Roger Bissiere
Francia, 1886 - Marminiac, Francia, 1964
Nel 1952, gli viene assegnato il Grand Prix National des Arts. Nel 1954 e 1955 è invitato alle Biennali di Venezia e di San Paolo in Brasile, mentre nel 1959 e 1964 all’importante Documenta di Kassel. Sempre nel 1964 gli viene conferita una menzione speciale alla Biennale di Venezia e le sue opere vengono raccolte nel salone d’onore del padiglione francese. Tra le principali mostre postume si ricordano la retrospettiva al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1986); la mostra “Bissière 1947” presso il Musée de l’Abbaye Sainte-Croix di Sables-d’Olonne (1997).
Dal 1898 al 1905 è allievo al Collegio di Cahors e già all’età di diciassette anni dipinge istintivamente. Si iscrive all’Ecole des Beaux-Arts di Bordeaux frequentando i corsi per cinque anni. Nel 1910 approda a Parigi dove è allievo di H. Gabriel Ferrier.
Nel 1910 debutta con un ritratto al Salon des Artistes Français. Negli anni seguenti viaggia nell’Africa del Nord e con tutta probabilità a Roma e a Londra. Nel dopoguerra, per sopravvivere, si dedica al giornalismo e pubblica alcuni saggi artistici su “L’Esprit Nouveau”.
Alla fine degli anni dieci comincia a frequentare André Favory, André Lhote, Georges Braque. Questi artisti gli fanno scoprire il cubismo che contrassegna tutta la produzione della prima parte della sua carriera.
La prima personale è organizzata nel 1920 alla Galerie Berthe Weil dove, poco tempo dopo, Paul Rosenberg gli offre un contratto. Nel 1921 è selezionato per un’esposizione d’arte francese organizzata ad Amsterdam dalla galleria parigina L’Effort moderne e per la retrospettiva a Praga dell’arte francese del XIX e XX secolo.
Espone al Salon d’Automne nel 1919, 1921, 1922, 1923, al Salon des Tuileries nel 1924, 1927, 1928 e partecipa regolarmente al Salon des Indépendants dal 1927.
Nel 1923 Bissière lascia la Galerie Berthe Weil per la Galerie Druet dove resta fino al 1928.
Dal 1925 al 1938, sebbene sia convinto che nulla si possa insegnare, è professore all’Académie Ranson presso la quale si formarono Bertholle, Manessier, Le Moal, Pellai, Vieira da Silva e tanti altri artisti di successo.
Nel 1937 partecipa all’esposizione “Maitres de l’art indépendant 1895-1937” tenutasi al Petit Palais e all’Esposizione Universale a Parigi.
L’anno seguente, convalescente, soggiorna presso il paese natale che gli ispira un ritorno alla natura. S’interessa al paesaggio ed esegue una serie di opere, al di fuori dalle tendenze cubiste, che nessuno capisce. Si tratta di tele eseguite con una particolare giustapposizione e sovrapposizione di toni in trasparenza; più che rendere la realtà esteriore esse rappresentano una ricerca dell’equilibrio interiore. Nel 1939 si trasferisce nella vecchia casa di famiglia di Boissierette.
Lo scoppio della guerra e una grave malattia che rischia di renderlo cieco sono eventi disastrosi per il suo equilibrio. Dal 1939 al 1944 smette completamente di dipingere e come disse egli stesso: “Non avevo nulla da dire, gli avvenimenti mi avevano svuotato”.
Quando riprende a dipingere, nel 1945, lo fa in modo completamente nuovo. Secondo la tecnica del collage comincia a realizzare una serie di particolari tappezzerie assemblando stoffe di ogni tipo, cucite e ricamate dalla moglie. Questo nuova vitalità sarà una costante nella sua opera.
Nel 1945, l’appena fondato Salon de Mai, rende omaggio a Bissière, a Henri Laurens e all’incisore Hecht.
La Galerie Drouin nel 1946 gli organizza un’importante mostra di tele e tappezzerie cucite e nel 1951, la Galerie Jeanne Bucher ospita una sua esposizione dal titolo provocatore “Images sans titre”.
Ormai famoso, nel 1952, gli viene assegnato il Grand Prix National des Arts.
Nel 1954 e 1955 è invitato alle Biennali di Venezia e di San Paolo in Brasile, mentre nel 1959 e 1964 all’importante Documenta di Kassel. Sempre nel 1964 gli viene conferita una menzione speciale alla Biennale di Venezia e le sue opere vengono raccolte nel salone d’onore del padiglione francese.
Tra le principali mostre postume si ricordano la retrospettiva al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1986); la mostra “Bissière 1947” presso il Musée de l’Abbaye Sainte-Croix di Sables-d’Olonne (1997).
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Agen, Musée des Beaux-Arts
Amsterdam, Stedelijk Museum
Colmar, Musée Unterlinden
La Chaux de Fonds
Parigi, Musée National d’Art Moderne et d’Art Moderne de la Ville
Saint-Etienne
Zurigo
Bibliografia:
L. Harambourg, L’Ecole de Paris, 1945-1965, Neuchatel, Ides &Calendes, 1993 ; D. Abadie, Bissière, Ides et Calendes, Paris, 1986.
© Roger Bissiere, by SIAE 2023
Nel 1910 debutta con un ritratto al Salon des Artistes Français. Negli anni seguenti viaggia nell’Africa del Nord e con tutta probabilità a Roma e a Londra. Nel dopoguerra, per sopravvivere, si dedica al giornalismo e pubblica alcuni saggi artistici su “L’Esprit Nouveau”.
Alla fine degli anni dieci comincia a frequentare André Favory, André Lhote, Georges Braque. Questi artisti gli fanno scoprire il cubismo che contrassegna tutta la produzione della prima parte della sua carriera.
La prima personale è organizzata nel 1920 alla Galerie Berthe Weil dove, poco tempo dopo, Paul Rosenberg gli offre un contratto. Nel 1921 è selezionato per un’esposizione d’arte francese organizzata ad Amsterdam dalla galleria parigina L’Effort moderne e per la retrospettiva a Praga dell’arte francese del XIX e XX secolo.
Espone al Salon d’Automne nel 1919, 1921, 1922, 1923, al Salon des Tuileries nel 1924, 1927, 1928 e partecipa regolarmente al Salon des Indépendants dal 1927.
Nel 1923 Bissière lascia la Galerie Berthe Weil per la Galerie Druet dove resta fino al 1928.
Dal 1925 al 1938, sebbene sia convinto che nulla si possa insegnare, è professore all’Académie Ranson presso la quale si formarono Bertholle, Manessier, Le Moal, Pellai, Vieira da Silva e tanti altri artisti di successo.
Nel 1937 partecipa all’esposizione “Maitres de l’art indépendant 1895-1937” tenutasi al Petit Palais e all’Esposizione Universale a Parigi.
L’anno seguente, convalescente, soggiorna presso il paese natale che gli ispira un ritorno alla natura. S’interessa al paesaggio ed esegue una serie di opere, al di fuori dalle tendenze cubiste, che nessuno capisce. Si tratta di tele eseguite con una particolare giustapposizione e sovrapposizione di toni in trasparenza; più che rendere la realtà esteriore esse rappresentano una ricerca dell’equilibrio interiore. Nel 1939 si trasferisce nella vecchia casa di famiglia di Boissierette.
Lo scoppio della guerra e una grave malattia che rischia di renderlo cieco sono eventi disastrosi per il suo equilibrio. Dal 1939 al 1944 smette completamente di dipingere e come disse egli stesso: “Non avevo nulla da dire, gli avvenimenti mi avevano svuotato”.
Quando riprende a dipingere, nel 1945, lo fa in modo completamente nuovo. Secondo la tecnica del collage comincia a realizzare una serie di particolari tappezzerie assemblando stoffe di ogni tipo, cucite e ricamate dalla moglie. Questo nuova vitalità sarà una costante nella sua opera.
Nel 1945, l’appena fondato Salon de Mai, rende omaggio a Bissière, a Henri Laurens e all’incisore Hecht.
La Galerie Drouin nel 1946 gli organizza un’importante mostra di tele e tappezzerie cucite e nel 1951, la Galerie Jeanne Bucher ospita una sua esposizione dal titolo provocatore “Images sans titre”.
Ormai famoso, nel 1952, gli viene assegnato il Grand Prix National des Arts.
Nel 1954 e 1955 è invitato alle Biennali di Venezia e di San Paolo in Brasile, mentre nel 1959 e 1964 all’importante Documenta di Kassel. Sempre nel 1964 gli viene conferita una menzione speciale alla Biennale di Venezia e le sue opere vengono raccolte nel salone d’onore del padiglione francese.
Tra le principali mostre postume si ricordano la retrospettiva al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris (1986); la mostra “Bissière 1947” presso il Musée de l’Abbaye Sainte-Croix di Sables-d’Olonne (1997).
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Agen, Musée des Beaux-Arts
Amsterdam, Stedelijk Museum
Colmar, Musée Unterlinden
La Chaux de Fonds
Parigi, Musée National d’Art Moderne et d’Art Moderne de la Ville
Saint-Etienne
Zurigo
Bibliografia:
L. Harambourg, L’Ecole de Paris, 1945-1965, Neuchatel, Ides &Calendes, 1993 ; D. Abadie, Bissière, Ides et Calendes, Paris, 1986.
© Roger Bissiere, by SIAE 2023