Galliano Mazzon
Camisano Vicentino, Vicenza, 1896 - Milano, 1978
A partire dal 1930 comincia a realizzare le prime opere astratte insieme a Edoardo Persico, Gino Ghiringhelli, Maria Cernuschi ed altri artisti. Nel 1932 è nominato insegnante di disegno nella scuola media e i suoi principi didattici innovatori saranno universalmente riconosciuti con il nome “Scuola Mazzon”.
Pochi mesi dopo la sua nascita la famiglia emigra in Brasile e lui vivrà la libera ma dura vita dei “matos” (ovvero gli indios), venendo istruito dai missionari salesiani. Allo scoppio della prima guerra mondiale torna in Italia per arruolarsi come volontario; durante un combattimento sul Monte Santo è ferito e mutilato della mano destra. Studia in una casa di rieducazione e terminati i corsi si iscrive all’Accademia di Brera, affrontando nel contempo una situazione economica molto precaria.
Dal 1921 è abilitato ad insegnare disegno nelle scuole medie inferiori e superiori e nel 1926 consegue il diploma di pittura. Pur non tornando mai più nella terra d’infanzia, conserverà sempre il ricordo degli infuocati tramonti brasiliani, dei giganteschi fiori, degli uccelli e delle grandi farfalle delle foreste tropicali.
Nel 1928 vince il Premio Gavazzi e l’anno seguente partecipa alla Mostra Internazionale d’Arte di Barcellona.
A partire dal 1930 comincia a realizzare le prime opere astratte insieme a Edoardo Persico, Gino Ghiringhelli, Maria Cernuschi ed altri artisti. In questo periodo è assiduo alla Galleria del Milione di Milano ma sono anni molto duri ed il consenso è quasi inesistente.
Nel 1932 è nominato insegnante di disegno nella scuola media e i suoi principi didattici innovatori saranno universalmente riconosciuti con il nome “Scuola Mazzon”.
Dal 1934 al 1938 si ritira in solitudine in una baita delle Dolomiti del Brenta e pubblica, anonimo, un libro di poesie.
Lo scoppio della guerra lo fa cadere in depressione. Nel 1945 torna a Milano dove insegna nella scuola media Alfredo Panzini. Riprende a dipingere e crea una serie di pastelli-inchiostro dal titolo Brasiliana che preludono all’informale.
Nel 1947, su proposta dell’architetto Alberto Sartoris, entra a far parte del gruppo Réalités Nouvelles a Parigi, al cui Salon espone dal 1947 al 1950.
Nel 1949 aderisce al Movimento Arte Concreta con Dorfles, Munari, Monnet, Soldati, Veronesi, Radice, Di Salvatore ed altri. Partecipa a mostre importanti tra cui la mostra storica del primo astrattismo italiano nel 1951 alla Galleria Bompiani, presso la quale, nel dicembre 1950, fu presentata la “Scuola Mazzon”.
Moltissime le sue personali, tra le più importanti quelle allestite alla Galleria del Cavallino, Venezia; Galleria San Fedele, Milano; Galleria del Grattacielo, Milano e Legnano; Galleria Ziegler, Zurigo; Galleria Il Salotto, Como; Galleria Beatrice, Novara; Galleria Montrasio, Monza, Galleria Michelangelo, Bergamo.
Nel 1956 si ritira da ogni pubblica manifestazione perché avverte l’urgenza di una riflessione che lo porta a nuove esperienze. Nel 1962 dipinge una serie di visioni desolate ed espressionistiche. Si ripresenta al pubblico con una nuova produzione frutto di meditato raccoglimento spirituale, un astrattismo strutturalista–lirico e nel 1965 allestisce un’ampia rassegna presso la galleria Il Salotto di Como.
Nel 1966 riceve la Medaglia d’oro al Premio Internazionale di Pittura di Campione d’Italia, nel 1967 il Fiorino d’oro del Comune di Firenze e nel 1968 la medaglia d’oro per dieci maestri al Premio Nazionale di Pittura Grottammare.
Nel 1967 Carlo Ludovico Ragghianti lo presenta a Palazzo Strozzi, Firenze tra i primi astrattisti italiani della mostra storica “Arte Moderna in Italia 1915-1935”. Nell’ottobre 1969 il Comune di Milano gli dedica una grande mostra antologica alla Civica Galleria d’Arte Contemporanea. Nel 1971 la galleria Peccolo di Livorno gli allestisce un’importante mostra antologica all’Accademia d’Arte a Montecatini.
Nel 2005 una sua opera è richiesta per la mostra “Filoluce”, presentata alla Permanente di Milano.
Sue opere sono esposte nel 2007 alla mostra “Wassily Kandinsky e l’astrattismo in Italia 1930 – 1950” tenutasi alla Fondazione Mazzotta di Milano.
Principali musei in cui sono conservate le sue opere:
Arezzo, Museo del Futurismo e primo 900 Europeo “Viviani-Burali”. Una sezione del Museo è dedicata al Maestro Galliano Mazzon;
Mendrisio, Museo d’Arte
Bibliografia:
Mazzon, Monza, galleria Montrasio, 18.2-9.3.1967; Enciclopedia Universale Seda della Pittura Moderna, Milano, Seda, 1969; Galliano Mazzon, Brescia, Galleria S. Benedetto; Galliano Mazzon, Bergamo Galleria Michelangelo, 1973; Galliano Mazzon, disegni dal 1919 al 1937, Milano, Galleria d’arte Zuino, 8.4-4.5.1976; L. Lambertini, Galliano Mazzon, Arte Moderna Italiana n. 76, All’insegna del pesce d’oro, Milano, 1977
Dal 1921 è abilitato ad insegnare disegno nelle scuole medie inferiori e superiori e nel 1926 consegue il diploma di pittura. Pur non tornando mai più nella terra d’infanzia, conserverà sempre il ricordo degli infuocati tramonti brasiliani, dei giganteschi fiori, degli uccelli e delle grandi farfalle delle foreste tropicali.
Nel 1928 vince il Premio Gavazzi e l’anno seguente partecipa alla Mostra Internazionale d’Arte di Barcellona.
A partire dal 1930 comincia a realizzare le prime opere astratte insieme a Edoardo Persico, Gino Ghiringhelli, Maria Cernuschi ed altri artisti. In questo periodo è assiduo alla Galleria del Milione di Milano ma sono anni molto duri ed il consenso è quasi inesistente.
Nel 1932 è nominato insegnante di disegno nella scuola media e i suoi principi didattici innovatori saranno universalmente riconosciuti con il nome “Scuola Mazzon”.
Dal 1934 al 1938 si ritira in solitudine in una baita delle Dolomiti del Brenta e pubblica, anonimo, un libro di poesie.
Lo scoppio della guerra lo fa cadere in depressione. Nel 1945 torna a Milano dove insegna nella scuola media Alfredo Panzini. Riprende a dipingere e crea una serie di pastelli-inchiostro dal titolo Brasiliana che preludono all’informale.
Nel 1947, su proposta dell’architetto Alberto Sartoris, entra a far parte del gruppo Réalités Nouvelles a Parigi, al cui Salon espone dal 1947 al 1950.
Nel 1949 aderisce al Movimento Arte Concreta con Dorfles, Munari, Monnet, Soldati, Veronesi, Radice, Di Salvatore ed altri. Partecipa a mostre importanti tra cui la mostra storica del primo astrattismo italiano nel 1951 alla Galleria Bompiani, presso la quale, nel dicembre 1950, fu presentata la “Scuola Mazzon”.
Moltissime le sue personali, tra le più importanti quelle allestite alla Galleria del Cavallino, Venezia; Galleria San Fedele, Milano; Galleria del Grattacielo, Milano e Legnano; Galleria Ziegler, Zurigo; Galleria Il Salotto, Como; Galleria Beatrice, Novara; Galleria Montrasio, Monza, Galleria Michelangelo, Bergamo.
Nel 1956 si ritira da ogni pubblica manifestazione perché avverte l’urgenza di una riflessione che lo porta a nuove esperienze. Nel 1962 dipinge una serie di visioni desolate ed espressionistiche. Si ripresenta al pubblico con una nuova produzione frutto di meditato raccoglimento spirituale, un astrattismo strutturalista–lirico e nel 1965 allestisce un’ampia rassegna presso la galleria Il Salotto di Como.
Nel 1966 riceve la Medaglia d’oro al Premio Internazionale di Pittura di Campione d’Italia, nel 1967 il Fiorino d’oro del Comune di Firenze e nel 1968 la medaglia d’oro per dieci maestri al Premio Nazionale di Pittura Grottammare.
Nel 1967 Carlo Ludovico Ragghianti lo presenta a Palazzo Strozzi, Firenze tra i primi astrattisti italiani della mostra storica “Arte Moderna in Italia 1915-1935”. Nell’ottobre 1969 il Comune di Milano gli dedica una grande mostra antologica alla Civica Galleria d’Arte Contemporanea. Nel 1971 la galleria Peccolo di Livorno gli allestisce un’importante mostra antologica all’Accademia d’Arte a Montecatini.
Nel 2005 una sua opera è richiesta per la mostra “Filoluce”, presentata alla Permanente di Milano.
Sue opere sono esposte nel 2007 alla mostra “Wassily Kandinsky e l’astrattismo in Italia 1930 – 1950” tenutasi alla Fondazione Mazzotta di Milano.
Principali musei in cui sono conservate le sue opere:
Arezzo, Museo del Futurismo e primo 900 Europeo “Viviani-Burali”. Una sezione del Museo è dedicata al Maestro Galliano Mazzon;
Mendrisio, Museo d’Arte
Bibliografia:
Mazzon, Monza, galleria Montrasio, 18.2-9.3.1967; Enciclopedia Universale Seda della Pittura Moderna, Milano, Seda, 1969; Galliano Mazzon, Brescia, Galleria S. Benedetto; Galliano Mazzon, Bergamo Galleria Michelangelo, 1973; Galliano Mazzon, disegni dal 1919 al 1937, Milano, Galleria d’arte Zuino, 8.4-4.5.1976; L. Lambertini, Galliano Mazzon, Arte Moderna Italiana n. 76, All’insegna del pesce d’oro, Milano, 1977
