Emile Lahner
Velykyi Bereznyi, Ucraina, 1893 - Parigi, 1980
Emile Lahner è stato un pittore di origine ungherese. Espone a Parigi, New York, Boston; partecipa al Salon des Indépendants, al Salon des Tuileries e alla prima mostra dedicata all’Ecole de Paris a Rio de Janeiro e a San Paolo del Brasile. Dipinge paesaggi, ritratti, cavalli, acrobati e nudi idealizzati ed esegue i primi acquerelli astratti. Passerà dall’astratto al figurativo e viceversa, a seconda dell’ispirazione del momento. Verso la metà degli anni ’30 Lahner entra nella fase “Post-impressionista”, rifiutando l’oggettività del naturalismo impressionista. Viaggia anche in Africa dove preferisce dedicarsi alle scene di mercato, all’arida campagna, alla pianura di Mitidja; esegue inoltre i disegni e i progetti per le vetrate della cappella di El Affroun.
Trascorre l’infanzia in Ungheria e, orfano di entrambi i genitori, è affidato a un tutore che gli consiglia gli studi d’ingegneria. La passione per la pittura gli fa abbandonare gli studi intrapresi e nel 1915 lo fa iscrivere all’Ecole des Beaux-Arts di Budapest dove comincia a dipingere. Inizialmente segue lo stile impressionista dei suoi insegnanti Kochine e Vaszary, ma dal 1915 al 1917 è attratto dalle esperienze futuriste e dall’Espressionismo tedesco.
Nel 1923 trascorre un breve periodo a Zurigo, poi a Losanna, dove scopre la pittura francese: Delacroix, Monet e Van Gogh. Dopo quest’esperienza, nel 1924 decide di trasferirsi a Parigi per studiare la pittura moderna. Abita al Quartiere Latino e dopo circa un anno si sposta a Montmartre. Frequenta Montparnasse e gli Ateliers Bourdelle, Colarossi e Grand Chaumière. In questo periodo dipinge soggetti “poetici”: nudi, figure femminili, cavalli, con una tavolozza più chiara rispetto alle opere degli anni ungheresi.
Nel 1927 è di nuovo in Ungheria dove espone per la prima volta, ricevendo il Premio Ernst. Alla fine degli anni Venti, viaggia nel sud della Francia: Sanary, Saint-Tropez, Saint-Paul-de-Vence, dove dipinge luminosi paesaggi e marine. La crisi del 1929 mette in difficoltà numerosi artisti, soprattutto quelli non introdotti nelle gallerie d’élite. Nel 1931 Lahner si sposta a Montparnasse ed è costretto ad eseguire umili lavori per sopravvivere. Malgrado la difficile situazione l’artista inizia ad ottenere successo. Nel 1930 espone a Parigi, New York, Boston; partecipa al Salon des Indépendants e alla prima mostra dedicata all’Ecole de Paris a Rio de Janeiro e a San Paolo del Brasile. In questi anni partecipa al Salon des Tuileries.
Dipinge paesaggi, ritratti, cavalli, acrobati e nudi idealizzati ed esegue i primi acquerelli astratti. D’ora in poi passerà dall’astratto al figurativo e viceversa, a seconda dell’ispirazione del momento.
Allo scoppio della guerra, Lahner abbandona Parigi per raggiungere Vichy dove è ospite nel castello della famiglia Averseng. Esplora le grotte con le incisioni primitive della regione dell’Auvergne e della Dordogna dalle quali prenderà spunto per una serie di dipinti.
Verso la metà degli anni ’30 Lahner entra nella fase “Post-impressionista”, rifiutando l’oggettività del naturalismo impressionista ed utilizzando le forme e i colori in modo più espressivo e personale.
Dopo la liberazione, nel 1945, rientra a Parigi e comincia ad esporre più di frequente.
Nel 1948 viaggia in Algeria dove tornerà nel 1952-53. In Africa preferisce dedicarsi alle scene di mercato, all’arida campagna, alla pianura di Mitidja; esegue inoltre i disegni e i progetti per le vetrate della cappella di El Affroun commissionate dalla famiglia Averseng. Anche quest’esperienza ha notevole impatto sulla sua arte, infatti, sia nelle opere astratte che in quelle figurative, d’ora in poi userà spesso larghe campiture, contornate da un tratto nero che ricorda appunto l’arte delle vetrate.
Lahner s’interessa anche all’incisione e pubblica una raccolta dal titolo Formes, lignes, couleurs.
Nella seconda metà degli anni ’50 due relazioni influenzeranno la vita di Lahner: il matrimonio con Jeanne Cazenave e il legame di profonda amicizia con Laszo Laky, un mercante d’arte di origini ungheresi.
Nella primavera del 1961 Lahner ottiene enorme successo con una personale alla Galerie Jeanne Castel. La sua pittura è sempre più astratta e meno figurativa. Sebbene in questi dipinti ricorra quasi totalmente alla forma geometrica, mai viene a mancare l’afflato emotivo, lirico e l’equilibrio che sempre caratterizza ogni sua opera. Negli anni ’70 Lahner espone a Parigi e, grazie a Laszo Laky anche in California, dove quest’ultimo possiede una galleria. Con i guadagni acquista una piccola villa a Vence, in Costa Azzurra.
Negli ultimi anni torna alle radici della sua pittura, traendo nuove ispirazioni dall’Impressionismo; mantenendo di questa tendenza soltanto luce e colori, crea alcune fra le più fantasiose opere della sua carriera.
Mostre:
1930, Parigi, Galerie Gilbert, mostra collettiva, 1-15 dicembre;
1931, Parigi Galerie Gilbert, mostra collettiva, 15- 30 gennaio;
1933, Parigi, Galerie Vignon;
1936, Parigi Galerie Bonaparte (con Daria Gamsaragan);
1950, Parigi, Galerie Jeanne Castel;
1961, Galerie Jeanne Castel, Paris;
1964, Parigi, Galerie Famar, 26 febbraio-31 marzo;
1975, San Francisco, Maxwell galleries, 13 maggio-14 giugno;
1977, Parigi, Galerie René Drouet, 4 maggio - 4 giugno;
1985, Parigi, Mairie du XVIe arrondissement, 19 febbraio-3 marzo;
2004, Bergamo, Centro Culturale S. Bartolomeo, “Atelier cosmopolita, Parigi, 1900-1970” 12.11.2004-
04.12.2005;
2007, Bergamo, Galleria Michelangelo, “Ecole de Paris 1950-‘70”, 15 febbraio-15 marzo
Nel 1923 trascorre un breve periodo a Zurigo, poi a Losanna, dove scopre la pittura francese: Delacroix, Monet e Van Gogh. Dopo quest’esperienza, nel 1924 decide di trasferirsi a Parigi per studiare la pittura moderna. Abita al Quartiere Latino e dopo circa un anno si sposta a Montmartre. Frequenta Montparnasse e gli Ateliers Bourdelle, Colarossi e Grand Chaumière. In questo periodo dipinge soggetti “poetici”: nudi, figure femminili, cavalli, con una tavolozza più chiara rispetto alle opere degli anni ungheresi.
Nel 1927 è di nuovo in Ungheria dove espone per la prima volta, ricevendo il Premio Ernst. Alla fine degli anni Venti, viaggia nel sud della Francia: Sanary, Saint-Tropez, Saint-Paul-de-Vence, dove dipinge luminosi paesaggi e marine. La crisi del 1929 mette in difficoltà numerosi artisti, soprattutto quelli non introdotti nelle gallerie d’élite. Nel 1931 Lahner si sposta a Montparnasse ed è costretto ad eseguire umili lavori per sopravvivere. Malgrado la difficile situazione l’artista inizia ad ottenere successo. Nel 1930 espone a Parigi, New York, Boston; partecipa al Salon des Indépendants e alla prima mostra dedicata all’Ecole de Paris a Rio de Janeiro e a San Paolo del Brasile. In questi anni partecipa al Salon des Tuileries.
Dipinge paesaggi, ritratti, cavalli, acrobati e nudi idealizzati ed esegue i primi acquerelli astratti. D’ora in poi passerà dall’astratto al figurativo e viceversa, a seconda dell’ispirazione del momento.
Allo scoppio della guerra, Lahner abbandona Parigi per raggiungere Vichy dove è ospite nel castello della famiglia Averseng. Esplora le grotte con le incisioni primitive della regione dell’Auvergne e della Dordogna dalle quali prenderà spunto per una serie di dipinti.
Verso la metà degli anni ’30 Lahner entra nella fase “Post-impressionista”, rifiutando l’oggettività del naturalismo impressionista ed utilizzando le forme e i colori in modo più espressivo e personale.
Dopo la liberazione, nel 1945, rientra a Parigi e comincia ad esporre più di frequente.
Nel 1948 viaggia in Algeria dove tornerà nel 1952-53. In Africa preferisce dedicarsi alle scene di mercato, all’arida campagna, alla pianura di Mitidja; esegue inoltre i disegni e i progetti per le vetrate della cappella di El Affroun commissionate dalla famiglia Averseng. Anche quest’esperienza ha notevole impatto sulla sua arte, infatti, sia nelle opere astratte che in quelle figurative, d’ora in poi userà spesso larghe campiture, contornate da un tratto nero che ricorda appunto l’arte delle vetrate.
Lahner s’interessa anche all’incisione e pubblica una raccolta dal titolo Formes, lignes, couleurs.
Nella seconda metà degli anni ’50 due relazioni influenzeranno la vita di Lahner: il matrimonio con Jeanne Cazenave e il legame di profonda amicizia con Laszo Laky, un mercante d’arte di origini ungheresi.
Nella primavera del 1961 Lahner ottiene enorme successo con una personale alla Galerie Jeanne Castel. La sua pittura è sempre più astratta e meno figurativa. Sebbene in questi dipinti ricorra quasi totalmente alla forma geometrica, mai viene a mancare l’afflato emotivo, lirico e l’equilibrio che sempre caratterizza ogni sua opera. Negli anni ’70 Lahner espone a Parigi e, grazie a Laszo Laky anche in California, dove quest’ultimo possiede una galleria. Con i guadagni acquista una piccola villa a Vence, in Costa Azzurra.
Negli ultimi anni torna alle radici della sua pittura, traendo nuove ispirazioni dall’Impressionismo; mantenendo di questa tendenza soltanto luce e colori, crea alcune fra le più fantasiose opere della sua carriera.
Mostre:
1930, Parigi, Galerie Gilbert, mostra collettiva, 1-15 dicembre;
1931, Parigi Galerie Gilbert, mostra collettiva, 15- 30 gennaio;
1933, Parigi, Galerie Vignon;
1936, Parigi Galerie Bonaparte (con Daria Gamsaragan);
1950, Parigi, Galerie Jeanne Castel;
1961, Galerie Jeanne Castel, Paris;
1964, Parigi, Galerie Famar, 26 febbraio-31 marzo;
1975, San Francisco, Maxwell galleries, 13 maggio-14 giugno;
1977, Parigi, Galerie René Drouet, 4 maggio - 4 giugno;
1985, Parigi, Mairie du XVIe arrondissement, 19 febbraio-3 marzo;
2004, Bergamo, Centro Culturale S. Bartolomeo, “Atelier cosmopolita, Parigi, 1900-1970” 12.11.2004-
04.12.2005;
2007, Bergamo, Galleria Michelangelo, “Ecole de Paris 1950-‘70”, 15 febbraio-15 marzo
