Amedee Marie Dominique Dubois De La Patelliere
Vallet, Nantes, 1890 - Parigi, 1932
Dopo gli studi classici a Vannes si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza di Nantes ma in seguito abbandona i corsi universitari per dedicarsi totalmente alla pittura. Trasferitosi a Parigi nel 1910, condivide un Atelier in rue Visconti con l’amico Gérard Cocher e con lui, a partire dal 1912, segue i corsi all’Académie Julian, sotto la guida di Marcel Baschet.
Dopo il servizio militare partecipa attivamente alla prima guerra mondiale e, dopo essere stato più volte ferito, la sua salute resta definitivamente compromessa. (Un insieme di opere eseguite durante la guerra è oggi conservato presso il Musée de la Guerre del Château de Vicennes.
Nel 1919 compie un viaggio in Tunisia e soggiorna a lungo nella casa di famiglia a Vendée (Costa Atlantica), in Bretagna, nell’Ile de France, a Vaugrigneuse, dove si dedica ai paesaggi e alle scene di vita contadina e acquista una casa con un grande Atelier.
Dal 1921 al 1923 soggiorna a Belle-Ile e trascorre gli ultimi due anni di vita a Saint Paul de Vence, dove l’atmosfera ed il paesaggio hanno grande effetto sulle sue opere, intensificandone la luminosità.
In Provenza esegue la decorazione dell’Hotel de la Colombe e illustra alcuni libri, tra cui il romanzo “Colline” di Jean Giono.
Amico di Le Fauçonnier, la sua opera risente dell’ammirazione per il grande artista nato nel nord della Francia che, dopo un viaggio in Olanda si libera delle costrizioni del momento, in particolare cubiste, per andare alla ricerca delle fonti del lirismo, del chiaro-scuro fiammingo, senza sacrificare il rigore della composizione.
La Patellière, come Le Fauçonnier, copre completamente la superficie della tela, non lascia alcuno spazio vuoto, riempiendo tutto con una materia spessa e grassa, che facilita la creazione degli effetti di chiaro-scuro.
Ama molto i soggetti rurali, la vita dei contadini, il loro lavoro pesante, interpretandoli con una vena malinconica e con i colori della terra, bruni e marroni caldi e scuri.
Nel corso della sua carriera artistica espone regolarmente, spesso grandi opere, ai Salons di Parigi: des Indépendants, des Tuileries, d’Automne.
Un’importante retrospettiva è stata organizzata nel 1945 al Musée National d’Art Moderne di Parigi, seguita l’anno dopo da altre due, a Liegi e a Bruxelles (quest’ultima molto apprezzata in ragione della vicinanza della sua pittura all’espressionismo belga).
Altre esposizioni personali postume sono state allestite a Ginevra nel 1953, a Parigi (1955, 1963, 1965,1 969, 1973); a Nantes (1980-81); a Saint-Tropez nel 1985.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Nantes (Musée des Beaux-Arts)
Parigi (Musée d’Art Moderne de la Ville, Musée Nationale d’Art Moderne)
Vincennes (Musée de la Guerre).
Bibliografia:
E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, SculpteursDessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976; H. Belbeoch, F. Clifford, Belle-Ile en art, Henri Belbeoch, 1991
Dopo il servizio militare partecipa attivamente alla prima guerra mondiale e, dopo essere stato più volte ferito, la sua salute resta definitivamente compromessa. (Un insieme di opere eseguite durante la guerra è oggi conservato presso il Musée de la Guerre del Château de Vicennes.
Nel 1919 compie un viaggio in Tunisia e soggiorna a lungo nella casa di famiglia a Vendée (Costa Atlantica), in Bretagna, nell’Ile de France, a Vaugrigneuse, dove si dedica ai paesaggi e alle scene di vita contadina e acquista una casa con un grande Atelier.
Dal 1921 al 1923 soggiorna a Belle-Ile e trascorre gli ultimi due anni di vita a Saint Paul de Vence, dove l’atmosfera ed il paesaggio hanno grande effetto sulle sue opere, intensificandone la luminosità.
In Provenza esegue la decorazione dell’Hotel de la Colombe e illustra alcuni libri, tra cui il romanzo “Colline” di Jean Giono.
Amico di Le Fauçonnier, la sua opera risente dell’ammirazione per il grande artista nato nel nord della Francia che, dopo un viaggio in Olanda si libera delle costrizioni del momento, in particolare cubiste, per andare alla ricerca delle fonti del lirismo, del chiaro-scuro fiammingo, senza sacrificare il rigore della composizione.
La Patellière, come Le Fauçonnier, copre completamente la superficie della tela, non lascia alcuno spazio vuoto, riempiendo tutto con una materia spessa e grassa, che facilita la creazione degli effetti di chiaro-scuro.
Ama molto i soggetti rurali, la vita dei contadini, il loro lavoro pesante, interpretandoli con una vena malinconica e con i colori della terra, bruni e marroni caldi e scuri.
Nel corso della sua carriera artistica espone regolarmente, spesso grandi opere, ai Salons di Parigi: des Indépendants, des Tuileries, d’Automne.
Un’importante retrospettiva è stata organizzata nel 1945 al Musée National d’Art Moderne di Parigi, seguita l’anno dopo da altre due, a Liegi e a Bruxelles (quest’ultima molto apprezzata in ragione della vicinanza della sua pittura all’espressionismo belga).
Altre esposizioni personali postume sono state allestite a Ginevra nel 1953, a Parigi (1955, 1963, 1965,1 969, 1973); a Nantes (1980-81); a Saint-Tropez nel 1985.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Nantes (Musée des Beaux-Arts)
Parigi (Musée d’Art Moderne de la Ville, Musée Nationale d’Art Moderne)
Vincennes (Musée de la Guerre).
Bibliografia:
E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, SculpteursDessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976; H. Belbeoch, F. Clifford, Belle-Ile en art, Henri Belbeoch, 1991
