
Ackerman privilegia la costruzione, la visione piramidale e s’interroga sulla linea cézanniana. Questo periodo (1949-1953) è chiamato “des Roseaux”. Il lirismo si esprime attraverso una tavolozza di verdi stinti, grigi pallidi, ocra e bianchi argentati.
Nel 1947 ha luogo la sua prima esposizione presso la Galerie Creuze. Conosce Dubuffet e Poliakoff.
Nel 1950 ottiene il Primo Premio Pacquement della Societé des Amis du Musée d’art Moderne.
Tra il 1950 e il 1954, all’epoca in cui l’astrazione lirica comincia a spiccare il volo, Ackerman esegue la serie “Soleils”. Il paesaggio si dissolve lentamente. Egli trascrive una luce satura, pura, suggerita da fasce orizzontali, a volte ondulanti, dipinte con toni scuri. Le tele sono eseguite nell’Atelier di Saint-Tropez che domina la baia.
Tra il 1953 il 1959 si sviluppa il suo periodo “gestuale, calligrafico” durante il quale condivide le preoccupazioni stilistiche dei pittori giapponesi che lavorano a Parigi (Sugaï, Tabuchi, Dobashi, Kito, ecc.). Disegna molto e spesso, su carta rivestita di cera, esegue ideogrammi. Come disse egli stesso: “Io sono prima di tutto pittore dell’inconscio. Cerco tutto ciò che lo può liberare. Mi capita anche di dipingere i miei sogni”. Nel 1955 partecipa al Salon Comparaisons e nel 1957 al Salon des Réalités Nouvelles.
Dal 1960 al 1963 esegue una serie di opere chiamate “Clairs-obscurs”; in questo periodo usa molto guazzo ed acquerello e crea opere tridimensionali su tavole di polistirolo.
Nel 1962 espone alla Galerie Motte di Ginevra e torna alla figurazione. A partire dal 1964 Ackerman presenta le sue tele a Parigi, da Kaganovitch, e nel 1966 lo stesso gli allestisce la grande mostra “Omaggio a Rembrandt” comprendente ben 250 disegni e acquerelli e 100 dipinti.
Tra 1965 e 1970 crea un ciclo di opere ispirate direttamente dalla Bibbia (Approches de l’Agartha). Con questo tema, che ha riscontri filosofici personali, l’opera di Ackerman diventa visionaria. Egli analizza il mondo della notte e lo usa per evocare colori scuri.
Nel 1970 il Musée Galliera di Parigi organizza una retrospettiva della sua opera.
Dal 1970 vive e lavora presso l’Abbazia di Commelles, messa a disposizione dall’Institut de France.
E’ in questa sede che inaugura, nel 1977, il ciclo “Le voyage de Brueghel”.
Principali musei in cui sono conservate le sue opere:
Parigi, Art Moderne de la Ville, BN
Bordeaux, Musée des Beaux-Arts
Kassel, Germania
Ringling, Stati Uniti
Bibliografia:
Ackerman, par Raymond Cogniat, Fernand Hazan Editeur, 1963; Ackerman, Musée Galliera, Paris, 1970; L. Harambourg, L’Ecole de Paris, 1945-1965, Neuchâtel, Ides & Calendes, 1993
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