Guido Strazza
Santa Fiora, Grosseto, 1922
Nel 2006 il Museo Civico Umberto Mastroianni di Marino di Roma gli ha dedicato una mostra antologica comprendente un numero contenuto di opere, eseguite a partire dai primi anni ’60, tutte emblematiche del significato della ricerca di uno dei più raffinati interpreti dell’astrattismo italiano del secondo novecento
Pittore e incisore, l’incontro con Tommaso Marinetti segna l’inizio della sua formazione artistica. Comincia ad esporre alle mostre di aeropittura organizzate dallo stesso Marinetti e alla Biennale di Venezia, 1942. Laureatosi in Ingegneria a Roma, nel 1948 abbandona la professione per dedicarsi completamente alla pittura. Soggiorna qualche anno in Perù, Cile e Brasile, dove dipinge ed espone (Biennali di San Paolo 1951-’53). In Perù è tra i promotori, assieme ad altri architetti, di Agrupación Espacio, progetto di ristrutturazione della città di Callao. Si occupa, inoltre, dell’allestimento della collezione di opere precolombiane Larco-Herrera. Nel 1954 torna in Italia e si stabilisce a Venezia. Qui conosce e frequenta Tancredi, Vedova e Bacci. Sono di questo periodo i racconti segnici sviluppati in lunghe pitture in rotolo.
Trasferitosi a Milano, inizia un rapporto di lavoro con il gallerista Lorenzelli. Abbandona la pittura ad olio per una materia meno lucida, di più rapida essiccazione e maggiore sensibilità ai segni incisi, che ottiene mescolando i pigmenti con resine viniliche e olio di lino. I cicli di quadri a tema Balzi rossi (Galleria dell’Ariete, Milano, 1958) e Paesaggio olandese (Stedelijk Museum, Amsterdam, 1960) testimoniano gli studi di Strazza sulle metamorfosi delle forme.
Rientrato definitivamente a Roma frequenta per alcuni anni (1964-’67) i laboratori della Calcografia Nazionale, dove approfondisce sperimentalmente il linguaggio dell’incisione partendo dal rapporto critico tra segno e colore. Comincia usando la tecnica di Hayter a vischiosità variabili, nella quale gli è guida Patella; il suo interesse è concentrato sulla variabilità delle immagini tirate da una sola matrice e sulla conseguente loro concezione come momento di un processo. Nel 1968 espone alla XXXIV Biennale di Venezia (sala personale) i risultati di queste ricerche, imperniate sul rapporto cangiante segno-luce (immagini a schermi mobili) e sul rapporto luce-geometria, che trova piena espressione nel ciclo di pitture e litografie Ricercare (Galleria Il Collezionista, Roma, 1976). Abbandona progressivamente il colore nell’incisione, concentrandosi sul bianco e nero. Piero Sadun gli propone nel 1971 l’incarico per la cattedra di Incisione all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Nel 1972 la Galleria Michelangelo gli organizza un’importante personale che raccoglie opere dei primi anni Sessanta.
Anni dopo (1974-’76) è di nuovo in Calcografia chiamato a dirigere una ricerca di gruppo sul segno di cui elabora didatticamente e pubblica i risultati nel libro Il gesto e il segno (1979). Il rigore analitico lascia spazio alla gestualità intesa non nel senso esistenziale dell’Informale ma come compenetrazione sistematica e necessaria tra ordine e contraddizione all’ordine, tra progetto e ciò che, strada facendo, accade. Tale concetto ha un suo percorso: parte dal ciclo di pitture e incisioni Trama quadrangolare (Galleria Morone 6, Milano, 1979) passando per il ciclo Segni di Roma (Galleria Editalia, Roma, 1980) dove al progettare si intreccia il riconoscere per arrivare ad una sempre più accentuata interazione tra geometria e colore nel ciclo Cosmati (Galleria Giulia, Roma, 1982 e Biennale di Venezia, 1983, sala personale). Nel lavoro più recente, in un cromatismo sempre più accentuato, l’immagine tende a costituirsi sempre come ripetuto formarsi, stato momentaneo della luce e della materia nella continua ridefinizione di ciò che, in molti modi, si usa pensare e chiamare realtà.
Oltre che in Calcografia e all’Accademia dell’Aquila, Strazza ha insegnato alla Wesleyan University (CT, USA) e all’Accademia di Belle Arti di Roma della quale è stato anche Direttore. Nel 1988 gli è stato assegnato dall’Accademia dei Lincei il Premio Feltrinelli per la Grafica.
Ha partecipato alle più importanti rassegne internazionali di pittura e di grafica (oltre alle già citate, le Biennali di Lubiana, di Cracovia, di Heidelberg, di Tokyo, ecc.); nel 1990 la Calcografia Nazionale ha curato a Roma la mostra antologica Strazza. Grafica 1953-1990, dedicata al suo lavoro di incisore.
Nel 1991 espone a Bologna le Aure (Galleria Forni Tendenze). Negli anni Novanta partecipa a numerose mostre collettive, quali Percorsi ininterrotti dell’arte. Roma 1990 (Roma, Palazzo Rondanini alla Rotonda, 1991), Il segno esemplare. Premesse a nuove tecnologie dell’arte (Roma, Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie, 1993), Figure della pittura. Arte in Italia 1956-68 (Conegliano Veneto, Palazzo Sarcinelli, 1995), Segno e segno (Roma, Biblioteca Casanatense; 1996), Matera e i suoi dintorni psicologici (Milano, Castello Sforzesco, 1996), Carlo Belli e Roma (Roma, Palazzo delle Esposizioni, 1998); Strazza, Opere 1941-1999 (Conegliano Veneto, Palazzo Sarcinelli, 1999). Nel 2001 è invitato a partecipare alla mostra Novecento alle Scuderie Papali del Quirinale. Riceve in Campidoglio il Premio Cultori di Roma 2002.
Nel 2006 il Museo Civico Umberto Mastroianni di Marino (Roma) gli ha dedicato una mostra antologica comprendente un numero contenuto di opere, eseguite a partire dai primi anni ’60, tutte emblematiche del significato della ricerca di uno dei più raffinati interpreti dell’astrattismo italiano del secondo novecento.
Nel febbraio 2009 il Museo Pericle Fazzini di Assisi allestisce un’ antologica a cura di Giuseppe Appella: la mostra consiste in una selezione di opere datate 1952-2008. Nello stesso anno, nell’ambito di “Art Paris 2009”, un’altra personale viene ospitata al Grand Palais di Parigi.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Colonia, Wallraf, Richartz Museum
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Conegliano Veneto, Palazzo Sarcinelli
Matera, Musma
Pisa, Museo della Grafica
Santiago del Cile, Museo d’Arte Moderna
Lima, Museo della Cultura
Amsterdam, Stedelijk Museum
Bibliografia:
Strazza, Catalogo della mostra, Milano, Galleria Lorenzelli, 1962; Metro 4/5, et alia, Milano, Stab. Poligrafico Colombi spa, 1962; Il collezionista d’arte moderna, Torino, Giulio Bolaffi Editore, 1963; A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei Pittori, Disegnatori e Incisori Italiani Moderni e Contemporanei, Milano, Patuzzi Editore, 1974; L’informale in Italia, a cura di R. Barilli e F. Solmi, (Mostra dedicata a Francesco Arcangeli, Bologna, giugno-settembre 1983), Milano, Mazzotta, 1983; Strazza, opere 1960-2006, Museo Civico Umberto Mastroianni, Marino, Roma, 21.10-07.12.2006
Trasferitosi a Milano, inizia un rapporto di lavoro con il gallerista Lorenzelli. Abbandona la pittura ad olio per una materia meno lucida, di più rapida essiccazione e maggiore sensibilità ai segni incisi, che ottiene mescolando i pigmenti con resine viniliche e olio di lino. I cicli di quadri a tema Balzi rossi (Galleria dell’Ariete, Milano, 1958) e Paesaggio olandese (Stedelijk Museum, Amsterdam, 1960) testimoniano gli studi di Strazza sulle metamorfosi delle forme.
Rientrato definitivamente a Roma frequenta per alcuni anni (1964-’67) i laboratori della Calcografia Nazionale, dove approfondisce sperimentalmente il linguaggio dell’incisione partendo dal rapporto critico tra segno e colore. Comincia usando la tecnica di Hayter a vischiosità variabili, nella quale gli è guida Patella; il suo interesse è concentrato sulla variabilità delle immagini tirate da una sola matrice e sulla conseguente loro concezione come momento di un processo. Nel 1968 espone alla XXXIV Biennale di Venezia (sala personale) i risultati di queste ricerche, imperniate sul rapporto cangiante segno-luce (immagini a schermi mobili) e sul rapporto luce-geometria, che trova piena espressione nel ciclo di pitture e litografie Ricercare (Galleria Il Collezionista, Roma, 1976). Abbandona progressivamente il colore nell’incisione, concentrandosi sul bianco e nero. Piero Sadun gli propone nel 1971 l’incarico per la cattedra di Incisione all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Nel 1972 la Galleria Michelangelo gli organizza un’importante personale che raccoglie opere dei primi anni Sessanta.
Anni dopo (1974-’76) è di nuovo in Calcografia chiamato a dirigere una ricerca di gruppo sul segno di cui elabora didatticamente e pubblica i risultati nel libro Il gesto e il segno (1979). Il rigore analitico lascia spazio alla gestualità intesa non nel senso esistenziale dell’Informale ma come compenetrazione sistematica e necessaria tra ordine e contraddizione all’ordine, tra progetto e ciò che, strada facendo, accade. Tale concetto ha un suo percorso: parte dal ciclo di pitture e incisioni Trama quadrangolare (Galleria Morone 6, Milano, 1979) passando per il ciclo Segni di Roma (Galleria Editalia, Roma, 1980) dove al progettare si intreccia il riconoscere per arrivare ad una sempre più accentuata interazione tra geometria e colore nel ciclo Cosmati (Galleria Giulia, Roma, 1982 e Biennale di Venezia, 1983, sala personale). Nel lavoro più recente, in un cromatismo sempre più accentuato, l’immagine tende a costituirsi sempre come ripetuto formarsi, stato momentaneo della luce e della materia nella continua ridefinizione di ciò che, in molti modi, si usa pensare e chiamare realtà.
Oltre che in Calcografia e all’Accademia dell’Aquila, Strazza ha insegnato alla Wesleyan University (CT, USA) e all’Accademia di Belle Arti di Roma della quale è stato anche Direttore. Nel 1988 gli è stato assegnato dall’Accademia dei Lincei il Premio Feltrinelli per la Grafica.
Ha partecipato alle più importanti rassegne internazionali di pittura e di grafica (oltre alle già citate, le Biennali di Lubiana, di Cracovia, di Heidelberg, di Tokyo, ecc.); nel 1990 la Calcografia Nazionale ha curato a Roma la mostra antologica Strazza. Grafica 1953-1990, dedicata al suo lavoro di incisore.
Nel 1991 espone a Bologna le Aure (Galleria Forni Tendenze). Negli anni Novanta partecipa a numerose mostre collettive, quali Percorsi ininterrotti dell’arte. Roma 1990 (Roma, Palazzo Rondanini alla Rotonda, 1991), Il segno esemplare. Premesse a nuove tecnologie dell’arte (Roma, Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie, 1993), Figure della pittura. Arte in Italia 1956-68 (Conegliano Veneto, Palazzo Sarcinelli, 1995), Segno e segno (Roma, Biblioteca Casanatense; 1996), Matera e i suoi dintorni psicologici (Milano, Castello Sforzesco, 1996), Carlo Belli e Roma (Roma, Palazzo delle Esposizioni, 1998); Strazza, Opere 1941-1999 (Conegliano Veneto, Palazzo Sarcinelli, 1999). Nel 2001 è invitato a partecipare alla mostra Novecento alle Scuderie Papali del Quirinale. Riceve in Campidoglio il Premio Cultori di Roma 2002.
Nel 2006 il Museo Civico Umberto Mastroianni di Marino (Roma) gli ha dedicato una mostra antologica comprendente un numero contenuto di opere, eseguite a partire dai primi anni ’60, tutte emblematiche del significato della ricerca di uno dei più raffinati interpreti dell’astrattismo italiano del secondo novecento.
Nel febbraio 2009 il Museo Pericle Fazzini di Assisi allestisce un’ antologica a cura di Giuseppe Appella: la mostra consiste in una selezione di opere datate 1952-2008. Nello stesso anno, nell’ambito di “Art Paris 2009”, un’altra personale viene ospitata al Grand Palais di Parigi.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Colonia, Wallraf, Richartz Museum
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna
Conegliano Veneto, Palazzo Sarcinelli
Matera, Musma
Pisa, Museo della Grafica
Santiago del Cile, Museo d’Arte Moderna
Lima, Museo della Cultura
Amsterdam, Stedelijk Museum
Bibliografia:
Strazza, Catalogo della mostra, Milano, Galleria Lorenzelli, 1962; Metro 4/5, et alia, Milano, Stab. Poligrafico Colombi spa, 1962; Il collezionista d’arte moderna, Torino, Giulio Bolaffi Editore, 1963; A.M. Comanducci, Dizionario illustrato dei Pittori, Disegnatori e Incisori Italiani Moderni e Contemporanei, Milano, Patuzzi Editore, 1974; L’informale in Italia, a cura di R. Barilli e F. Solmi, (Mostra dedicata a Francesco Arcangeli, Bologna, giugno-settembre 1983), Milano, Mazzotta, 1983; Strazza, opere 1960-2006, Museo Civico Umberto Mastroianni, Marino, Roma, 21.10-07.12.2006