Jacques-Émile Blanche
Parigi, 1861 - Offranville, Francia, 1942
La qualità della pittura, i grigi preziosi e le luci argentate fanno di Jacques-Emile Blanche un’artista più vicino a Manet, che ammirava molto, piuttosto che agli Impressionisti; tuttavia, le sue opere “en plein air” con le pennellate dai colori vivaci, non nascondono una certa parentela con questi ultimi.
La maggior parte della sua vita è legata alla Normandia. Sulle spiagge di Dieppe e di Puys gioca con i figli di Lord Salisbury, con le figlie di Alexandre Dumas, di Charles Gounod e dell’accademico John Lemoinne (del quale sposerà la figlia nel 1895). Dopo la guerra del 1870 i genitori affittano un appartamento a Dieppe, nella leggendaria Maison Briffard, ed è qui che Jacques-Emile Blanche prenderà le prime lezioni di pittura da un artista locale di nome Mélicourt. Portato per l’arte in genere, è ancora indeciso sulla via da intraprendere. Durante i “dîners des philosophes” (cene dei filosofi) che i genitori organizzano ogni sabato sera, conosce alcune celebrità dell’epoca. George Sand, Michelet, Renan, lo indirizzano verso l’attività letteraria, Berlioz, Bizet, Fauré, verso la musica, ma alla fine è la pittura a prevalere.
A Dieppe incontra il pittore Sickert che diventa uno dei suoi migliori amici e lo porta ad apprezzare l’arte del ritratto.
Spesso accompagna la madre da Berthe Morisot e resta ore ed ore a guardarla dipingere. Grazie a Edmond Maître conosce Fantin-Latour che corregge i suoi primi tentativi pittorici. Comincia a collezionare opere di Monet e di Cézanne. Blanche ha circa tredici anni quando ha l’occasione di visitare l’Atelier di Manet dove resta completamente soggiogato dalle marine. Conosce in seguito Degas e Renoir che lo loda per le qualità compositive e cromatiche e si offre di dargli consigli a Parigi. Le ricchezze familiari permettono a Blanche di dipingere senza l’assillo delle vendite; può scegliere liberamente i suoi modelli e il ritratto su commissione non rappresenta che una piccola parte della produzione.
Nel 1879 Berthe Morisot lo invita a partecipare alle mostre del gruppo Impressionista, ma Blanche, appena diciottenne, rifiuta per modestia e per rispetto verso i suoi maestri.
Lo stesso anno fa costruire, ai piedi della scogliera di Dieppe, un Atelier di legno dove i suoi amici scrittori, musicisti, pittori, politici si danno appuntamento. E’ abitualmente circondato da personalità eccezionali, anche grazie al nonno e al padre, entrambi medici-psichiatri famosi per aver curato molti noti personaggi nel XIX secolo, da Gérard de Nerval alla Contessa di Castiglione a Guy de Maupassant.
Tra gli amici più famosi da lui ritratti si possono ricordare: Henri Bergson, Stéphane Mallarmé, André Gide, Jean Cocteau, Igor Stravinsky, Paul Valery, Marcel Proust, George Moore, Max Jacob, Claude Debussy, Maurice Maeterlinck.
Per molto tempo l’artista utilizza una tavolozza sobria, basata sul nero, l’ocra e il marrone. I dipinti esposti al Salon del 1888 (Louis Metman) e del 1890 (Enfant couché o Le réveil de la petite princesse) ne sono la conferma. Grazie ai consigli dell’amico Whistler acquista raffinatezza ed armonia nei colori che annunciano ulteriori ricerche verso una maggior trasparenza e diluizione dei colori.
Dall’anno della fondazione, nel 1890, espone regolarmente al Salon de la Societé Nationale des Beaux Arts di Parigi.
Raggiunge la celebrità con alcuni ritratti: Paul Adam, Charles Cottet, Il pittore Thaulow e la sua famiglia, La Famiglia Vielé-Griffin.
Sposando la figlia dell’inglese John Lemoinne, leader del “Journal des Débats”, entra in contatto con diverse personalità francesi e inglesi che gli commissionano i ritratti.
Espone frequentemente alla National Gallery di Londra. Le sue opere raffigurano spesso scene di genere, rappresentazioni di luoghi alla moda, come Brighton o la spiaggia di Dieppe, e le corse di cavalli.
Nel 1900 ottiene la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi. E’ anche autore di romanzi autobiografici e d’essais: Quaderni d’artista, Da David a Degas, Da Gauguin alla Revue négre, Manet.
La qualità della pittura, i grigi preziosi e le luci argentate fanno di Jacques-Emile Blanche un’artista più vicino a Manet, che ammirava molto, piuttosto che agli Impressionisti; tuttavia, le sue opere “en plein air” con le pennellate dai colori vivaci, non nascondono una certa parentela con questi ultimi.
Dal 1902 al 1939 abita a Offranville e di questo piccolo borgo vicino a Dieppe scrive: “Se il caso volle che io non nascessi a Dieppe, Saint-Jacques divenne la mia parrocchia, la sua navata un oratorio propizio alle mie meditazioni… Tutti gli incidenti più decisivi della mia carriera mi hanno sorpreso a Dieppe”.
Verso il 1910, in visita al Louvre, ritrova il vecchio amico Louis Anquetin e la vista delle sue opere a “grisaille” lo fa riflettere a lungo sull’utilizzo delle ombre morbide e profonde, che da questo momento adotterà nei suoi dipinti.
Tra il 1915 e il 1918 si appassiona ai Balletti Russi; questa rivelazione lo trascina in un gusto nuovo per il colore arrivando a ritoccare alcune opere di vecchia data che non lo soddisfano più.
Nel 1923 partecipa alla II Biennale romana con le opere La famiglia di René Ménard e Gruppo di Musicisti.
Negli anni 1925-30 raggiunge il culmine della carriera; ogni immagine da lui pensata trova immediatamente, attraverso pochi tocchi di pennello, la corrispondenza pittorica. E’ talmente abile nel fissare nella mente i soggetti che lo interessano, che non necessita della reale presenza. Per esempio, il ritratto alla Contessa di Castiglione, incontrata nel 1893, viene dipinto nel 1925, solo sulla base di un ricordo scolpito nella mente.
L’anno successivo alla morte, il Musée de l’Orangerie di Parigi gli dedica una grande mostra commemorativa.
Nel 1997, il Museo di Belle Arti di Rouen organizza una mostra antologica in suo onore che prosegue in Italia, a Palazzo Martinengo (Brescia) l’anno seguente.
Nel 2018 il Museo il Museo di Belle Arti di Libourne, (Francia), in collaborazione con il Museo di Belle Arti di Rouen organizza nella Chapelle du Carmel, la retrospettiva dal titolo Le peintre aux visages, mostra dedicata ai ritratti dell’artista.
Principali musei in cui sono conservate le sue opere:
Barcellona, Museu de Arte Moderna
Bruxelles, Musée Royaux
Dieppe, Musée des Beaux-Arts
Digione
Florida, Museum of fine Arts
Grenoble, Musée des Beaux-Arts
Lione, Musée des Beaux-Arts
Londra: The Tate Gallery, National Portrait Gallery, Government Art Collection, The Garrick Club
Nizza, Musée des Beaux-Arts
Offranville, Musée Jacques Emile Blanche
Parigi: Musée Rodin, Musée de la musique, Musée du Petit Palais, Musée de la vie Romantique, Bibliothèque Nationale de France, Musée Bibliothèque de l'Opéra, Musée du Louvre, Musée d’Orsay, Musée Carnavalet, Musée d’Art Moderne de la Ville
Reims, Musée des Beaux Arts
Rouen
San Pietroburgo, Ermitage
Strasburgo, Musée des Beaux-Arts
Tours, Musée des Beaux-Arts
Bibliografia:
Seconda Biennale romana, Mostra internazionale di belle arti Roma, MCMXXIII, Roma, Casa Editrice d’Arte Enzo Pinci, 1923; F. Lespinasse, La Normandie vue par les peintres, Losanna, Edita, 1988 ; Jacques-Emile Blache, peintre (1861-1942), Parigi, Editions de la Réunion des musées nationaux, 1997 ; Dictionnaire de Peintres à Montmartre, Parigi, Editions André Roussard, 1999; J. S. Klein, La Normandie, berceau de l’Impressionnisme, 1820-1900, Rennes, Editions Ouest-France, 1999; Au temps de Marcel Proust, La collection François-Gérarl Selingmann au musée Carnavalet, Paris Musées, 2001; M. Wolpert & J. Winter, Modern Figurative Paintings, The Paris Connection, Atglen, A Schiffer Book, 2004.
A Dieppe incontra il pittore Sickert che diventa uno dei suoi migliori amici e lo porta ad apprezzare l’arte del ritratto.
Spesso accompagna la madre da Berthe Morisot e resta ore ed ore a guardarla dipingere. Grazie a Edmond Maître conosce Fantin-Latour che corregge i suoi primi tentativi pittorici. Comincia a collezionare opere di Monet e di Cézanne. Blanche ha circa tredici anni quando ha l’occasione di visitare l’Atelier di Manet dove resta completamente soggiogato dalle marine. Conosce in seguito Degas e Renoir che lo loda per le qualità compositive e cromatiche e si offre di dargli consigli a Parigi. Le ricchezze familiari permettono a Blanche di dipingere senza l’assillo delle vendite; può scegliere liberamente i suoi modelli e il ritratto su commissione non rappresenta che una piccola parte della produzione.
Nel 1879 Berthe Morisot lo invita a partecipare alle mostre del gruppo Impressionista, ma Blanche, appena diciottenne, rifiuta per modestia e per rispetto verso i suoi maestri.
Lo stesso anno fa costruire, ai piedi della scogliera di Dieppe, un Atelier di legno dove i suoi amici scrittori, musicisti, pittori, politici si danno appuntamento. E’ abitualmente circondato da personalità eccezionali, anche grazie al nonno e al padre, entrambi medici-psichiatri famosi per aver curato molti noti personaggi nel XIX secolo, da Gérard de Nerval alla Contessa di Castiglione a Guy de Maupassant.
Tra gli amici più famosi da lui ritratti si possono ricordare: Henri Bergson, Stéphane Mallarmé, André Gide, Jean Cocteau, Igor Stravinsky, Paul Valery, Marcel Proust, George Moore, Max Jacob, Claude Debussy, Maurice Maeterlinck.
Per molto tempo l’artista utilizza una tavolozza sobria, basata sul nero, l’ocra e il marrone. I dipinti esposti al Salon del 1888 (Louis Metman) e del 1890 (Enfant couché o Le réveil de la petite princesse) ne sono la conferma. Grazie ai consigli dell’amico Whistler acquista raffinatezza ed armonia nei colori che annunciano ulteriori ricerche verso una maggior trasparenza e diluizione dei colori.
Dall’anno della fondazione, nel 1890, espone regolarmente al Salon de la Societé Nationale des Beaux Arts di Parigi.
Raggiunge la celebrità con alcuni ritratti: Paul Adam, Charles Cottet, Il pittore Thaulow e la sua famiglia, La Famiglia Vielé-Griffin.
Sposando la figlia dell’inglese John Lemoinne, leader del “Journal des Débats”, entra in contatto con diverse personalità francesi e inglesi che gli commissionano i ritratti.
Espone frequentemente alla National Gallery di Londra. Le sue opere raffigurano spesso scene di genere, rappresentazioni di luoghi alla moda, come Brighton o la spiaggia di Dieppe, e le corse di cavalli.
Nel 1900 ottiene la medaglia d’oro all’Esposizione Universale di Parigi. E’ anche autore di romanzi autobiografici e d’essais: Quaderni d’artista, Da David a Degas, Da Gauguin alla Revue négre, Manet.
La qualità della pittura, i grigi preziosi e le luci argentate fanno di Jacques-Emile Blanche un’artista più vicino a Manet, che ammirava molto, piuttosto che agli Impressionisti; tuttavia, le sue opere “en plein air” con le pennellate dai colori vivaci, non nascondono una certa parentela con questi ultimi.
Dal 1902 al 1939 abita a Offranville e di questo piccolo borgo vicino a Dieppe scrive: “Se il caso volle che io non nascessi a Dieppe, Saint-Jacques divenne la mia parrocchia, la sua navata un oratorio propizio alle mie meditazioni… Tutti gli incidenti più decisivi della mia carriera mi hanno sorpreso a Dieppe”.
Verso il 1910, in visita al Louvre, ritrova il vecchio amico Louis Anquetin e la vista delle sue opere a “grisaille” lo fa riflettere a lungo sull’utilizzo delle ombre morbide e profonde, che da questo momento adotterà nei suoi dipinti.
Tra il 1915 e il 1918 si appassiona ai Balletti Russi; questa rivelazione lo trascina in un gusto nuovo per il colore arrivando a ritoccare alcune opere di vecchia data che non lo soddisfano più.
Nel 1923 partecipa alla II Biennale romana con le opere La famiglia di René Ménard e Gruppo di Musicisti.
Negli anni 1925-30 raggiunge il culmine della carriera; ogni immagine da lui pensata trova immediatamente, attraverso pochi tocchi di pennello, la corrispondenza pittorica. E’ talmente abile nel fissare nella mente i soggetti che lo interessano, che non necessita della reale presenza. Per esempio, il ritratto alla Contessa di Castiglione, incontrata nel 1893, viene dipinto nel 1925, solo sulla base di un ricordo scolpito nella mente.
L’anno successivo alla morte, il Musée de l’Orangerie di Parigi gli dedica una grande mostra commemorativa.
Nel 1997, il Museo di Belle Arti di Rouen organizza una mostra antologica in suo onore che prosegue in Italia, a Palazzo Martinengo (Brescia) l’anno seguente.
Nel 2018 il Museo il Museo di Belle Arti di Libourne, (Francia), in collaborazione con il Museo di Belle Arti di Rouen organizza nella Chapelle du Carmel, la retrospettiva dal titolo Le peintre aux visages, mostra dedicata ai ritratti dell’artista.
Principali musei in cui sono conservate le sue opere:
Barcellona, Museu de Arte Moderna
Bruxelles, Musée Royaux
Dieppe, Musée des Beaux-Arts
Digione
Florida, Museum of fine Arts
Grenoble, Musée des Beaux-Arts
Lione, Musée des Beaux-Arts
Londra: The Tate Gallery, National Portrait Gallery, Government Art Collection, The Garrick Club
Nizza, Musée des Beaux-Arts
Offranville, Musée Jacques Emile Blanche
Parigi: Musée Rodin, Musée de la musique, Musée du Petit Palais, Musée de la vie Romantique, Bibliothèque Nationale de France, Musée Bibliothèque de l'Opéra, Musée du Louvre, Musée d’Orsay, Musée Carnavalet, Musée d’Art Moderne de la Ville
Reims, Musée des Beaux Arts
Rouen
San Pietroburgo, Ermitage
Strasburgo, Musée des Beaux-Arts
Tours, Musée des Beaux-Arts
Bibliografia:
Seconda Biennale romana, Mostra internazionale di belle arti Roma, MCMXXIII, Roma, Casa Editrice d’Arte Enzo Pinci, 1923; F. Lespinasse, La Normandie vue par les peintres, Losanna, Edita, 1988 ; Jacques-Emile Blache, peintre (1861-1942), Parigi, Editions de la Réunion des musées nationaux, 1997 ; Dictionnaire de Peintres à Montmartre, Parigi, Editions André Roussard, 1999; J. S. Klein, La Normandie, berceau de l’Impressionnisme, 1820-1900, Rennes, Editions Ouest-France, 1999; Au temps de Marcel Proust, La collection François-Gérarl Selingmann au musée Carnavalet, Paris Musées, 2001; M. Wolpert & J. Winter, Modern Figurative Paintings, The Paris Connection, Atglen, A Schiffer Book, 2004.
