Julio Le Parc
Mendoza, Argentina, 1928
La "Longue Marche" del 1974 è un evento significativo nella carriera di Julio Le Parc. Questa marcia artistica, che prende il nome dall'omonima epica marcia politica del 1934-1935 in Cina, rappresenta un'azione collettiva intrapresa dall'artista e dal suo gruppo di collaboratori.
La "Longue Marche" di Le Parc consisteva in un viaggio itinerante attraverso l'Argentina, dal 2 aprile al 22 luglio 1974, durante il quale l'artista e il suo gruppo portavano le loro opere direttamente alla gente, evitando le istituzioni tradizionali dell'arte. L'obiettivo principale di questa marcia artistica era quello di democratizzare l'arte, portandola nelle strade, nelle piazze e nei luoghi pubblici, per permettere a un pubblico più ampio di avere accesso e interagire con l'arte stessa. Durante la "Longue Marche", Le Parc e il suo gruppo hanno allestito installazioni, proiettato opere luminose e organizzato performance artistiche in diverse città dell'Argentina. Queste azioni artistiche, spesso effimere e temporanee, erano pensate per coinvolgere attivamente il pubblico, invitandolo a partecipare e a interagire con le opere.
La "Longue Marche" è stata una forma di protesta contro l'elitismo e la commercializzazione dell'arte, promuovendo invece l'accessibilità, l'interattività e la partecipazione democratica. È stata un'importante testimonianza dell'impegno di Le Parc nel coinvolgere la società nel processo artistico e nell'esplorare nuove forme di espressione artistica al di fuori dei canoni convenzionali.
Questa marcia artistica ha avuto un impatto duraturo sull'approccio di Le Parc all'arte e ha ispirato molte generazioni di artisti successivi nel loro impegno per un'arte più inclusiva e sociale. La "Longue Marche" di Julio Le Parc rimane un episodio significativo nella storia dell'arte concettuale e dell'arte partecipativa.
SERIGRAFIE:
Le serigrafie di Julio Le Parc relative alla "Longue Marche", edite dalla Galleria Denise René, rappresentano un'importante testimonianza visiva di questo evento artistico e sociale.
Le Parc ha utilizzato la tecnica della serigrafia per creare una serie di opere che catturano l'essenza e l'energia della sua marcia artistica attraverso l'Argentina. Le serigrafie sono state realizzate in collaborazione con la Galleria Denise René, un'importante galleria parigina nota per il suo sostegno all'arte cinetica e all'arte ottico-cinetica. L'edizione da parte della Galleria Denis Renè ha contribuito a diffondere l'opera di Le Parc a livello internazionale, aumentando la visibilità dell'artista e consolidando la sua reputazione nel campo dell'arte cinetica.
Queste opere serigrafiche riflettono l'estetica distintiva di Le Parc, caratterizzata dall'uso del movimento, della luce e dell'interazione visiva. Egli opera attraverso il sistema dei 14 colori del prisma cromatico in una suite di 6 serigrafie. Le maglie prismatiche si dispiegano in sequenze fluide e sinuose che esplorano gli effetti visivi di sovrapposizione, intreccio e sovrapposizione. L'organizzazione del campo pittorico è piuttosto libera da gerarchie: non c'è un elemento dominante, né un centro da cui si irradiano le forme.
Come chiarisce Le Parc, quest'opera è una metafora che può essere applicata a molti campi diversi. Incarna perfettamente la modalità creativa ciclica dell'artista, ma riassume anche il lungo percorso della sua carriera artistica. Ripercorrendo il suo passato, Le Parc rivela, con un pizzico di modestia, che "la mia lunga marcia è iniziata quando ero bambino in un piccolo villaggio. Andavo ai margini del villaggio, nel deserto. Guardavo sempre là, dove il sole stava sorgendo, cioè a est. Guardavo dall'altra parte, dove potevo immaginare che ci fosse il mare. Non avevo idea che un giorno avrei percorso mille e cento chilometri per raggiungere il mare, per attraversare l'Atlantico, per venire in Francia e sviluppare le cose lì. Questa è la mia lunga marcia. Ma la fine di questa lunga marcia non è quando morirò. Questa lunga marcia continuerà. È quindi una metafora della condizione umana, ma una metafora felice".
La "Longue Marche" di Le Parc consisteva in un viaggio itinerante attraverso l'Argentina, dal 2 aprile al 22 luglio 1974, durante il quale l'artista e il suo gruppo portavano le loro opere direttamente alla gente, evitando le istituzioni tradizionali dell'arte. L'obiettivo principale di questa marcia artistica era quello di democratizzare l'arte, portandola nelle strade, nelle piazze e nei luoghi pubblici, per permettere a un pubblico più ampio di avere accesso e interagire con l'arte stessa. Durante la "Longue Marche", Le Parc e il suo gruppo hanno allestito installazioni, proiettato opere luminose e organizzato performance artistiche in diverse città dell'Argentina. Queste azioni artistiche, spesso effimere e temporanee, erano pensate per coinvolgere attivamente il pubblico, invitandolo a partecipare e a interagire con le opere.
La "Longue Marche" è stata una forma di protesta contro l'elitismo e la commercializzazione dell'arte, promuovendo invece l'accessibilità, l'interattività e la partecipazione democratica. È stata un'importante testimonianza dell'impegno di Le Parc nel coinvolgere la società nel processo artistico e nell'esplorare nuove forme di espressione artistica al di fuori dei canoni convenzionali.
Questa marcia artistica ha avuto un impatto duraturo sull'approccio di Le Parc all'arte e ha ispirato molte generazioni di artisti successivi nel loro impegno per un'arte più inclusiva e sociale. La "Longue Marche" di Julio Le Parc rimane un episodio significativo nella storia dell'arte concettuale e dell'arte partecipativa.
SERIGRAFIE:
Le serigrafie di Julio Le Parc relative alla "Longue Marche", edite dalla Galleria Denise René, rappresentano un'importante testimonianza visiva di questo evento artistico e sociale.
Le Parc ha utilizzato la tecnica della serigrafia per creare una serie di opere che catturano l'essenza e l'energia della sua marcia artistica attraverso l'Argentina. Le serigrafie sono state realizzate in collaborazione con la Galleria Denise René, un'importante galleria parigina nota per il suo sostegno all'arte cinetica e all'arte ottico-cinetica. L'edizione da parte della Galleria Denis Renè ha contribuito a diffondere l'opera di Le Parc a livello internazionale, aumentando la visibilità dell'artista e consolidando la sua reputazione nel campo dell'arte cinetica.
Queste opere serigrafiche riflettono l'estetica distintiva di Le Parc, caratterizzata dall'uso del movimento, della luce e dell'interazione visiva. Egli opera attraverso il sistema dei 14 colori del prisma cromatico in una suite di 6 serigrafie. Le maglie prismatiche si dispiegano in sequenze fluide e sinuose che esplorano gli effetti visivi di sovrapposizione, intreccio e sovrapposizione. L'organizzazione del campo pittorico è piuttosto libera da gerarchie: non c'è un elemento dominante, né un centro da cui si irradiano le forme.
Come chiarisce Le Parc, quest'opera è una metafora che può essere applicata a molti campi diversi. Incarna perfettamente la modalità creativa ciclica dell'artista, ma riassume anche il lungo percorso della sua carriera artistica. Ripercorrendo il suo passato, Le Parc rivela, con un pizzico di modestia, che "la mia lunga marcia è iniziata quando ero bambino in un piccolo villaggio. Andavo ai margini del villaggio, nel deserto. Guardavo sempre là, dove il sole stava sorgendo, cioè a est. Guardavo dall'altra parte, dove potevo immaginare che ci fosse il mare. Non avevo idea che un giorno avrei percorso mille e cento chilometri per raggiungere il mare, per attraversare l'Atlantico, per venire in Francia e sviluppare le cose lì. Questa è la mia lunga marcia. Ma la fine di questa lunga marcia non è quando morirò. Questa lunga marcia continuerà. È quindi una metafora della condizione umana, ma una metafora felice".
Secondogenito di una famiglia operaia, Julio Le Parc nasce il 23 settembre 1928 nella città di Mendoza dove trascorre l'infanzia e inizia la scuola; sebbene fosse uno studente mediocre, già allora dimostra di possedere una forte vena artistica realizzando ritratti di celebrità e carte illustrate.
Inizia a lavorare all’età di 13 e un anno dopo, nel 1942, si trasferisce con la madre e con i fratelli a Buenos Aires. Qui intraprende un nuovo lavoro in una fabbrica di pelletteria, preparandosi durante la notte per il test di ammissione all’Accademia di Belle Arti.
Una volta superato l’esame, Julio inizia a frequentare lezioni serali presso l’Accademia, continuando a
lavorare durante il giorno.
Le Parc sin dall’inizio mostra un grande interesse per i movimenti artistici d’avanguardia in Argentina, come il movimento dell'arte-concreto-invenzione e il movimento spazialista guidato da Lucio Fontana, suo insegnante. Dopo quattro anni e mezzo lascia l’Accademia di Belle Arti mosso da un sentimento di ribellione; abbandona anche il suo lavoro e rompe con la sua famiglia.
Vive ai margini della società, frequentando anarchici e marxisti, viaggiando per il paese come un vagabondo.
In seguito, consapevole della sua situazione di emarginato, torna in società, trova lavoro come portiere in un teatro ufficiale, si unisce a un gruppo teatrale sperimentale indipendente e sostiene l'esame di ammissione all'Ecole Supérieure Des Beaux-Arts, dove viene inizialmente respinto ma poi ammesso.
Nel 1955 ritorna all’Accademia di Belle Arti dove partecipa attivamente ai movimenti studenteschi;
in questo momento gli studenti prendono in mano la gestione delle scuole occupate e aboliscono le regole di disciplina, elaborano metodi di apprendimento alternativi e si mettono in contatto con gli artisti delle Avanguardie.
Mentre producono dipinti, incisioni e monotipi, Le Parc e i suoi compagni riflettono sul loro futuro di artisti in Argentina e decidono di trasferirsi a Parigi, il centro artistico per eccellenza, per svincolarsi e vedere con i propri occhi che accadeva in Europa.
Dopo aver vinto una borsa di studio, il 4 novembre 1958 Julio è a Parigi, dove a poco a poco lo raggiungono anche i compagni. Insieme studiano le opere degli artisti contemporanei e d’avanguardia, analizzando contraddizioni e limiti da superare. All’inizio del 1959 Le Parc e Francisco Sobrino lavorano sistematicamente sulla base di sequenze e progressioni per ottenere risultati ottici. Al contempo, essi criticano costruttivamente l'atteggiamento degli artisti che utilizzano la libera scelta delle forme e la loro libera collocazione nello spazio e sulla superficie. Queste critiche erano rivolte soprattutto agli artisti di tendenza costruttivista o cinetica dell'epoca.
Negli anni ’60 vi è la creazione del GRAV (Groupe de recherche d'art visuel) che concretizza, forma, organizza e incoraggia la condivisione di esperienze e idee. Tra gli artisti partecipanti troviamo: Horacio García Rossi, Francisco Sobrino, François Morellet, Julio Le Parc, Joël Stein e Jean-Pierre Vasarely (o Yvaral).
Le Parc partecipa a tutte le esposizioni del gruppo: nel 1962 “Nouvelle Tendance” e “Arte programmata” a Milano, Venezia e Roma (occasione in cui incontra il Gruppo N di Padova e il Gruppo T di Milano); nel 1963 “L'instabilité”, Biennale di Parigi e Congresso Internazionale dei Critici d’Arte a Rimini; nel 1964 “Nouvelle Tendance” a Parigi e “L'instabilité” in Argentina e Brasile; nel 1965 terzo “Labyrinthe” presentato a New York.
Contemporaneamente alle manifestazioni del gruppo, avvengono le prime sperimentazioni personali con la luce e i primi “mobiles”, mentre dal 1961 ha inizio la collaborazione costante con la Galerie Denise René di Parigi.
Le Parc realizzò la sua prima esposizione personale nel 1966 presso la Howard Wise Gallery a New York. In questo stesso anno la Biennale di Venezia dedicò un’intera sala alle sue opere, inoltre Le Parc vinse il Grand Prix per la pittura.
Nel 1968 gli vengono dedicate due mostre retrospettive: al Museo d’Arte Moderna di Stoccolma e al Museo d’Arte Moderna di Rio de Janeiro. Nello stesso anno assistiamo allo scioglimento del GRAV.
Negli anni '70 molte sono le mostre, i viaggi, i dibattiti tra Europa (Francia, Italia, Germania) e America latina (Argentina, Cile, Venezuela, Perù). Sono gli anni in cui realizza lavori incentrati sull'uso dei 14 colori, sulle innumerevoli combinazioni che possono nascere dalla loro sovrapposizione o giustapposizione sul tema delle onde, e sviluppa anche il tema delle “Modulations” (1975) con l'aerografo e le variazioni in grigio, bianco e nero.
Per tutti gli anni '70 e '80 continua la sua attività di diffusione dell’arte latino-americana.
Nel 1986 espone a “Giovani Maestri” di Roma e alla Biennale di Venezia e nel 1987 ottiene il primo premio alla prima Biennale Internazionale di Pittura di Cuenca, in Ecuador.
Nel 1988 inizia la serie delle “Alchimies”, che presenta per la prima volta nel 1990 in una mostra personale alla galleria Rayuela di Madrid.
Nel 1992 partecipa all'esposizione “L'art en mouvement” presso la fondazione Maeght a Saint Paul-de Vence e realizza due sale con installazioni luminose: una per l’Esposizione Universale di Siviglia e l'altra al Centre Pompidou.
Nel 1998 espone alcune sculture monumentali al Symposium di Quito e partecipa alla retrospettiva sul GRAV al Magasin di Grenoble.
Per tutti gli anni 2000 fino ad oggi, numerosissime sono le importanti mostre personali in tutto il mondo e molte le prestigiose commissioni.
Vive e lavora a Cachan.
Musei:
Museo de Bellas Artes, Buenos Aires;
Musée d’Art Moderne de Buenos-Aires;
Instituto Di Tella, Buenos Aires;
Faena Art Center, Buenos Aires;
Centre Culturel Le Parc, Mendoza;
MACBA, Buenos Aires;
Kunsthalle, Nürnberg;
Walraf-Richartz- Museum, Cologne;
Collection Etat Belge, Bruxelles;
Fondation Banco Itaú, São Paulo;
Musé d’Art Moderne de Rio;
Musée d’Art Contemporain, Montréal;
Muzej Suvremene Umjetnosti / Museum of Contemporary Art, Zagreb;
Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek;
Museo Extremeño e Iberoamericano de Arte Contemporáneo, Badajoz;
Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid;
Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, NY;
Cisneros Fontanals Art Foundation, Miami, FL;
New Orleans Museum of Art, New Orleans, LA;
The Museum of Modern Art, New York, NY;
The Museum of Fine Arts, Houston, TX;
Walker Art Center, Minneapolis, MN;
Delgado Museum, New Orleans;
Fondation Sara-Hilden- Tampere;
Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Paris;
Musée National d’Art Moderne Georges Pompidou, Paris;
MACVAL, Collection du Conseil Général du Val-de-Marne, Créteil;
Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma;
Athenaeum Art Museum, Helsinki;
Centre d’art Henie-Onstad, Hovikodden, Oslo:
Fondation Peter Stuyvesant, Amsterdam;
Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam;
Tate Gallery, London;
Daros Latinamerica, Zurich;
Museo de Bellas Artes, Caracas, Venezuela.
Bibliografia:
Le Parc: la modulazione della luce (cat.exp.), Macerata, Pinacoteca e Musei Comunali, 1980;
Robert Hughes, The Shock of the New: Art and the Century of Change, Londres, British Broadcasting Corporation, 1980;
Julio Le Parc. Obras 1959-1981 (cat. exp.), Caracas, Museo de Bellas Artes, 1981;
Damián Bayón, Artistas contemporáneos de América latina, Barcelone/Paris, Ediciones del Serbal/Unesco, 1981;
Julio Le Parc. Modulations (cat. exp.), Zurich, SBG Galerie, 1982;
Bruno D’Amore, Costruttivismo e razionalità: Edoer Agostini, Julio Le Parc (cat. exp.), Padova, Galleria La Chiocciola, 1982;
Antonio Bonet Correa, Arte contemporanea Latinoamericana, Rome, Istituto Italo-Latino-Americano, 1986;
Le Parc. Modulaciones (cat. exp.), Santiago du Chili, Galería Carmen Waugh, 1987;
Julio Le Parc. Experiencias. 30 años 1958-1988 (cat. exp.), Buenos Aires, Secretaria de Cultura de la Nación, Dirección Nacional de Artes, 1988;
Marcelin Pleynet, Michel Ragon, L’Art abstrait 1970-1987, Paris, Maeght éditeur, 1988;
Le Parc & Le Parc en la ciudad (cat. exp.), Buenos Aires, Cadenaci SA, 1988;
Georges Boudaille, Patrick Javault, L’Art abstrait, Paris, Casterman, 1990;
Jean-Philippe Breuille, L’Art du xxe siècle: dictionnaire de peinture et de sculpture, Paris, Larousse, 1991;
Catherine Millet, Conversations avec Denise René, Paris, Adam Biro, 1991;
Harry Bellet, Jean-Louis Prat, L’Art en mouvement (cat. exp.), Paris, Maeght éditeur, 1992;
Giulio Carlo Argan, L’Art moderne, du Siècle des lumières au monde contemporain, Paris, Bordas, 1992;
Frank Popper, L’Art à l’âge électronique, Paris, Hazan, 1993;
Catherine Millet, L’Art contemporain en France, Paris, Flammarion, 1994;
Jean-Louis Pradel, Julio Le Parc, Milan, Severgnini, 1995
Julio Le Parc. Alquimias (cat. exp.), Murcia, Centro de Arte Palacio Almudí, 1996;
Julio Le Parc. Dialogue-lumière (cat. exp.), Paris, Publications artistiques françaises, 1999;
Julio Le Parc (cat. exp.), Buenos Aires, Museo Nacional de Bellas Artes, 2000;
Julio Le Parc: Arte e Tecnologia (cat. exp.), Porto Alegre, Fundação Bienal de Artes Visuais do Mercosul, 2000;
Luciano Caramel, Leonardo Conti, Elena Forin, Giovanni Granzotto, Dino Marangon, Alberto Biasi e Julio Le Parc. La nouvelle révolution française et italienne des artistes latins (cat. exp.), Rome, Verso l’Arte, 2003;
Luciano Caramel, Giovanni Granzotto, Giampiero Leo, Marzio Pinottini, Julio Le Parc. Il Cinetismo. Attualità e storia a confronto (cat. exp.), Rome, Verso l’Arte, 2003
Yvonne Argenterio (dir.), Julio Le Parc. Verso la luce. Torsions (cat. exp.), Boldeniga, Edizione Culturali Castello di Boldeniga, 2004;
Inés Katzenstein (dir.), Listen Here Now! Argentine Art of the 1960s: Writings of the Avant-Garde, New York, Museum of Modern Art, 2004;
Hans-Michael Herzog (dir.), Le Parc Lumière. Obras cinéticas de Julio Le Parc/Kinetic Works by Julio Le Parc (cat. exp.), Zurich, Daros-Latinamerica/Hatje Cantz, 2005;
Le Parc. Antes y después de lumiere (cat. exp.), Bogota, Galería La Cometa, 2007;
Osvaldo Suárez (dir.), Los Cineticos (cat. exp.), Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, 2007;
Max Hollein, Martina Weinhart, (dir.), Op Art (cat. exp.), Francfort/Cologne, Schirn Kunsthalle/Verlag der Buchhandlung Walther König, 2007;
Alma Ruiz (dir.), Suprasensorial. Experiments in Light, Color and Space (cat. exp.), Los Angeles, Los Angeles Museum of Contemporary Art, 2010
Inizia a lavorare all’età di 13 e un anno dopo, nel 1942, si trasferisce con la madre e con i fratelli a Buenos Aires. Qui intraprende un nuovo lavoro in una fabbrica di pelletteria, preparandosi durante la notte per il test di ammissione all’Accademia di Belle Arti.
Una volta superato l’esame, Julio inizia a frequentare lezioni serali presso l’Accademia, continuando a
lavorare durante il giorno.
Le Parc sin dall’inizio mostra un grande interesse per i movimenti artistici d’avanguardia in Argentina, come il movimento dell'arte-concreto-invenzione e il movimento spazialista guidato da Lucio Fontana, suo insegnante. Dopo quattro anni e mezzo lascia l’Accademia di Belle Arti mosso da un sentimento di ribellione; abbandona anche il suo lavoro e rompe con la sua famiglia.
Vive ai margini della società, frequentando anarchici e marxisti, viaggiando per il paese come un vagabondo.
In seguito, consapevole della sua situazione di emarginato, torna in società, trova lavoro come portiere in un teatro ufficiale, si unisce a un gruppo teatrale sperimentale indipendente e sostiene l'esame di ammissione all'Ecole Supérieure Des Beaux-Arts, dove viene inizialmente respinto ma poi ammesso.
Nel 1955 ritorna all’Accademia di Belle Arti dove partecipa attivamente ai movimenti studenteschi;
in questo momento gli studenti prendono in mano la gestione delle scuole occupate e aboliscono le regole di disciplina, elaborano metodi di apprendimento alternativi e si mettono in contatto con gli artisti delle Avanguardie.
Mentre producono dipinti, incisioni e monotipi, Le Parc e i suoi compagni riflettono sul loro futuro di artisti in Argentina e decidono di trasferirsi a Parigi, il centro artistico per eccellenza, per svincolarsi e vedere con i propri occhi che accadeva in Europa.
Dopo aver vinto una borsa di studio, il 4 novembre 1958 Julio è a Parigi, dove a poco a poco lo raggiungono anche i compagni. Insieme studiano le opere degli artisti contemporanei e d’avanguardia, analizzando contraddizioni e limiti da superare. All’inizio del 1959 Le Parc e Francisco Sobrino lavorano sistematicamente sulla base di sequenze e progressioni per ottenere risultati ottici. Al contempo, essi criticano costruttivamente l'atteggiamento degli artisti che utilizzano la libera scelta delle forme e la loro libera collocazione nello spazio e sulla superficie. Queste critiche erano rivolte soprattutto agli artisti di tendenza costruttivista o cinetica dell'epoca.
Negli anni ’60 vi è la creazione del GRAV (Groupe de recherche d'art visuel) che concretizza, forma, organizza e incoraggia la condivisione di esperienze e idee. Tra gli artisti partecipanti troviamo: Horacio García Rossi, Francisco Sobrino, François Morellet, Julio Le Parc, Joël Stein e Jean-Pierre Vasarely (o Yvaral).
Le Parc partecipa a tutte le esposizioni del gruppo: nel 1962 “Nouvelle Tendance” e “Arte programmata” a Milano, Venezia e Roma (occasione in cui incontra il Gruppo N di Padova e il Gruppo T di Milano); nel 1963 “L'instabilité”, Biennale di Parigi e Congresso Internazionale dei Critici d’Arte a Rimini; nel 1964 “Nouvelle Tendance” a Parigi e “L'instabilité” in Argentina e Brasile; nel 1965 terzo “Labyrinthe” presentato a New York.
Contemporaneamente alle manifestazioni del gruppo, avvengono le prime sperimentazioni personali con la luce e i primi “mobiles”, mentre dal 1961 ha inizio la collaborazione costante con la Galerie Denise René di Parigi.
Le Parc realizzò la sua prima esposizione personale nel 1966 presso la Howard Wise Gallery a New York. In questo stesso anno la Biennale di Venezia dedicò un’intera sala alle sue opere, inoltre Le Parc vinse il Grand Prix per la pittura.
Nel 1968 gli vengono dedicate due mostre retrospettive: al Museo d’Arte Moderna di Stoccolma e al Museo d’Arte Moderna di Rio de Janeiro. Nello stesso anno assistiamo allo scioglimento del GRAV.
Negli anni '70 molte sono le mostre, i viaggi, i dibattiti tra Europa (Francia, Italia, Germania) e America latina (Argentina, Cile, Venezuela, Perù). Sono gli anni in cui realizza lavori incentrati sull'uso dei 14 colori, sulle innumerevoli combinazioni che possono nascere dalla loro sovrapposizione o giustapposizione sul tema delle onde, e sviluppa anche il tema delle “Modulations” (1975) con l'aerografo e le variazioni in grigio, bianco e nero.
Per tutti gli anni '70 e '80 continua la sua attività di diffusione dell’arte latino-americana.
Nel 1986 espone a “Giovani Maestri” di Roma e alla Biennale di Venezia e nel 1987 ottiene il primo premio alla prima Biennale Internazionale di Pittura di Cuenca, in Ecuador.
Nel 1988 inizia la serie delle “Alchimies”, che presenta per la prima volta nel 1990 in una mostra personale alla galleria Rayuela di Madrid.
Nel 1992 partecipa all'esposizione “L'art en mouvement” presso la fondazione Maeght a Saint Paul-de Vence e realizza due sale con installazioni luminose: una per l’Esposizione Universale di Siviglia e l'altra al Centre Pompidou.
Nel 1998 espone alcune sculture monumentali al Symposium di Quito e partecipa alla retrospettiva sul GRAV al Magasin di Grenoble.
Per tutti gli anni 2000 fino ad oggi, numerosissime sono le importanti mostre personali in tutto il mondo e molte le prestigiose commissioni.
Vive e lavora a Cachan.
Musei:
Museo de Bellas Artes, Buenos Aires;
Musée d’Art Moderne de Buenos-Aires;
Instituto Di Tella, Buenos Aires;
Faena Art Center, Buenos Aires;
Centre Culturel Le Parc, Mendoza;
MACBA, Buenos Aires;
Kunsthalle, Nürnberg;
Walraf-Richartz- Museum, Cologne;
Collection Etat Belge, Bruxelles;
Fondation Banco Itaú, São Paulo;
Musé d’Art Moderne de Rio;
Musée d’Art Contemporain, Montréal;
Muzej Suvremene Umjetnosti / Museum of Contemporary Art, Zagreb;
Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek;
Museo Extremeño e Iberoamericano de Arte Contemporáneo, Badajoz;
Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid;
Albright-Knox Art Gallery, Buffalo, NY;
Cisneros Fontanals Art Foundation, Miami, FL;
New Orleans Museum of Art, New Orleans, LA;
The Museum of Modern Art, New York, NY;
The Museum of Fine Arts, Houston, TX;
Walker Art Center, Minneapolis, MN;
Delgado Museum, New Orleans;
Fondation Sara-Hilden- Tampere;
Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Paris;
Musée National d’Art Moderne Georges Pompidou, Paris;
MACVAL, Collection du Conseil Général du Val-de-Marne, Créteil;
Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma;
Athenaeum Art Museum, Helsinki;
Centre d’art Henie-Onstad, Hovikodden, Oslo:
Fondation Peter Stuyvesant, Amsterdam;
Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam;
Tate Gallery, London;
Daros Latinamerica, Zurich;
Museo de Bellas Artes, Caracas, Venezuela.
Bibliografia:
Le Parc: la modulazione della luce (cat.exp.), Macerata, Pinacoteca e Musei Comunali, 1980;
Robert Hughes, The Shock of the New: Art and the Century of Change, Londres, British Broadcasting Corporation, 1980;
Julio Le Parc. Obras 1959-1981 (cat. exp.), Caracas, Museo de Bellas Artes, 1981;
Damián Bayón, Artistas contemporáneos de América latina, Barcelone/Paris, Ediciones del Serbal/Unesco, 1981;
Julio Le Parc. Modulations (cat. exp.), Zurich, SBG Galerie, 1982;
Bruno D’Amore, Costruttivismo e razionalità: Edoer Agostini, Julio Le Parc (cat. exp.), Padova, Galleria La Chiocciola, 1982;
Antonio Bonet Correa, Arte contemporanea Latinoamericana, Rome, Istituto Italo-Latino-Americano, 1986;
Le Parc. Modulaciones (cat. exp.), Santiago du Chili, Galería Carmen Waugh, 1987;
Julio Le Parc. Experiencias. 30 años 1958-1988 (cat. exp.), Buenos Aires, Secretaria de Cultura de la Nación, Dirección Nacional de Artes, 1988;
Marcelin Pleynet, Michel Ragon, L’Art abstrait 1970-1987, Paris, Maeght éditeur, 1988;
Le Parc & Le Parc en la ciudad (cat. exp.), Buenos Aires, Cadenaci SA, 1988;
Georges Boudaille, Patrick Javault, L’Art abstrait, Paris, Casterman, 1990;
Jean-Philippe Breuille, L’Art du xxe siècle: dictionnaire de peinture et de sculpture, Paris, Larousse, 1991;
Catherine Millet, Conversations avec Denise René, Paris, Adam Biro, 1991;
Harry Bellet, Jean-Louis Prat, L’Art en mouvement (cat. exp.), Paris, Maeght éditeur, 1992;
Giulio Carlo Argan, L’Art moderne, du Siècle des lumières au monde contemporain, Paris, Bordas, 1992;
Frank Popper, L’Art à l’âge électronique, Paris, Hazan, 1993;
Catherine Millet, L’Art contemporain en France, Paris, Flammarion, 1994;
Jean-Louis Pradel, Julio Le Parc, Milan, Severgnini, 1995
Julio Le Parc. Alquimias (cat. exp.), Murcia, Centro de Arte Palacio Almudí, 1996;
Julio Le Parc. Dialogue-lumière (cat. exp.), Paris, Publications artistiques françaises, 1999;
Julio Le Parc (cat. exp.), Buenos Aires, Museo Nacional de Bellas Artes, 2000;
Julio Le Parc: Arte e Tecnologia (cat. exp.), Porto Alegre, Fundação Bienal de Artes Visuais do Mercosul, 2000;
Luciano Caramel, Leonardo Conti, Elena Forin, Giovanni Granzotto, Dino Marangon, Alberto Biasi e Julio Le Parc. La nouvelle révolution française et italienne des artistes latins (cat. exp.), Rome, Verso l’Arte, 2003;
Luciano Caramel, Giovanni Granzotto, Giampiero Leo, Marzio Pinottini, Julio Le Parc. Il Cinetismo. Attualità e storia a confronto (cat. exp.), Rome, Verso l’Arte, 2003
Yvonne Argenterio (dir.), Julio Le Parc. Verso la luce. Torsions (cat. exp.), Boldeniga, Edizione Culturali Castello di Boldeniga, 2004;
Inés Katzenstein (dir.), Listen Here Now! Argentine Art of the 1960s: Writings of the Avant-Garde, New York, Museum of Modern Art, 2004;
Hans-Michael Herzog (dir.), Le Parc Lumière. Obras cinéticas de Julio Le Parc/Kinetic Works by Julio Le Parc (cat. exp.), Zurich, Daros-Latinamerica/Hatje Cantz, 2005;
Le Parc. Antes y después de lumiere (cat. exp.), Bogota, Galería La Cometa, 2007;
Osvaldo Suárez (dir.), Los Cineticos (cat. exp.), Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, 2007;
Max Hollein, Martina Weinhart, (dir.), Op Art (cat. exp.), Francfort/Cologne, Schirn Kunsthalle/Verlag der Buchhandlung Walther König, 2007;
Alma Ruiz (dir.), Suprasensorial. Experiments in Light, Color and Space (cat. exp.), Los Angeles, Los Angeles Museum of Contemporary Art, 2010