Edouard Pignon
Bully (Francia) 1905 - Parigi, 1993
Per sottolineare il carattere della sua ricerca Pignon stesso disse: “La pittura non è una carriera. Non è nemmeno un mestiere. Contraria e contro i tempi che noi viviamo, non è una merce, anche se lo è, né un articolo da esposizione, anche se lo è. E’ un modo di vivere”.
Verso il 1927, dopo il servizio militare in Siria, decide di intraprendere la carriera d’artista e parte per Parigi, dove lavora come operaio. Segue i corsi serali alla Scuola di Montparnasse e frequenta la Facoltà di Economia e Filosofia dell’Università Operaia. In questi primi anni dipinge paesaggi all’aperto nei dintorni di Meudon. Nel 1932 espone per la prima volta al Salon des Indépendants e nel 1933 alla Galerie Billiet; nel 1934 prende parte all’Associazione degli Scrittori ed Artisti Rivoluzionari con Fernand Léger, Maria Elena Vieira da Silva, André Lhote e altri artisti. Ottiene piccoli ruoli teatrali. Nel 1935 George Dayez lo fa assumere nell’atelier di litografia artigianale di suo padre; questo impiego gli permette di avere più denaro e più tempo per dipingere. Incomincia a partecipare a parecchie esposizioni di gruppo. Nel 1937 espone al Salon du Temps Présent, presso la galleria del mercante Durand Ruel.
In occasione dell’esposizione nel Salon de l’Alahambra per la prima del 14 luglio di Romain Rolland, incontra Picasso il quale prende le sue difese (e quelle di altri giovani pittori) in uno scontro che l’oppone, malgrado l’ammirazione che ha per l’artista, a Léger. Dal 1938 espone con alcuni dei più importanti pittori francesi contemporanei; alla fine del 1940, dopo essere stato chiamato alle armi, ritorna a Parigi e nel 1944 prende parte alla Resistenza partecipando al “Fronte Nazionale” con Aragon ed Elsa Triolet. Nel 1943 viene pubblicato un libro dedicato a lui e ad altri pittori francesi tra i quali: André Beaudin, Jerzy Beres, Léon Gischia.
Tra il 1945 e il 1946 soggiorna a Ostenda, dove dipinge davanti al mare gelato e davanti alla città massacrata dalla guerra. La permanenza in Belgio inaugura l’inizio dei “periodi” caratterizzati da un lungo lavoro a partire dallo stesso tema: i minatori, l’operaio morto, i paesaggi e contadini, l’ulivo, i combattimenti di galli, ecc.
Nel 1946 espone Donna pensosa alla XXIV Biennale di Venezia e organizza un’esposizione personale a Bruxelles. Nel 1949 tiene un’altra personale a Parigi nella quale si denota il suo attaccamento alla causa del proletariato che intende sostenere con la pittura. Nel 1958 la Biennale di Venezia lo accoglie nel padiglione francese; nel 1960 espone al Museo di Metz e Lussemburgo. In questi anni si stabilisce a Marles-les-Mines dove dipinge la serie dei “Combattimenti di galli”. In queste composizioni Pignon crea un’esplosione di forme provocata dall’azione del combattimento, mantenendo la forma palpabile e concreta, cioè viva e reale.
Dal 1961 allestisce sue personali a New York, Amsterdam, al Museo di Lucerna, al Museo d’Arte Moderna di Parigi, solo per citarne alcune.
Dopo parecchi soggiorni estivi a Filacciano, vicino a Roma, tra il 1961 e il 1963, affronta un altro tema importante “I mietitori di grano”. Nel 1963 e 1964 è il periodo delle “Battaglie”: Battaglia blu, Battaglia verde, ecc.
Nel 1966 Jean Louis Ferrier pubblica La quête de la realité (La Ricerca della realtà) frutto delle conversazioni registrate con Pignon dove egli parla della sua esperienza e dei problemi attuali della creazione.
A Sanary, negli anni 1965-66 sviluppa il tema dei “Tuffatori” che alimenterà la creazione di sculture giganti in ceramica come quella per il Centro Culturale di Argenteuil di 49 metri di lunghezza eseguita nel 1969.
Negli anni 1967-71 la pittura ritorna alla guerra. Ceramiche, pannelli, tele, tra cui grandi teste di guerrieri e una serie sui “Signori della guerra”.
Nel novembre 1970 è a Milano, dove la Galleria del Milione espone alcune delle sue tele recenti. Due anni dopo, altre gallerie italiane si contendono le sue opere: la Galleria del Girasole di Udine, la Galleria Ravagnan di Venezia, la Galleria Antenore di Padova e infine la Galleria Torbandena di Trieste dove figurano, per la prima volta, anche due nudi rossi. A partire dal 1973 infatti esegue le serie dei “Nudi”: Nudi con parasole, Nudi rossi, blu, bianchi, multicolori.
Nel 1973 una grande retrospettiva itinerante con 50 opere è allestita a Bucarest. Il Museo d’Arte Moderna di Parigi gli organizza un’esposizione dal titolo “Les Nus rouges et après”.
Nell’estate del 1980 Pignon lavora ad una serie chiamata “Blu marini”, Durante questo periodo esegue numerose tele di grandi dimensioni (spiagge e nudi di donne inginocchiate o in maternità).
All’inizio degli anni Ottanta comincia la serie degli “Uomini della terra”, ispirata dagli studi sulla natura fatti a Vallauris e a Sanary già negli anni ’50-55. Negli anni seguenti esplora il tema dell’elettricità con la serie “Alta tensione”.
Nel 1984 al Museo Picasso di Antibes espone tutte le opere della serie dedicata al grande maestro e amico, dal titolo “Le rendez-Vous d’Antibes”.
Per sottolineare il carattere della sua ricerca Pignon stesso disse: “La pittura non è una carriera. Non è nemmeno un mestiere. Contraria e contro i tempi che noi viviamo, non è una merce, anche se lo è, né un articolo da esposizione, anche se lo è. E’ un modo di vivere”.
Negli ultimi anni sono state organizzate diverse esposizioni dell’opera di Pignon, tra le principali si ricordano: la mostra itinerante “Edouard Pignon – du rythme entre les choses”, tenutasi tra il 2005 e il 2006 al Museo de l’Hospice Saint-Roch a Issoudun, al Museo d’Arte Moderna di Céret e alla Piscina-Museo d’arte e dell’Industria André-Diligent di Roubaix; la mostra “Edouard Pignon au coeur du monde cézannien” presentata al Centre d’Art Présence Van Gogh di Saint-Remy-de-Provence nel 2006. La mostra, curata dall’esperto Philippe Bouchet, presenta anche le opere in ceramica prodotte a Vallauris (dove già operava Picasso). Questo aspetto dell’arte di Pignon (poco conosciuto dal pubblico perché mostrato in una sola altra occasione, nel 1954 a Parigi) conferma il talento dell’artista anche nel campo delle arti decorative.
Principali luoghi e musei in cui sono conservate le sue opere :
Algeri, Algeria
Amsterdam (Stedeljik Museum) Olanda
Antibes, Caen, Calais, Cambrai, Grenoble, Rouen - Francia
Bruxelles (Musée Royal) Belgio
Faenza, Italia
Londra, Gran Bretagna
Parigi (Musée National d’Art Moderne, Musée d’Art Moderne de la Ville, l’Arsenal, CNAC)
Riga, URSS
San Francisco, Wellington, Stati Uniti
San Paolo, Brasile
Santiago, Cile
Stoccolma, Svezia
Tokyo, Giappone
Varsavia, Polonia
© Edouard Pignon, by SIAE 2023
In occasione dell’esposizione nel Salon de l’Alahambra per la prima del 14 luglio di Romain Rolland, incontra Picasso il quale prende le sue difese (e quelle di altri giovani pittori) in uno scontro che l’oppone, malgrado l’ammirazione che ha per l’artista, a Léger. Dal 1938 espone con alcuni dei più importanti pittori francesi contemporanei; alla fine del 1940, dopo essere stato chiamato alle armi, ritorna a Parigi e nel 1944 prende parte alla Resistenza partecipando al “Fronte Nazionale” con Aragon ed Elsa Triolet. Nel 1943 viene pubblicato un libro dedicato a lui e ad altri pittori francesi tra i quali: André Beaudin, Jerzy Beres, Léon Gischia.
Tra il 1945 e il 1946 soggiorna a Ostenda, dove dipinge davanti al mare gelato e davanti alla città massacrata dalla guerra. La permanenza in Belgio inaugura l’inizio dei “periodi” caratterizzati da un lungo lavoro a partire dallo stesso tema: i minatori, l’operaio morto, i paesaggi e contadini, l’ulivo, i combattimenti di galli, ecc.
Nel 1946 espone Donna pensosa alla XXIV Biennale di Venezia e organizza un’esposizione personale a Bruxelles. Nel 1949 tiene un’altra personale a Parigi nella quale si denota il suo attaccamento alla causa del proletariato che intende sostenere con la pittura. Nel 1958 la Biennale di Venezia lo accoglie nel padiglione francese; nel 1960 espone al Museo di Metz e Lussemburgo. In questi anni si stabilisce a Marles-les-Mines dove dipinge la serie dei “Combattimenti di galli”. In queste composizioni Pignon crea un’esplosione di forme provocata dall’azione del combattimento, mantenendo la forma palpabile e concreta, cioè viva e reale.
Dal 1961 allestisce sue personali a New York, Amsterdam, al Museo di Lucerna, al Museo d’Arte Moderna di Parigi, solo per citarne alcune.
Dopo parecchi soggiorni estivi a Filacciano, vicino a Roma, tra il 1961 e il 1963, affronta un altro tema importante “I mietitori di grano”. Nel 1963 e 1964 è il periodo delle “Battaglie”: Battaglia blu, Battaglia verde, ecc.
Nel 1966 Jean Louis Ferrier pubblica La quête de la realité (La Ricerca della realtà) frutto delle conversazioni registrate con Pignon dove egli parla della sua esperienza e dei problemi attuali della creazione.
A Sanary, negli anni 1965-66 sviluppa il tema dei “Tuffatori” che alimenterà la creazione di sculture giganti in ceramica come quella per il Centro Culturale di Argenteuil di 49 metri di lunghezza eseguita nel 1969.
Negli anni 1967-71 la pittura ritorna alla guerra. Ceramiche, pannelli, tele, tra cui grandi teste di guerrieri e una serie sui “Signori della guerra”.
Nel novembre 1970 è a Milano, dove la Galleria del Milione espone alcune delle sue tele recenti. Due anni dopo, altre gallerie italiane si contendono le sue opere: la Galleria del Girasole di Udine, la Galleria Ravagnan di Venezia, la Galleria Antenore di Padova e infine la Galleria Torbandena di Trieste dove figurano, per la prima volta, anche due nudi rossi. A partire dal 1973 infatti esegue le serie dei “Nudi”: Nudi con parasole, Nudi rossi, blu, bianchi, multicolori.
Nel 1973 una grande retrospettiva itinerante con 50 opere è allestita a Bucarest. Il Museo d’Arte Moderna di Parigi gli organizza un’esposizione dal titolo “Les Nus rouges et après”.
Nell’estate del 1980 Pignon lavora ad una serie chiamata “Blu marini”, Durante questo periodo esegue numerose tele di grandi dimensioni (spiagge e nudi di donne inginocchiate o in maternità).
All’inizio degli anni Ottanta comincia la serie degli “Uomini della terra”, ispirata dagli studi sulla natura fatti a Vallauris e a Sanary già negli anni ’50-55. Negli anni seguenti esplora il tema dell’elettricità con la serie “Alta tensione”.
Nel 1984 al Museo Picasso di Antibes espone tutte le opere della serie dedicata al grande maestro e amico, dal titolo “Le rendez-Vous d’Antibes”.
Per sottolineare il carattere della sua ricerca Pignon stesso disse: “La pittura non è una carriera. Non è nemmeno un mestiere. Contraria e contro i tempi che noi viviamo, non è una merce, anche se lo è, né un articolo da esposizione, anche se lo è. E’ un modo di vivere”.
Negli ultimi anni sono state organizzate diverse esposizioni dell’opera di Pignon, tra le principali si ricordano: la mostra itinerante “Edouard Pignon – du rythme entre les choses”, tenutasi tra il 2005 e il 2006 al Museo de l’Hospice Saint-Roch a Issoudun, al Museo d’Arte Moderna di Céret e alla Piscina-Museo d’arte e dell’Industria André-Diligent di Roubaix; la mostra “Edouard Pignon au coeur du monde cézannien” presentata al Centre d’Art Présence Van Gogh di Saint-Remy-de-Provence nel 2006. La mostra, curata dall’esperto Philippe Bouchet, presenta anche le opere in ceramica prodotte a Vallauris (dove già operava Picasso). Questo aspetto dell’arte di Pignon (poco conosciuto dal pubblico perché mostrato in una sola altra occasione, nel 1954 a Parigi) conferma il talento dell’artista anche nel campo delle arti decorative.
Principali luoghi e musei in cui sono conservate le sue opere :
Algeri, Algeria
Amsterdam (Stedeljik Museum) Olanda
Antibes, Caen, Calais, Cambrai, Grenoble, Rouen - Francia
Bruxelles (Musée Royal) Belgio
Faenza, Italia
Londra, Gran Bretagna
Parigi (Musée National d’Art Moderne, Musée d’Art Moderne de la Ville, l’Arsenal, CNAC)
Riga, URSS
San Francisco, Wellington, Stati Uniti
San Paolo, Brasile
Santiago, Cile
Stoccolma, Svezia
Tokyo, Giappone
Varsavia, Polonia
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