Roland Oudot
Parigi, 1897 - 1981
Oudot appartiene a quel gruppo di artisti che s’imposero tra le due guerre con il nome di Pittori della Realtà Poetica e che sono generalmente considerati come gli ultimi Impressionisti. La Realtà poetica comincia a formarsi negli anni della frequenza alla Scuola di Arti Decorative, quando tra Oudot, Maurice Brianchon, Raymond Legueult s’instaura una solida amicizia. Intorno a questo trio iniziale, fortificato dall’insegnamento di grande intensità morale e culturale di Eugène Morand, il cerchio di amicizie piano piano si estende e vede l’ingresso nel gruppo di altri artisti come Segonzac, Zahar, Roger-Marx, Fels, Rey, Daulte, Limouse e Terechovitch.
Dopo essersi diplomato al liceo Lavoisier, dal 1912 al 1915 studia alla Scuola Nazionale di Arti Decorative, nell’Atelier di Eugène Morand.
Fino al 1920 ha sicuramente sentito l’influenza di Cezanne, poi di Bonnard che provoca l’evoluzione delle sue opere, contrassegnate da un realismo severo, verso una maggior morbidezza. Ha inoltre guardato al Fauvismo e al Cubismo, ma senza allontanarsi dallo stretto contatto con la natura.
Collabora con Léon Bakst ai decori dei Balletti russi e lavora con il maestro sino alla morte di questi, avvenuta nel 1923. Oudot lavora anche per i famosi architetti d’interni Sue et Mare, realizzando progetti di tessuti e di mobili.
Inizialmente il suo interesse si focalizza sui paesaggi dell’Ile de France per poi spostarsi nei Paesi Baschi, in Spagna, in Italia.
Infine, nel 1936, scopre la Provenza la cui austerità è più consona al suo temperamento e si trasferisce a Saint-Rémy. Ma il grigio dominante non risulta affatto monotono nei suoi quadri in quanto contribuisce a smorzare i blu e i rossi intensi che risultano quindi alleggeriti.
Le sue composizioni attestano sobria eleganza, rigoroso senso dell’equilibrio grazie alla piacevole disposizione degli elementi. La natura resta sempre la sua maggior fonte di ispirazione.
Presto gli amatori d’arte ed i critici del calibro di Wilhelm Uhde o Louis Vauxelles, sono colpiti dal vigore e dall’ordine classico dei suoi paesaggi, delle scene mitologiche e delle figure femminili.
Comincia a partecipare alle esposizioni collettive di Parigi: dal 1919 è presente al Salon d’Automne, dal 1925 al Salon des Tuileries di cui fu membro del comitato; nel 1942 espone con Brianchon e Legueult alla Galerie Louis Carré.
Dalla fine della seconda guerra mondiale l’artista torna regolarmente in Provenza dove, dalla terrazza della sua dimora di Eygalières non si stanca mai di disegnare le dolci colline della zona.
Nel 1954 Oudot acquista il vecchio maniero di Vasouy, vicino ad Honfleur dove trascorre ogni estate dipingendo le spiagge e i prati della Normandia.
Dal 1954 al 1959 e di nuovo nel 1963 espone alla Galerie Charpentier e regolarmente al Salon des Peintres Temoins de leur Temps.
Tra le esposizioni all’estero si ricordano: nel 1924 la mostra con Brianchon al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles; nel 1957 l’esposizione dei Pittori della Realtà Poetica a Tour de Peilz in Svizzera ed inoltre numerosissime mostre personali a Parigi, New York, Londra, Zurigo, Basilea, Ginevra.
Negli ultimi anni l’artista soggiorna in Grecia, a New York e spesso a Venezia.
Oudot appartiene a quel gruppo di artisti che s’imposero tra le due guerre con il nome di Pittori della Realtà Poetica e che sono generalmente considerati come gli ultimi Impressionisti. La Realtà poetica comincia a formarsi negli anni della frequenza alla Scuola di Arti Decorative, quando tra Oudot, Maurice Brianchon, Raymond Legueult s’instaura una solida amicizia. Intorno a questo trio iniziale, fortificato dall’insegnamento di grande intensità morale e culturale di Eugène Morand, il cerchio di amicizie piano piano si estende e vede l’ingresso nel gruppo di altri artisti come Segonzac, Zahar, Roger-Marx, Fels, Rey, Daulte, Limouse e Terechovitch.
Questa pittura è un inno alla felicità, forse per dimenticare i duri anni della prima guerra mondiale che ha segnato i migliori anni della giovinezza di questi artisti.
Bibliografia:
Les Peintres de la realité poetique, Galerie J.P. Joubert, Paris, 1987; F. Daulte, Les peintres de la Réalité Poetique, La bibliotheque des Arts, Lausanne, Paris, 1994
© Roland Oudot, by SIAE 2023
Fino al 1920 ha sicuramente sentito l’influenza di Cezanne, poi di Bonnard che provoca l’evoluzione delle sue opere, contrassegnate da un realismo severo, verso una maggior morbidezza. Ha inoltre guardato al Fauvismo e al Cubismo, ma senza allontanarsi dallo stretto contatto con la natura.
Collabora con Léon Bakst ai decori dei Balletti russi e lavora con il maestro sino alla morte di questi, avvenuta nel 1923. Oudot lavora anche per i famosi architetti d’interni Sue et Mare, realizzando progetti di tessuti e di mobili.
Inizialmente il suo interesse si focalizza sui paesaggi dell’Ile de France per poi spostarsi nei Paesi Baschi, in Spagna, in Italia.
Infine, nel 1936, scopre la Provenza la cui austerità è più consona al suo temperamento e si trasferisce a Saint-Rémy. Ma il grigio dominante non risulta affatto monotono nei suoi quadri in quanto contribuisce a smorzare i blu e i rossi intensi che risultano quindi alleggeriti.
Le sue composizioni attestano sobria eleganza, rigoroso senso dell’equilibrio grazie alla piacevole disposizione degli elementi. La natura resta sempre la sua maggior fonte di ispirazione.
Presto gli amatori d’arte ed i critici del calibro di Wilhelm Uhde o Louis Vauxelles, sono colpiti dal vigore e dall’ordine classico dei suoi paesaggi, delle scene mitologiche e delle figure femminili.
Comincia a partecipare alle esposizioni collettive di Parigi: dal 1919 è presente al Salon d’Automne, dal 1925 al Salon des Tuileries di cui fu membro del comitato; nel 1942 espone con Brianchon e Legueult alla Galerie Louis Carré.
Dalla fine della seconda guerra mondiale l’artista torna regolarmente in Provenza dove, dalla terrazza della sua dimora di Eygalières non si stanca mai di disegnare le dolci colline della zona.
Nel 1954 Oudot acquista il vecchio maniero di Vasouy, vicino ad Honfleur dove trascorre ogni estate dipingendo le spiagge e i prati della Normandia.
Dal 1954 al 1959 e di nuovo nel 1963 espone alla Galerie Charpentier e regolarmente al Salon des Peintres Temoins de leur Temps.
Tra le esposizioni all’estero si ricordano: nel 1924 la mostra con Brianchon al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles; nel 1957 l’esposizione dei Pittori della Realtà Poetica a Tour de Peilz in Svizzera ed inoltre numerosissime mostre personali a Parigi, New York, Londra, Zurigo, Basilea, Ginevra.
Negli ultimi anni l’artista soggiorna in Grecia, a New York e spesso a Venezia.
Oudot appartiene a quel gruppo di artisti che s’imposero tra le due guerre con il nome di Pittori della Realtà Poetica e che sono generalmente considerati come gli ultimi Impressionisti. La Realtà poetica comincia a formarsi negli anni della frequenza alla Scuola di Arti Decorative, quando tra Oudot, Maurice Brianchon, Raymond Legueult s’instaura una solida amicizia. Intorno a questo trio iniziale, fortificato dall’insegnamento di grande intensità morale e culturale di Eugène Morand, il cerchio di amicizie piano piano si estende e vede l’ingresso nel gruppo di altri artisti come Segonzac, Zahar, Roger-Marx, Fels, Rey, Daulte, Limouse e Terechovitch.
Questa pittura è un inno alla felicità, forse per dimenticare i duri anni della prima guerra mondiale che ha segnato i migliori anni della giovinezza di questi artisti.
Bibliografia:
Les Peintres de la realité poetique, Galerie J.P. Joubert, Paris, 1987; F. Daulte, Les peintres de la Réalité Poetique, La bibliotheque des Arts, Lausanne, Paris, 1994
© Roland Oudot, by SIAE 2023