Julio Le Parc

Mendoza, Argentina, 1928
La "Longue Marche" del 1974 è un evento significativo nella carriera di Julio Le Parc. Questa marcia artistica, che prende il nome dall'omonima epica marcia politica del 1934-1935 in Cina, rappresenta un'azione collettiva intrapresa dall'artista e dal suo gruppo di collaboratori.
La "Longue Marche" di Le Parc consisteva in un viaggio itinerante attraverso l'Argentina, dal 2 aprile al 22 luglio 1974, durante il quale l'artista e il suo gruppo portavano le loro opere direttamente alla gente, evitando le istituzioni tradizionali dell'arte. L'obiettivo principale di questa marcia artistica era quello di democratizzare l'arte, portandola nelle strade, nelle piazze e nei luoghi pubblici, per permettere a un pubblico più ampio di avere accesso e interagire con l'arte stessa. Durante la "Longue Marche", Le Parc e il suo gruppo hanno allestito installazioni, proiettato opere luminose e organizzato performance artistiche in diverse città dell'Argentina. Queste azioni artistiche, spesso effimere e temporanee, erano pensate per coinvolgere attivamente il pubblico, invitandolo a partecipare e a interagire con le opere.
La "Longue Marche" è stata una forma di protesta contro l'elitismo e la commercializzazione dell'arte, promuovendo invece l'accessibilità, l'interattività e la partecipazione democratica. È stata un'importante testimonianza dell'impegno di Le Parc nel coinvolgere la società nel processo artistico e nell'esplorare nuove forme di espressione artistica al di fuori dei canoni convenzionali.
Questa marcia artistica ha avuto un impatto duraturo sull'approccio di Le Parc all'arte e ha ispirato molte generazioni di artisti successivi nel loro impegno per un'arte più inclusiva e sociale. La "Longue Marche" di Julio Le Parc rimane un episodio significativo nella storia dell'arte concettuale e dell'arte partecipativa.
 
SERIGRAFIE:
 
Le serigrafie di Julio Le Parc relative alla "Longue Marche", edite dalla Galleria Denise René, rappresentano un'importante testimonianza visiva di questo evento artistico e sociale.
Le Parc ha utilizzato la tecnica della serigrafia per creare una serie di opere che catturano l'essenza e l'energia della sua marcia artistica attraverso l'Argentina. Le serigrafie sono state realizzate in collaborazione con la Galleria Denise René, un'importante galleria parigina nota per il suo sostegno all'arte cinetica e all'arte ottico-cinetica. L'edizione da parte della Galleria Denis Renè ha contribuito a diffondere l'opera di Le Parc a livello internazionale, aumentando la visibilità dell'artista e consolidando la sua reputazione nel campo dell'arte cinetica. 
Queste opere serigrafiche riflettono l'estetica distintiva di Le Parc, caratterizzata dall'uso del movimento, della luce e dell'interazione visiva. Egli opera attraverso il sistema dei 14 colori del prisma cromatico in una suite di 6 serigrafie. Le maglie prismatiche si dispiegano in sequenze fluide e sinuose che esplorano gli effetti visivi di sovrapposizione, intreccio e sovrapposizione. L'organizzazione del campo pittorico è piuttosto libera da gerarchie: non c'è un elemento dominante, né un centro da cui si irradiano le forme. 
Come chiarisce Le Parc, quest'opera è una metafora che può essere applicata a molti campi diversi. Incarna perfettamente la modalità creativa ciclica dell'artista, ma riassume anche il lungo percorso della sua carriera artistica. Ripercorrendo il suo passato, Le Parc rivela, con un pizzico di modestia, che "la mia lunga marcia è iniziata quando ero bambino in un piccolo villaggio. Andavo ai margini del villaggio, nel deserto. Guardavo sempre là, dove il sole stava sorgendo, cioè a est. Guardavo dall'altra parte, dove potevo immaginare che ci fosse il mare. Non avevo idea che un giorno avrei percorso mille e cento chilometri per raggiungere il mare, per attraversare l'Atlantico, per venire in Francia e sviluppare le cose lì. Questa è la mia lunga marcia. Ma la fine di questa lunga marcia non è quando morirò. Questa lunga marcia continuerà. È quindi una metafora della condizione umana, ma una metafora felice".


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