Maximilien Luce
Parigi, 1858 - Rolleboise, Francia, 1941
La personale allestita nel 1899 da Durand-Ruel con sessantun opere, riscuote considerevole successo e dà il via ad una serie di esposizioni presso le gallerie parigine: nel 1902 da Vollard, nel 1904, 1906 e 1926 alla Galerie Druet, (nel 1904, con presentazione di Félix Fénéon); nel 1907, 1909, 1910, 1912, 1916 da Bernheim-Jeune, nel 1914 alla Galerie Choiseul, nel 1920 alla Galerie Marseille, nel 1921 alla Galerie L. Dru, nel 1922 e 1924 ancora da Duran-Ruel e nel 1930 alla Galerie Brü. L’importante antologica dal titolo “50 ans de peinture: Maximilien Luce”, allestita alla Galerie Georges Bernheim, consacra Luce al successo e nell’anno della sua morte la Societé des peintres graveurs français organizza la mostra “Hommage a Maximilien Luce”, mentre una retrospettiva gli viene dedicata dalla Galerie Berri-Raspail.
Dopo gli studi all’Ecole Comunale de la Chaussée du Maine a Parigi, Luce entra nella bottega di Henri Théophile Hildebrand per imparare l’arte dell’incisione su legno. Contemporaneamente, segue i corsi di disegno all’Ecole de la rue Vaugirard e nel 1872 è ammesso ai corsi del pittore Diogène Maillart che insegna disegno agli operai delle fabbriche di Gobelins.
Sin da giovane manifesta simpatia per la causa operaia e rivoluzionaria, raggruppata nel movimento anarchico e socialista. Tale fervore non lo abbandonerà per il resto della vita; si pensi che nel 1905, ben trentaquattro anni dopo la Comune di Parigi, per ricordare quei fatti, Luce espone al Salon des Indépendants una tela raffigurante quattro uomini fucilati giacenti al suolo.
Nel 1876 Luce entra nell’Atelier di Eugène Froment dove è addetto all’incisione delle tavole per “L’Illustration”, “Le Magasin pittoresque”, “Le journal des voyages”. Qui conosce Léo Gausson ed Emile-Gustave Cavallo-Peduzzi con i quali si reca sovente a dipingere a Lagny-sur-Marne dando vita al “Gruppo di Lagny”.
Nel 1877 viaggia a Londra con Froment e completa la sua formazione artistica seguendo i corsi dell’Académie Suisse; qui conosce il pittore Lenneveau, tramite il quale entra nell’atelier di Carolus-Duran.
Nel 1885 gli amici Gausson e Cavallo-Peduzzi lo portano a conoscenza delle ricerche che Seurat sta conducendo sulla scomposizione del colore; Luce comincia queste sperimentazioni e nel 1887, alla III Esposizione della Societé des Artistes Indépendants, dove espone per la prima volta, presenta sette opere che segnano il suo debutto Neo-impressionista. I dipinti sono notati da Felix Fénéon e da Camille Pissarro, i quali lo presentano a Seurat e a Signac. Tra gli “adepti” della pittura puntinista, Luce è quello che utilizza la più grande varietà di tocco nell’arte della divisione del colore, andando dai puntini più serrati, al mosaico più largo.
Da sempre impegnato sia in pittura che in politica, collabora a “La Révolte”, “La Guerre sociale”, “La voix du peuple” ecc.
Conosce Guillaumin, Petitjean, Angrand, Lucien Pissarro e, in seguito, Cross. Nel 1888 due dipinti raffiguranti paesaggi sono ammessi al Salon des Artistes Français. Nei due anni seguenti è invitato alla VI Esposizione de “Les XX” a Bruxelles.
Nel 1892 parte con Camille Pissarro per Londra ed è presente alla II Esposizione dei Pittori Impressionisti e Simbolisti, a cui parteciperà anche negli anni successivi. Di ritorno, raggiunge Signac a Saint-Tropez dove resta affascinato dalla luce del Midi. Lo stesso anno invia tredici dipinti all’Esposizione dei Pittori Neo-Impressionisti e l’anno seguente ne presenta ventidue, oltre a diversi schizzi e disegni. Nel 1895 è invitato alla II Esposizione della “Libre Esthétique” a Bruxelles, alla quale aderisce fino al 1908. A partire dalla seconda metà degli anni novanta, Luce comincia a staccarsi progressivamente dalla rigidità puntinista, per approdare ad una maniera più morbida e libera, non lontana dall’Impressionismo. La personale allestita nel 1899 da Durand-Ruel con sessantun opere, riscuote considerevole successo e dà il via ad una serie di esposizioni presso le gallerie parigine: nel 1902 da Vollard, nel 1904, 1906 e 1926 alla Galerie Druet, (nel 1904, con presentazione di Félix Fénéon); nel 1907, 1909, 1910, 1912, 1916 da Bernheim-Jeune, nel 1914 alla Galerie Choiseul, nel 1920 alla Galerie Marseille, nel 1921 alla Galerie L. Dru, nel 1922 e 1924 ancora da Duran-Ruel e nel 1930 alla Galerie Brü. L’importante antologica dal titolo “50 ans de peinture: Maximilien Luce”, allestita alla Galerie Georges Bernheim, consacra Luce al successo e nell’anno della sua morte la Societé des peintres graveurs français organizza la mostra “Hommage a Maximilien Luce”, mentre una retrospettiva gli viene dedicata dalla Galerie Berri-Raspail.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Parigi (Biblioteque Nationale Cabinet des Estampes, Musée National d’Art Moderne, Musée d’Orsay); Saint-Tropez (Musée de l’Annonciade); Charleroi (Musée des Beaux-Arts); Mantes-la-Jolie, (Musée Maximilien Luce) – Francia; Amos (Anderson Art Museum) Finlandia; Ginevra (Pétit Palais, Fondazione Oscar Ghez) Svizzera; Glasgow (Museums and Art Galleries) Gran Bretagna; Otterloo (Musée Rijksmuseum Kröller-Müller) Olanda; Toledo (Museum of Art) Spagna; Saint-Louis (Art Museum); Springfield (Museum of Fine Arts, James Philip Gray Collection); Cleveland (Museum of Art); Indianapolis (Museum of Art, The Holliday Collection); New York (The Metropolitan Museum of Art); San Diego (Museum of Art) – Stati Uniti.
Bibliografia:
Enciclopedia Universale Seda della Pittura Moderna, Milano, Seda, 1969; A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei Pittori, Disegnatori e Incisori Italiani Moderni e Contemporanei, Milano, Luigi Patuzzi Editore, 1972; P. Cazeau, Maximilien Luce, Lausanne, Paris, La Bibliothéque des arts, 1982; J.B. Luce, D. Bazetoux, Maximilien Luce, Catalogue raisonné de l’Oeuvre Peint, Parigi, Editions JBL, 1986 ; B. Chavanne, B. Gaudichon, Catalogue Raisonné des peintures des XIX et XX siècle dans les collections du Musée de la Ville de Poitiers et de la Societé des Antiquaires de l’Ouest, 1988 ; F. Lespinasse, La Normandie vue par les peintres, Losanna, Edita, 1988 ; A.A.V.V., Pointillisme, sur les traces de Seurat, Losanna, Fondations de l’Hermitage, 1997 ; N. Coret, Autour des Néo-Impressionnistes, Paris, Somogy Editions d’Art, 1999 ; Noël Coret, Les peintres de la vallée de la Marne, Tournai, La Renaissance du Livre, 2000 ; Da Renoir a Picasso, un secolo d’arte al Petit Palais di Ginevra, a cura di Paola Gribaudo, Milano, Electa, 2001 ; Da Caillebotte a Picasso, I capolavori della collezione Oscar Ghez dal Museo del Petit Palais di Ginevra, a cura di L. Caramel, N. Sainte Fare Garnot, G. Gentry, Milano, Mazzotta, 2003.
Sin da giovane manifesta simpatia per la causa operaia e rivoluzionaria, raggruppata nel movimento anarchico e socialista. Tale fervore non lo abbandonerà per il resto della vita; si pensi che nel 1905, ben trentaquattro anni dopo la Comune di Parigi, per ricordare quei fatti, Luce espone al Salon des Indépendants una tela raffigurante quattro uomini fucilati giacenti al suolo.
Nel 1876 Luce entra nell’Atelier di Eugène Froment dove è addetto all’incisione delle tavole per “L’Illustration”, “Le Magasin pittoresque”, “Le journal des voyages”. Qui conosce Léo Gausson ed Emile-Gustave Cavallo-Peduzzi con i quali si reca sovente a dipingere a Lagny-sur-Marne dando vita al “Gruppo di Lagny”.
Nel 1877 viaggia a Londra con Froment e completa la sua formazione artistica seguendo i corsi dell’Académie Suisse; qui conosce il pittore Lenneveau, tramite il quale entra nell’atelier di Carolus-Duran.
Nel 1885 gli amici Gausson e Cavallo-Peduzzi lo portano a conoscenza delle ricerche che Seurat sta conducendo sulla scomposizione del colore; Luce comincia queste sperimentazioni e nel 1887, alla III Esposizione della Societé des Artistes Indépendants, dove espone per la prima volta, presenta sette opere che segnano il suo debutto Neo-impressionista. I dipinti sono notati da Felix Fénéon e da Camille Pissarro, i quali lo presentano a Seurat e a Signac. Tra gli “adepti” della pittura puntinista, Luce è quello che utilizza la più grande varietà di tocco nell’arte della divisione del colore, andando dai puntini più serrati, al mosaico più largo.
Da sempre impegnato sia in pittura che in politica, collabora a “La Révolte”, “La Guerre sociale”, “La voix du peuple” ecc.
Conosce Guillaumin, Petitjean, Angrand, Lucien Pissarro e, in seguito, Cross. Nel 1888 due dipinti raffiguranti paesaggi sono ammessi al Salon des Artistes Français. Nei due anni seguenti è invitato alla VI Esposizione de “Les XX” a Bruxelles.
Nel 1892 parte con Camille Pissarro per Londra ed è presente alla II Esposizione dei Pittori Impressionisti e Simbolisti, a cui parteciperà anche negli anni successivi. Di ritorno, raggiunge Signac a Saint-Tropez dove resta affascinato dalla luce del Midi. Lo stesso anno invia tredici dipinti all’Esposizione dei Pittori Neo-Impressionisti e l’anno seguente ne presenta ventidue, oltre a diversi schizzi e disegni. Nel 1895 è invitato alla II Esposizione della “Libre Esthétique” a Bruxelles, alla quale aderisce fino al 1908. A partire dalla seconda metà degli anni novanta, Luce comincia a staccarsi progressivamente dalla rigidità puntinista, per approdare ad una maniera più morbida e libera, non lontana dall’Impressionismo. La personale allestita nel 1899 da Durand-Ruel con sessantun opere, riscuote considerevole successo e dà il via ad una serie di esposizioni presso le gallerie parigine: nel 1902 da Vollard, nel 1904, 1906 e 1926 alla Galerie Druet, (nel 1904, con presentazione di Félix Fénéon); nel 1907, 1909, 1910, 1912, 1916 da Bernheim-Jeune, nel 1914 alla Galerie Choiseul, nel 1920 alla Galerie Marseille, nel 1921 alla Galerie L. Dru, nel 1922 e 1924 ancora da Duran-Ruel e nel 1930 alla Galerie Brü. L’importante antologica dal titolo “50 ans de peinture: Maximilien Luce”, allestita alla Galerie Georges Bernheim, consacra Luce al successo e nell’anno della sua morte la Societé des peintres graveurs français organizza la mostra “Hommage a Maximilien Luce”, mentre una retrospettiva gli viene dedicata dalla Galerie Berri-Raspail.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Parigi (Biblioteque Nationale Cabinet des Estampes, Musée National d’Art Moderne, Musée d’Orsay); Saint-Tropez (Musée de l’Annonciade); Charleroi (Musée des Beaux-Arts); Mantes-la-Jolie, (Musée Maximilien Luce) – Francia; Amos (Anderson Art Museum) Finlandia; Ginevra (Pétit Palais, Fondazione Oscar Ghez) Svizzera; Glasgow (Museums and Art Galleries) Gran Bretagna; Otterloo (Musée Rijksmuseum Kröller-Müller) Olanda; Toledo (Museum of Art) Spagna; Saint-Louis (Art Museum); Springfield (Museum of Fine Arts, James Philip Gray Collection); Cleveland (Museum of Art); Indianapolis (Museum of Art, The Holliday Collection); New York (The Metropolitan Museum of Art); San Diego (Museum of Art) – Stati Uniti.
Bibliografia:
Enciclopedia Universale Seda della Pittura Moderna, Milano, Seda, 1969; A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei Pittori, Disegnatori e Incisori Italiani Moderni e Contemporanei, Milano, Luigi Patuzzi Editore, 1972; P. Cazeau, Maximilien Luce, Lausanne, Paris, La Bibliothéque des arts, 1982; J.B. Luce, D. Bazetoux, Maximilien Luce, Catalogue raisonné de l’Oeuvre Peint, Parigi, Editions JBL, 1986 ; B. Chavanne, B. Gaudichon, Catalogue Raisonné des peintures des XIX et XX siècle dans les collections du Musée de la Ville de Poitiers et de la Societé des Antiquaires de l’Ouest, 1988 ; F. Lespinasse, La Normandie vue par les peintres, Losanna, Edita, 1988 ; A.A.V.V., Pointillisme, sur les traces de Seurat, Losanna, Fondations de l’Hermitage, 1997 ; N. Coret, Autour des Néo-Impressionnistes, Paris, Somogy Editions d’Art, 1999 ; Noël Coret, Les peintres de la vallée de la Marne, Tournai, La Renaissance du Livre, 2000 ; Da Renoir a Picasso, un secolo d’arte al Petit Palais di Ginevra, a cura di Paola Gribaudo, Milano, Electa, 2001 ; Da Caillebotte a Picasso, I capolavori della collezione Oscar Ghez dal Museo del Petit Palais di Ginevra, a cura di L. Caramel, N. Sainte Fare Garnot, G. Gentry, Milano, Mazzotta, 2003.
