Claude Bellegarde
Parigi, 1927 - 2019
La sua pittura iniziale si può collocare nell’ambito dell’Astrattismo Lirico, passando al Tachisme ai “Culeurs heurtées”. Lucio Fontana è il primo collezionista italiano delle sue opere.
Sebbene sfugga a qualunque classificazione in senso stretto, la sua pittura iniziale si può collocare nell’ambito dell’Astrattismo Lirico. Dal 1949 comincia un periodo di sperimentazioni, passando dall’Astrattismo Lirico al Tachisme, ai “Culeurs heurtées” (colori contrastanti). Con opere di questo tipo si presenta per la prima volta ai Salons d’Octobre del 1952 e del 1953. Dopo un periodo di malattia comincia il suo “periodo bianco”, attraversato da difficoltà economiche superate con l’aiuto di Père G. Vallée che gli offre la direzione della sua galleria d’arte appena aperta a Parigi. Da questa data comincia ad esporre sempre più frequentemente, soprattutto nelle gallerie private. Nel 1955 una sua personale è allestita presso lo Studio Facchetti con un catalogo presentato da Pierre Restany. Il critico sarà il suo più grande sostenitore. Nel 1960 il Musée des Arts Décoratifs di Parigi ospita le sue opere nella mostra “Antagonisme” mentre nel 1965 la Galerie Schoeller lo include nella mostra “21 peintres d’aujourd’hui”.
Lucio Fontana è il primo collezionista italiano delle sue opere. Nel 1957 stipula un contratto con la galleria Kramer e allestisce una mostra in occasione della quale viene pubblicata una monografia curata da Pierre Restany. Alla fine degli anni Cinquanta appaiono i “Papier froissés”: fogli bianchi piegati e incollati con pasta bianca la cui sinuosità crea leggeri rilievi. Nel 1955 e 1957 partecipa al Salon Comparaison, nel 1956 e 1958 al Salon des Réalités Nouvelles.
A seguito di un viaggio in Marocco, verso il 1957-58 riappare il colore. Queste tele vengono esposte alla Galleria Apollinaire di Milano nel 1959. Nel 1963 alla Galerie Blumenthal di Parigi presenta il risultato delle sue riflessioni nel manifesto “Per un simbolismo del colore” dove egli rivela i suoi primi “Tipogrammi”: ritratti fisici realizzati attraverso il linguaggio del colore che sfociano nelle “Cabine cromoterapiche”, dove lo spettatore interviene nella proiezione di se stesso. Queste ricerche lo conducono a riflettere sulla semantica del colore come terapia. Negli anni seguenti sviluppa il problema del rapporto tra suono e colore. Nel 1971 il Musée d’Art Moderne de la Ville di Parigi gli dedica una vasta retrospettiva e nel 1988 un’altra antologica è organizzata dai Musei di Châtellerault e Niort.
Tra le mostre personali più recenti si ricorda “Planisphère” tenutasi nel marzo-aprile 2007 alla Galleria Lavignes Bastille di Parigi.
Musei e collezioni pubbliche che conservano le sue opere:
Belgrado, Serbia, Museo di Belle Arti
Ceret, France, Musée d’Art Moderne de Ceret
Frac, Val-de-Marne, Francia, Consiglio Generale
Ginevra, Svizzera, Museo dell’Arte e della Storia
Lille, Francia, Museo di Belle Arti
Londra, Tate Gallery
Lyon, Francia, Museo di Belle Arti
Marsiglia, Francia, Musée Cantini
New York, Solomon Guggenheim Museum
Parigi: Centre Georges Pompidou, Musée d’Art Moderne Ville de Paris, Centre National d’Art Contemporain, Musée du Montparnasse, Bibliothèque Nationale
Perpignan, Francia, Musée Rigaud
Rehovot, Israele, Museo di Belle Arti
San Marino, Italia, Galleria Nazionale
Skopje, Macedonia, Museo di Belle Arti
Val-de-Marne, Francia, Musée d’Art Contemporain du Val-de-Marne
Wuppertal, Germania, Museo di Belle Arti
Bibliografia:
G. Gassiot-Talabot, Bellegarde, Le musée de poche, Paris, 1970; L. Harambourg, L’Ecole de Paris, 1945-1965, Neuchâtel, Ides & Calendes, 1993
© Claude Bellegarde, by SIAE 2023
Lucio Fontana è il primo collezionista italiano delle sue opere. Nel 1957 stipula un contratto con la galleria Kramer e allestisce una mostra in occasione della quale viene pubblicata una monografia curata da Pierre Restany. Alla fine degli anni Cinquanta appaiono i “Papier froissés”: fogli bianchi piegati e incollati con pasta bianca la cui sinuosità crea leggeri rilievi. Nel 1955 e 1957 partecipa al Salon Comparaison, nel 1956 e 1958 al Salon des Réalités Nouvelles.
A seguito di un viaggio in Marocco, verso il 1957-58 riappare il colore. Queste tele vengono esposte alla Galleria Apollinaire di Milano nel 1959. Nel 1963 alla Galerie Blumenthal di Parigi presenta il risultato delle sue riflessioni nel manifesto “Per un simbolismo del colore” dove egli rivela i suoi primi “Tipogrammi”: ritratti fisici realizzati attraverso il linguaggio del colore che sfociano nelle “Cabine cromoterapiche”, dove lo spettatore interviene nella proiezione di se stesso. Queste ricerche lo conducono a riflettere sulla semantica del colore come terapia. Negli anni seguenti sviluppa il problema del rapporto tra suono e colore. Nel 1971 il Musée d’Art Moderne de la Ville di Parigi gli dedica una vasta retrospettiva e nel 1988 un’altra antologica è organizzata dai Musei di Châtellerault e Niort.
Tra le mostre personali più recenti si ricorda “Planisphère” tenutasi nel marzo-aprile 2007 alla Galleria Lavignes Bastille di Parigi.
Musei e collezioni pubbliche che conservano le sue opere:
Belgrado, Serbia, Museo di Belle Arti
Ceret, France, Musée d’Art Moderne de Ceret
Frac, Val-de-Marne, Francia, Consiglio Generale
Ginevra, Svizzera, Museo dell’Arte e della Storia
Lille, Francia, Museo di Belle Arti
Londra, Tate Gallery
Lyon, Francia, Museo di Belle Arti
Marsiglia, Francia, Musée Cantini
New York, Solomon Guggenheim Museum
Parigi: Centre Georges Pompidou, Musée d’Art Moderne Ville de Paris, Centre National d’Art Contemporain, Musée du Montparnasse, Bibliothèque Nationale
Perpignan, Francia, Musée Rigaud
Rehovot, Israele, Museo di Belle Arti
San Marino, Italia, Galleria Nazionale
Skopje, Macedonia, Museo di Belle Arti
Val-de-Marne, Francia, Musée d’Art Contemporain du Val-de-Marne
Wuppertal, Germania, Museo di Belle Arti
Bibliografia:
G. Gassiot-Talabot, Bellegarde, Le musée de poche, Paris, 1970; L. Harambourg, L’Ecole de Paris, 1945-1965, Neuchâtel, Ides & Calendes, 1993
© Claude Bellegarde, by SIAE 2023