Victor Charreton
Bourgoin-Jallieu, 1864 - Clermont-Ferrand, Francia, 1936
La figura di Charreton ben si colloca nella scuola di paesaggio della tradizione lionese con il gusto degli impasti, della ricerca degli effetti momentanei, delle ore e delle stagioni. La curiosità lo spinge a cogliere perfettamente lo spirito dei luoghi da lui visitati.Nel 1931 inaugura il Museo di Bourgoin al quale dona venti opere; il museo cambierà poi nome in Museo Victor Charreton. Nel 1972 il Museo di Montmartre gli organizza un’esposizione postuma retrospettiva.
Trascorre l’infanzia a Chaumont studiando al Collège di Bourgoin e dilettandosi di letteratura e di pittura sotto la guida di Ernest Hareux e Louis Japy. Nel 1885 incomincia a studiare legge alla Facoltà di Grenoble e dal 1892 esercita presso la Corte d’Appello di Lione. Nel 1902 rinuncia alla carriera giuridica per dedicarsi totalmente alla pittura e si trasferisce a Parigi.
Charreton viaggia molto in tutta Europa: Spagna, Inghilterra, Belgio, Olanda, Corsica, Germania e Algeria visitando numerosi musei. Nel 1894 debutta al Salon di Lione e lo stesso anno inizia ad esporre al Salon des Artistes Français di Parigi dove, nel 1910 ottiene una menzione d’onore, nel 1912 la medaglia d’argento e nel 1913 la medaglia d’oro diventando inoltre membro del comitato e della giuria.
Partecipa a diverse esposizioni collettive: Tolosa, Clermont-Ferrand, Roubaix, Bordeaux e all’estero: New York, Ginevra, Barcellona. Nel 1915 la Galleria Georges Petit di Parigi gli organizza una mostra personale. Nel 1931 inaugura il Museo di Bourgoin al quale dona venti opere; il museo cambierà poi nome in Museo Victor Charreton. E’ uno dei fondatori del Salon d’Automne, del quale è nominato segretario generale. Nel 1972 il Museo di Montmartre gli organizza un’esposizione postuma retrospettiva; nel 1987 e nel 1989 altre due mostre antologiche, organizzate in gallerie parigine, ricordano l‘artista.
La figura di Charreton ben si colloca nella scuola di paesaggio della tradizione lionese con il gusto degli impasti, della ricerca degli effetti momentanei, delle ore e delle stagioni. La curiosità lo spinge a cogliere perfettamente lo spirito dei luoghi da lui visitati. Non si limita a dipingere i bei luoghi turistici, ma ne cerca gli aspetti più intimi, più discreti, più umili. Particolarmente felice negli effetti di neve, nel corso della sua evoluzione pittorica approfondisce la ricerca dello studio della luce al crepuscolo e al tramonto, sopprimendo i dettagli meno importanti per concentrarsi sui volumi che costruiscono la composizione generale.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Albi, Museo Toulouse-Lautrec
Boston;
Bourgoin, Museo Victor Charreton
Carcassonne, Musée des Beaux-Arts
Chambéry, Musée des Beaux-Arts
Charleston;
Clermont-Ferrand, Musée e Hotel-Dieu
Cleveland, Ohio
Concord
Ginevra, Musée du Petit Palais
Grenoble
Lyon, Musée des Beaux-Arts
Madrid
Mezt
Narbonne
New York, Brooklyn Museum
Le Nouvelle Orléans
Parigi, Musée d’Orsay, Petit-Palais
Riom
Toulouse, Musée des Augustin
Bibliografia:
Catalogue sommaire illustré des peintures, Musée d’Orsay, Paris, Ed. Réunion des Musées Nationaux, 1990; Impressionismo e Neo-Impressionisti (Venezia, Museo Correr, 2.9/11.12.1994), Venezia, Ed. Fabbri, 1994; R. Chatin, Victor Charreton, vie et oeuvre, Ed. Robert Chatin, 1995; E. Hardouin-Fugier, E. Grafe, La Peinture Lyonnaise au XIXe siècle, Paris, Les Editions de l’Amateur, 1995 ; Dictionnaire des Peintres à Montmartre, Paris, Ed. André Roussard, 1999; L. Harambourg, Dictionnaire des peintres paysagistes français au XIXe siecle; Neuchâtel, Ides et Calendes, 2001.
Charreton viaggia molto in tutta Europa: Spagna, Inghilterra, Belgio, Olanda, Corsica, Germania e Algeria visitando numerosi musei. Nel 1894 debutta al Salon di Lione e lo stesso anno inizia ad esporre al Salon des Artistes Français di Parigi dove, nel 1910 ottiene una menzione d’onore, nel 1912 la medaglia d’argento e nel 1913 la medaglia d’oro diventando inoltre membro del comitato e della giuria.
Partecipa a diverse esposizioni collettive: Tolosa, Clermont-Ferrand, Roubaix, Bordeaux e all’estero: New York, Ginevra, Barcellona. Nel 1915 la Galleria Georges Petit di Parigi gli organizza una mostra personale. Nel 1931 inaugura il Museo di Bourgoin al quale dona venti opere; il museo cambierà poi nome in Museo Victor Charreton. E’ uno dei fondatori del Salon d’Automne, del quale è nominato segretario generale. Nel 1972 il Museo di Montmartre gli organizza un’esposizione postuma retrospettiva; nel 1987 e nel 1989 altre due mostre antologiche, organizzate in gallerie parigine, ricordano l‘artista.
La figura di Charreton ben si colloca nella scuola di paesaggio della tradizione lionese con il gusto degli impasti, della ricerca degli effetti momentanei, delle ore e delle stagioni. La curiosità lo spinge a cogliere perfettamente lo spirito dei luoghi da lui visitati. Non si limita a dipingere i bei luoghi turistici, ma ne cerca gli aspetti più intimi, più discreti, più umili. Particolarmente felice negli effetti di neve, nel corso della sua evoluzione pittorica approfondisce la ricerca dello studio della luce al crepuscolo e al tramonto, sopprimendo i dettagli meno importanti per concentrarsi sui volumi che costruiscono la composizione generale.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Albi, Museo Toulouse-Lautrec
Boston;
Bourgoin, Museo Victor Charreton
Carcassonne, Musée des Beaux-Arts
Chambéry, Musée des Beaux-Arts
Charleston;
Clermont-Ferrand, Musée e Hotel-Dieu
Cleveland, Ohio
Concord
Ginevra, Musée du Petit Palais
Grenoble
Lyon, Musée des Beaux-Arts
Madrid
Mezt
Narbonne
New York, Brooklyn Museum
Le Nouvelle Orléans
Parigi, Musée d’Orsay, Petit-Palais
Riom
Toulouse, Musée des Augustin
Bibliografia:
Catalogue sommaire illustré des peintures, Musée d’Orsay, Paris, Ed. Réunion des Musées Nationaux, 1990; Impressionismo e Neo-Impressionisti (Venezia, Museo Correr, 2.9/11.12.1994), Venezia, Ed. Fabbri, 1994; R. Chatin, Victor Charreton, vie et oeuvre, Ed. Robert Chatin, 1995; E. Hardouin-Fugier, E. Grafe, La Peinture Lyonnaise au XIXe siècle, Paris, Les Editions de l’Amateur, 1995 ; Dictionnaire des Peintres à Montmartre, Paris, Ed. André Roussard, 1999; L. Harambourg, Dictionnaire des peintres paysagistes français au XIXe siecle; Neuchâtel, Ides et Calendes, 2001.
