Arturo Noci
Roma, 1874 - New York, 1953
La passione per l’arte è di famiglia: il padre Ercole è scultore in legno e intagliatore, e la madre, Tecla Monacelli, pittrice. Dal 1887 al 1892 frequenta l’Istituto di Belle Arti di Roma, all’epoca diretto da Filippo Prosperi, ricevendo molti premi e riconoscimenti.
Dipinge in numerose ville romane e molto presto è attratto dalla pittura di paesaggio a cui si accosta attraverso le ricerche di Sartorio e Serra.
Nel 1897 vince una medaglia d’oro per il paesaggio al concorso Werstaphen; nello stesso anno espone per la prima volta alla mostra degli Amatori e Cultori di Roma.
Verso il 1904, dopo gli esordi come paesaggista, cominciano a prevalere nella sua produzione i ritratti e le figure femminili, anche se i temi paesistici (prima laziali e veneziani, poi con il trasferimento negli Stati Uniti, newyorkesi) non vengono completamente abbandonati. Nel 1904 aderisce con Costantini, Calandi e Coleman al Gruppo dei XXV della Campagna Romana per poi avvicinarsi alle ricerche divisioniste di Camillo Innocenti, Giacomo Balla ed Enrico Lionne.
Quest’attenzione verso i volti e i corpi muliebri segue l’adesione al Divisionismo che caratterizza le sue opere fino alla fine degli anni venti del Novecento. L’avventura Divisionista lo vede a Roma come uno dei maggiori esponenti del movimento e ne trova la massima espressione negli anni 1905-1914.
Diventa famoso come ritrattista della buona borghesia, dipingendo con accentuata vena intimista le donne del bel mondo.
Dal 1912 al 1922 espone alla Biennale di Venezia e nel 1912 partecipa alla Mostra del Ritratto, organizzata al Circolo Artistico di Roma, in polemica con la Società Amatori e Cultori.
Nel 1913 espone alla Secessione Romana e viene eletto nel consiglio direttivo. Nel 1914 rifiuta la medaglia d’argento vinta all’Esposizione di Belle Arti di S. Francisco e l’anno seguente espone nuovamente alla Secessione Romana.
Dopo la prima guerra mondiale abbandona la tecnica divisionista per dedicarsi totalmente al paesaggio, trovando ispirazione nelle vedute della costa amalfitana.
Ne 1923 si trasferisce a New York per eseguire alcune commissioni, soprattutto come ritrattista.
Un’importante mostra monografica dal titolo “Un pittore tra Roma e New York”, si è tenuta nel 1996 alla galleria romana Campo dei Fiori; nel catalogo dell’esposizione si è ampliato il censimento dei lavori di Noci: dai 60 elencati da T. Fiori negli “Archivi del Divisionismo”, più di cinque lustri or sono, ai 330 enumerati da L. Djokic.
Bibliografia:
A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei Pittori, Disegnatori e Incisori Italiani Moderni e Contemporanei, Milano, Luigi Patuzzi Editore, 1972; Divisionismo italiano, Catalogo della mostra (Trento, Palazzo delle Albere, 21.04-15.07.1990), Milano, Electa, 1990.
Dipinge in numerose ville romane e molto presto è attratto dalla pittura di paesaggio a cui si accosta attraverso le ricerche di Sartorio e Serra.
Nel 1897 vince una medaglia d’oro per il paesaggio al concorso Werstaphen; nello stesso anno espone per la prima volta alla mostra degli Amatori e Cultori di Roma.
Verso il 1904, dopo gli esordi come paesaggista, cominciano a prevalere nella sua produzione i ritratti e le figure femminili, anche se i temi paesistici (prima laziali e veneziani, poi con il trasferimento negli Stati Uniti, newyorkesi) non vengono completamente abbandonati. Nel 1904 aderisce con Costantini, Calandi e Coleman al Gruppo dei XXV della Campagna Romana per poi avvicinarsi alle ricerche divisioniste di Camillo Innocenti, Giacomo Balla ed Enrico Lionne.
Quest’attenzione verso i volti e i corpi muliebri segue l’adesione al Divisionismo che caratterizza le sue opere fino alla fine degli anni venti del Novecento. L’avventura Divisionista lo vede a Roma come uno dei maggiori esponenti del movimento e ne trova la massima espressione negli anni 1905-1914.
Diventa famoso come ritrattista della buona borghesia, dipingendo con accentuata vena intimista le donne del bel mondo.
Dal 1912 al 1922 espone alla Biennale di Venezia e nel 1912 partecipa alla Mostra del Ritratto, organizzata al Circolo Artistico di Roma, in polemica con la Società Amatori e Cultori.
Nel 1913 espone alla Secessione Romana e viene eletto nel consiglio direttivo. Nel 1914 rifiuta la medaglia d’argento vinta all’Esposizione di Belle Arti di S. Francisco e l’anno seguente espone nuovamente alla Secessione Romana.
Dopo la prima guerra mondiale abbandona la tecnica divisionista per dedicarsi totalmente al paesaggio, trovando ispirazione nelle vedute della costa amalfitana.
Ne 1923 si trasferisce a New York per eseguire alcune commissioni, soprattutto come ritrattista.
Un’importante mostra monografica dal titolo “Un pittore tra Roma e New York”, si è tenuta nel 1996 alla galleria romana Campo dei Fiori; nel catalogo dell’esposizione si è ampliato il censimento dei lavori di Noci: dai 60 elencati da T. Fiori negli “Archivi del Divisionismo”, più di cinque lustri or sono, ai 330 enumerati da L. Djokic.
Bibliografia:
A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei Pittori, Disegnatori e Incisori Italiani Moderni e Contemporanei, Milano, Luigi Patuzzi Editore, 1972; Divisionismo italiano, Catalogo della mostra (Trento, Palazzo delle Albere, 21.04-15.07.1990), Milano, Electa, 1990.
