Arrigo Minerbi
Ferrara, 1881 - Padova, 1960
Sotto la guida dello scultore Luigi Legnani frequentò un corso d'Arti e Mestieri a Ferrara presso la scuola Dosso Dossi. Dopo aver lavorato come ceramista, decoratore, formatore e stuccatore a Ferrara, a Firenze (dove si perfezionò presso l'Accademia di belle arti) e a Genova, si trasferì, ormai trentacinquenne a Milano dove, nel 1919, si rivelò alla critica e al pubblico con una mostra personale alla Galleria Pesaro.
Dopo la mostra milanese, il successo si rinnovò nel 1920 alla Regionale di Ferrara e, nel 1921, nuovamente a Milano. Nel 1922 Minerbi espose alla Primaverile Fiorentina e successivamente, da invitato, alla Biennale di Venezia dove espose L'Ultima Cena (o Cenacolo), gruppo in argento a grandezza naturale, dal 1950 collocato nella cattedrale di Oslo a seguito di un generoso lascito. Per appagare le numerose committenze, Minerbi si vide costretto a richiedere la collaborazione di vari scultori, privilegiando soprattutto quelli di origine ferrarese, tra i quali Marco Bisi (figlio dell'artista Adriana Bisi Fabbri), Giuseppe Virgili e Gino Colognesi. Dopo la guerra, fu la volta dello scultore bergamasco Piero Brolis.
Il 14 giugno 1925 fu inaugurato nel Parco delle Rimembranze a Bondeno, La Madre, monumento ai caduti della prima guerra mondiale per il quale Minerbi fu poi insignito della cittadinanza onoraria del comune. In seguito alla promulgazione delle leggi razziali nel 1938, l'onorificenza gli fu revocata e nuovamente riconosciuta solo nel 2004.
Artista prediletto di Gabriele D'Annunzio, che l'ebbe amico e di cui eseguì nel 1938 la maschera mortuaria in marmo, per lui realizzò il ritratto della madre Luisa ed il busto di Eleonora Duse entrambi esposti al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera. Sempre al Vittoriale si trova una fusione in bronzo della Vittoria del Piave, donata nel 1935 dal Comune di Milano a D'Annunzio. Di quest'opera si conoscono altre copie precedenti, una del 1923, destinata al Monumento ai caduti di Cuggiono (Milano) e un'altra del 1928 per la Torre della Vittoria a Ferrara.
Nel 1937 gli fu commissionata dall'arcivescovo di Milano Schuster la prima, da sinistra, delle cinque porte bronzee del duomo di Milano (sul tema de L'editto di Costantino). La porta fu completata solo nel 1948 poiché lo scultore, per sottrarsi alle conseguenze delle leggi antisemite, fu costretto a nascondersi a Gavazzana, in provincia di Alessandria, nella casa paterna di don Carlo Sterpi (poi divenuta museo), e a Roma nel collegio orionino San Filippo Neri.
Nel secondo dopoguerra, Minerbi operò soprattutto per chiese e cimiteri di rito cattolico (a Milano, Roma, Rapallo, Piacenza, Padova, Copparo), prendendo infine la decisione di farsi battezzare nel maggio 1956 a Milano presso la chiesa di S. Alessandro, verosimilmente su suggerimento della moglie Malvina Benini, fervente cattolica.
Dopo la mostra milanese, il successo si rinnovò nel 1920 alla Regionale di Ferrara e, nel 1921, nuovamente a Milano. Nel 1922 Minerbi espose alla Primaverile Fiorentina e successivamente, da invitato, alla Biennale di Venezia dove espose L'Ultima Cena (o Cenacolo), gruppo in argento a grandezza naturale, dal 1950 collocato nella cattedrale di Oslo a seguito di un generoso lascito. Per appagare le numerose committenze, Minerbi si vide costretto a richiedere la collaborazione di vari scultori, privilegiando soprattutto quelli di origine ferrarese, tra i quali Marco Bisi (figlio dell'artista Adriana Bisi Fabbri), Giuseppe Virgili e Gino Colognesi. Dopo la guerra, fu la volta dello scultore bergamasco Piero Brolis.
Il 14 giugno 1925 fu inaugurato nel Parco delle Rimembranze a Bondeno, La Madre, monumento ai caduti della prima guerra mondiale per il quale Minerbi fu poi insignito della cittadinanza onoraria del comune. In seguito alla promulgazione delle leggi razziali nel 1938, l'onorificenza gli fu revocata e nuovamente riconosciuta solo nel 2004.
Artista prediletto di Gabriele D'Annunzio, che l'ebbe amico e di cui eseguì nel 1938 la maschera mortuaria in marmo, per lui realizzò il ritratto della madre Luisa ed il busto di Eleonora Duse entrambi esposti al Vittoriale degli Italiani di Gardone Riviera. Sempre al Vittoriale si trova una fusione in bronzo della Vittoria del Piave, donata nel 1935 dal Comune di Milano a D'Annunzio. Di quest'opera si conoscono altre copie precedenti, una del 1923, destinata al Monumento ai caduti di Cuggiono (Milano) e un'altra del 1928 per la Torre della Vittoria a Ferrara.
Nel 1937 gli fu commissionata dall'arcivescovo di Milano Schuster la prima, da sinistra, delle cinque porte bronzee del duomo di Milano (sul tema de L'editto di Costantino). La porta fu completata solo nel 1948 poiché lo scultore, per sottrarsi alle conseguenze delle leggi antisemite, fu costretto a nascondersi a Gavazzana, in provincia di Alessandria, nella casa paterna di don Carlo Sterpi (poi divenuta museo), e a Roma nel collegio orionino San Filippo Neri.
Nel secondo dopoguerra, Minerbi operò soprattutto per chiese e cimiteri di rito cattolico (a Milano, Roma, Rapallo, Piacenza, Padova, Copparo), prendendo infine la decisione di farsi battezzare nel maggio 1956 a Milano presso la chiesa di S. Alessandro, verosimilmente su suggerimento della moglie Malvina Benini, fervente cattolica.