Alan Davie
Grangemouth, Scozia, 1920 - 2014
Nel 1956-57 vince il Premio Guggenheim e dal 1958 comincia a partecipare alla Biennale di Venezia.
Tra le gallerie che trattano la sua opera e che gli hanno organizzato diverse personali si citano la Galerie Gimpel et Fils, la Galerie Louis Carré di Parigi nonché numerosi musei fra i quali il Carnegie Institut di Pittsburgh, lo Stedekijk Museum di Amsterdam, il Kunsternes Hus di Oslo, la Kunsthalle di Berna ecc.
Il Cobra Museum in Olanda gli dedica una prestigiosa retrospettiva nel 1997 seguita da quella dello Scottish National Museum of Modern Art nel 2000.
Tra le gallerie che trattano la sua opera e che gli hanno organizzato diverse personali si citano la Galerie Gimpel et Fils, la Galerie Louis Carré di Parigi nonché numerosi musei fra i quali il Carnegie Institut di Pittsburgh, lo Stedekijk Museum di Amsterdam, il Kunsternes Hus di Oslo, la Kunsthalle di Berna ecc.
Il Cobra Museum in Olanda gli dedica una prestigiosa retrospettiva nel 1997 seguita da quella dello Scottish National Museum of Modern Art nel 2000.
Figlio del pittore e incisore James William Davie, dal 1937 al 1940 studia al College of Arts della Royal Academy di Edimburgo. Già a partire dal 1938 i suoi interessi si rivolgono, oltre che alla pittura, anche alla poesia e alla musica, soprattutto al jazz.
Nel 1942 vince il Guthrie Awards, istituto della Royal Scottish Accademy.
Nel 1946 a Edimburgo, allestisce la prima mostra personale e organizza corsi di pittura per giovani allievi. In questi anni comincia ad interessarsi all’arte primitiva africana e americana. Nel 1947 entra come sassofonista-tenore nell’orchestra di Tommy Sampson.
La seconda esposizione personale ha luogo a Firenze nel 1948, poi espone Venezia. Conosce Peggy Guggenheim; la collezionista apprezza la sua pittura e gli fa conoscere le opere di Jackson Pollock che hanno su di lui un’influenza determinante e dalle quali attinge a una lezione di libertà e d’incoraggiamento a manifestare la sua idea espressiva.
Molto presto elabora il linguaggio che gli sarà sempre caratteristico, nel quale hanno importanza le reminescenze dei segni arcaici osservati nel corso delle visite ai musei di arte primitiva. Si tratta di un modo di esprimersi vicino a quello del gruppo Cobra, una sintesi tra l’espressionismo e l’astrazione lirica.
Dal 1949 al 1953 partecipa a numerose esposizioni collettive e personali a Roma, Parigi, Bruxelles. Nel 1956-57 vince il Premio Guggenheim e dal 1958 comincia a partecipare alla Biennale di Venezia.
Dal 1956 al 1959 gli è consegnata la “Gregory Fellowship” dell’Università di Leeds; dal 1959 al 1960 ha insegna alla Central School of Art and Crafts di Londra.
Continua a partecipare a importanti mostre collettive in tutto il mondo, tra cui una mostra sulla pittura inglese tenutasi a Mosca e a Leningrado.
Dal 1960 partecipa al Salon de Mai a Parigi, a Documenta di Kassel, alla Biennale di San Paolo, dove vince il Primo Premio nel 1963 e nel 1964.
Lo stesso anno espone alla Tate Gallery di Londra.
Tra le gallerie che trattano la sua opera e che gli hanno organizzato diverse personali si citano la Galerie Gimpel et Fils, la Galerie Louis Carré di Parigi nonché numerosi musei fra i quali il Carnegie Institut di Pittsburgh, lo Stedekijk Museum di Amsterdam, il Kunsternes Hus di Oslo, la Kunsthalle di Berna ecc.
A partire dagli anni settanta comincia una serie di viaggi nei quali troverà molteplici ispirazioni per il suo lavoro. Nel 1979 visita l’Australia e Bali e resta molto impressionato da queste culture.
Nel 1991 la Me’Lellan Gallery di Glasgow gli dedica una retrospettiva come pure la Barbican Gallery di Londra, l’anno seguente.
Tra il 1992 e il 1995 Davie si avventura in una mostra organizzata dal British Council che lo porta ad esporre in Sud America e di nuovo in Australia.
Il Cobra Museum in Olanda gli dedica una prestigiosa retrospettiva nel 1997 seguita da quella dello Scottish National Museum of Modern Art nel 2000.
Vive e lavora a Rush Green-Hertford nell’Hertfordshire.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Londra (Tate Gallery)
Manchester (City Art Gallery)
New York (MoMA)
Venezia (Collezione Peggy Guggenheim)
Bibliografia:
E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976.
© Alan Davie, by SIAE 2023
Nel 1942 vince il Guthrie Awards, istituto della Royal Scottish Accademy.
Nel 1946 a Edimburgo, allestisce la prima mostra personale e organizza corsi di pittura per giovani allievi. In questi anni comincia ad interessarsi all’arte primitiva africana e americana. Nel 1947 entra come sassofonista-tenore nell’orchestra di Tommy Sampson.
La seconda esposizione personale ha luogo a Firenze nel 1948, poi espone Venezia. Conosce Peggy Guggenheim; la collezionista apprezza la sua pittura e gli fa conoscere le opere di Jackson Pollock che hanno su di lui un’influenza determinante e dalle quali attinge a una lezione di libertà e d’incoraggiamento a manifestare la sua idea espressiva.
Molto presto elabora il linguaggio che gli sarà sempre caratteristico, nel quale hanno importanza le reminescenze dei segni arcaici osservati nel corso delle visite ai musei di arte primitiva. Si tratta di un modo di esprimersi vicino a quello del gruppo Cobra, una sintesi tra l’espressionismo e l’astrazione lirica.
Dal 1949 al 1953 partecipa a numerose esposizioni collettive e personali a Roma, Parigi, Bruxelles. Nel 1956-57 vince il Premio Guggenheim e dal 1958 comincia a partecipare alla Biennale di Venezia.
Dal 1956 al 1959 gli è consegnata la “Gregory Fellowship” dell’Università di Leeds; dal 1959 al 1960 ha insegna alla Central School of Art and Crafts di Londra.
Continua a partecipare a importanti mostre collettive in tutto il mondo, tra cui una mostra sulla pittura inglese tenutasi a Mosca e a Leningrado.
Dal 1960 partecipa al Salon de Mai a Parigi, a Documenta di Kassel, alla Biennale di San Paolo, dove vince il Primo Premio nel 1963 e nel 1964.
Lo stesso anno espone alla Tate Gallery di Londra.
Tra le gallerie che trattano la sua opera e che gli hanno organizzato diverse personali si citano la Galerie Gimpel et Fils, la Galerie Louis Carré di Parigi nonché numerosi musei fra i quali il Carnegie Institut di Pittsburgh, lo Stedekijk Museum di Amsterdam, il Kunsternes Hus di Oslo, la Kunsthalle di Berna ecc.
A partire dagli anni settanta comincia una serie di viaggi nei quali troverà molteplici ispirazioni per il suo lavoro. Nel 1979 visita l’Australia e Bali e resta molto impressionato da queste culture.
Nel 1991 la Me’Lellan Gallery di Glasgow gli dedica una retrospettiva come pure la Barbican Gallery di Londra, l’anno seguente.
Tra il 1992 e il 1995 Davie si avventura in una mostra organizzata dal British Council che lo porta ad esporre in Sud America e di nuovo in Australia.
Il Cobra Museum in Olanda gli dedica una prestigiosa retrospettiva nel 1997 seguita da quella dello Scottish National Museum of Modern Art nel 2000.
Vive e lavora a Rush Green-Hertford nell’Hertfordshire.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Londra (Tate Gallery)
Manchester (City Art Gallery)
New York (MoMA)
Venezia (Collezione Peggy Guggenheim)
Bibliografia:
E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976.
© Alan Davie, by SIAE 2023
