Jean Piaubert
Feydieu, Le Plan, Francia, 1900 - 2002
Durante la seconda metà degli anni Trenta, si avvicina gradatamente all’astrazione, animando la superficie della tela con l’esaltazione delle forme, in rottura con lo spazio tradizionale. I soggetti diventano segni e simboli. Lo stile richiama una certa geometria vicina a Magnelli la cui presenza era molto sentita nel contesto artistico parigino. Nella seconda metà degli anni Quaranta, accede ad una fase “barocca”, testimoniata dall’esposizione alla Galerie Creuze nel 1946. La geometria si fa lirica, sensibile, vibrante di mistero. L’arte di Piaubert s’impone nel panorama dell’astrazione come l’erede del pensiero di Mondrian e di Kandinsky e, secondo l’etichetta di Van Doesburg si può classificare come rappresentante dell’“Art concret”. Nel febbraio 1946 esce il primo manifesto della “Pittura astratta” e, nel luglio 1947 il secondo manifesto al quale partecipa anche Piaubert insieme a Magnelli, Dewasne, Deyrolle, Dias, Duthoo, Hartung, Nouveau, Poliakoff, Poujet, Raymond, Reth, Schneider, Vasarely.
Dopo gli studi classici, Piaubert comincia a dipingere e nel 1918 s’iscrive all’Ecole des Beaux-Arts di Bordeaux, eseguendo allo stesso tempo decori teatrali. Nel 1922 si sposta a Parigi dove frequenta l’Académie de la Grande Chaumière e altri atelier di Montparnasse. I suoi lavori attirano l’attenzione di Paul Poiret che gli ordina dei disegni per tessuti e bozzetti per costumi teatrali. In questi anni conosce Emile-Othon Friesz, Raoul Dufy e André Derain. Nel 1932 organizza la sua prima esposizione personale alla Galerie Zack con opere direttamente ispirate alla natura. La sua tela Etretat viene acquistata dallo Stato. Dal 1933 partecipa al Salon des Tuileries e nel 1935 comincia un periodo di isolamento che gli permette di approfondire le ricerche all’insegna della perfezione. Per la stamperia Draeger realizza alcuni lavori di tipografia che gli consentono, più tardi, di seguire egli stesso l’impaginazione dei libri che illustrerà. Le tele di quest’epoca Le vigne blu, Chartres, Riflessi, sono intrise di colore e restituiscono lo spazio nella preoccupazione di un’arte in totale libertà. Durante la seconda metà degli anni Trenta, si avvicina gradatamente all’astrazione e questa tendenza si conferma con l’opera Le vigne nere, del 1937. Negli anni della guerra smette di dipingere e partecipa alle operazioni belliche, ma dal 1940 riprende l’attività animando la superficie della tela con l’esaltazione delle forme, in rottura con lo spazio tradizionale. I soggetti diventano segni e simboli. Lo stile richiama una certa geometria vicina a Magnelli la cui presenza era molto sentita nel contesto artistico parigino. Nella seconda metà degli anni Quaranta, accede ad una fase “barocca”, testimoniata dall’esposizione alla Galerie Creuze nel 1946. La geometria si fa lirica, sensibile, vibrante di mistero. L’arte di Piaubert s’impone nel panorama dell’astrazione come l’erede del pensiero di Mondrian e di Kandinsky e, secondo l’etichetta di Van Doesburg si può classificare come rappresentante dell’“Art concret”. Nel febbraio 1946 esce il primo manifesto della “Pittura astratta” e, nel luglio 1947 il secondo manifesto al quale partecipa anche Piaubert insieme a Magnelli, Dewasne, Deyrolle, Dias, Duthoo, Hartung, Nouveau, Poliakoff, Poujet, Raymond, Reth, Schneider, Vasarely. Lo stesso anno è invitato al primo Salon des Réalités Nouvelles, dove esporrà regolarmente fino al 1952. In questi anni è assiduo partecipante alle esposizioni della Galerie Denise René.
Nel 1949 la sua tela Composizione Astratta viene acquistata dal Musée National d’Art Moderne di Parigi e nel 1951 le sue 33 litografie dei XXXIII sonnets composés au secret di Jean Cassou ricevono la medaglia d’oro della IX Triennale di Milano. In questo periodo le metamorfosi subite dalla sua pittura mettono in evidenza la ricchezza cromatica della sua tavolozza, la sensualità di materia, parallelamente alla sua propensione per i colori più scuri e più misteriosi. Nel 1951 la famosa Galerie Bing gli allestisce una personale in occasione della pubblicazione di una monografia preparata da Jean Cassou. Nel 1952 scopre la Grecia dove ritorna nel 1953 prolungando il suo viaggio anche in Turchia e Asia Minore.
I frequenti viaggi gli ispirano diverse opere, fra le quali Delphes acquistata dal Solomon Guggenheim Museum di New York, Viaggio in Grecia, dal Museo di Amsterdam, Orion dal Museo di Arte Moderna di Santiago del Cile. Alla fine degli anni ’50, inizio ’60 Piaubert evolve lentamente verso un paesaggismo astratto, abbandonando ogni geometria e sfruttando più intensamente il colore e la materia che, dal 1964 circa, si arricchisce di sabbia e sassolini
Nel 1961, quindici dipinti appartenenti a collezionisti venezuelani sono presentati al Museo di Caracas.
Si susseguono inoltre numerosissime esposizioni personali e collettive in Francia e all’estero, testimoniando il ruolo dell’artista nella pittura contemporanea. Spesso importanti musei quali il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, il Kunsforeningen di Copenaghen, il Palais des Beaux-Arts di Charleroi, il Museo d’arte moderna di Caracas, lo Städtische Kunsthalle di Mannheim e di Düsseldorf gli hanno dedicato, negli ultimi decenni, importanti personali.
Nel 1949 la sua tela Composizione Astratta viene acquistata dal Musée National d’Art Moderne di Parigi e nel 1951 le sue 33 litografie dei XXXIII sonnets composés au secret di Jean Cassou ricevono la medaglia d’oro della IX Triennale di Milano. In questo periodo le metamorfosi subite dalla sua pittura mettono in evidenza la ricchezza cromatica della sua tavolozza, la sensualità di materia, parallelamente alla sua propensione per i colori più scuri e più misteriosi. Nel 1951 la famosa Galerie Bing gli allestisce una personale in occasione della pubblicazione di una monografia preparata da Jean Cassou. Nel 1952 scopre la Grecia dove ritorna nel 1953 prolungando il suo viaggio anche in Turchia e Asia Minore.
I frequenti viaggi gli ispirano diverse opere, fra le quali Delphes acquistata dal Solomon Guggenheim Museum di New York, Viaggio in Grecia, dal Museo di Amsterdam, Orion dal Museo di Arte Moderna di Santiago del Cile. Alla fine degli anni ’50, inizio ’60 Piaubert evolve lentamente verso un paesaggismo astratto, abbandonando ogni geometria e sfruttando più intensamente il colore e la materia che, dal 1964 circa, si arricchisce di sabbia e sassolini
Nel 1961, quindici dipinti appartenenti a collezionisti venezuelani sono presentati al Museo di Caracas.
Si susseguono inoltre numerosissime esposizioni personali e collettive in Francia e all’estero, testimoniando il ruolo dell’artista nella pittura contemporanea. Spesso importanti musei quali il Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, il Kunsforeningen di Copenaghen, il Palais des Beaux-Arts di Charleroi, il Museo d’arte moderna di Caracas, lo Städtische Kunsthalle di Mannheim e di Düsseldorf gli hanno dedicato, negli ultimi decenni, importanti personali.