Oscar Gauthier
Fours, Francia, 1921 - Nevers, Francia, 2009
Nel 2008 la Galerie Arnoux di Parigi rende omaggio al grande Maestro con la mostra “Oscar Gauthier Peintures des années 40 à aujourd’hui”. Per l’occasione è stata presentata la nuova monografia a cura di Patrick Gilles Persin.
Il suo gusto per la pittura si sviluppa grazie al padre, pittore dilettante, che dopo gli studi lo incoraggia ad entrare all’Ecole Supérieure Nazionale des Beaux-Arts di Parigi. Vi resta dal 1941 al 1947.
I Maestri che più lo colpiscono sono Monet, Bonnard e Renoir. Nel periodo di permanenza alla scuola (dal 1941 al 1947) fa amicizia con Huguette Arthur Betrand, César e frequenta l’Atelier di Emile-Othon Friesz all’Académie libre de la Grande Chaumière. Dal 1945 al 1947 realizza disegni umoristici per i giornali e partecipa a diverse decorazioni teatrali. L’opera dei primi astrattisti (Kandinsky, Klee, Picabia) gli è ancora sconosciuta. Frequenta l’ambiente Parigino di Saint-Germain-des-Près e i bistrot dove gli artisti si animano nelle discussioni sull’avvenire dalla pittura. Rifiuta l’influenza di Picasso e di Matisse, come pure non condivide l’Astrazione geometrica di Mondrian, che considera troppo fredda. Come i suoi compagni di serate è invece attirato da Schneider, Atlan e soprattutto Hartung. Nel 1946 la Galerie Drouin gli farà finalmente scoprire Kandinsky. Ma è soprattutto Klee che diventa una guida incontestata.
Difensore di questa nuova tendenza è la Galerie Colette Allendy. Si tratta di un’astrazione lirica, gestuale, sensuale, che rivendica una pittura senza soggetto nella quale intervengono solo le linee, i segni e i colori.
Qui Gauthier espone a fianco di Atlan, Deyrolle, Corneille, Domela, Doucet, Hartung, Schneider, Hains e conversa con Gleizes, Severini e Picabia.
Nel 1950 Gauthier presenta la prima personale, seguita dalla seconda l’anno successivo. I dipinti eseguiti tra il 1948 e il 1950 si distinguono per lo spirito innovatore. Dipinti con la colla su tele di juta, queste opere sono strutturate a partire da linee dritte e curve, ma la materia gioca già un ruolo determinante, strettamente legato al potere di assorbimento del supporto. Un’altra ragione di questa scelta è il vantaggio dell’economicità ed il fatto che tale tecnica permette una rapida asciugatura; ciò permette di lavorare velocemente e moltiplicare le esperienze. La superficie di queste opere è animata di colori dai toni caldi.
E’ importante sottolineare che la sua libertà espressiva e la scelta della non figurazione non comporta affatto la rottura con l’uomo e ciò che lo circonda. Il suo riferimento alla natura si realizza attraverso una scrittura personale, come testimoniano le opere più recenti.
Negli anni ’50 Gauthier condivide con Jacques Doucet una minuscola stanza sui tetti in boulevard Saint Michel e quando non dipinge va ad ascoltare la musica jazz a “Lorientais” o al “Tabou”. Frequenta Alexandre Istrati e Natalia Dumitresco, Wilfrid Moser, Jacques Germain, Jean Messagier, Louis Nallard e la moglie Maria Manton.
Nel 1952 Gauthier abbandona la Galerie Allendy, a suo parere troppo eccentrica, e si lega al gruppo difeso da Jean-Robert Arnaud che, insieme al pittore Koenig, ha appena aperto una galleria nel cuore di Saint-Germain. Per dieci anni questo luogo sarà il ritrovo della giovane avanguardia: astrazione lirica o paesaggismo lirico, secondo le definizioni di Michel Ragon.
Qui Gauther si incontra con H. Artur Bertrand, Gianni Bertini, James Guitet, Xavier Longobardi, Robert Lapoujade ed altri e per sette anni il suo destino si fonde con quello della galleria dove gli vengono organizzate numerose personali.
Arnaud fonda inoltre un giornale che diventa l’organo di diffusione delle attività del gruppo.
Verso il 1954 comincia a dipingere larghe superfici che seguono un movimento concentrico. Con l’aiuto del coltello spalma la materia grassa in modo da distribuirla in larghe macchie. Nel 1956 ritorna al colore, le forme si spezzano, si muovono, annunciano il periodo seguente. Le tele diventano più informali e la natura si trova al centro della sua ispirazione. Utilizza le spatole e interviene con le dita sulle opere con pochi tocchi di pennello. I titoli sono poetici o umoristici.
L’ultima mostra alla Galerie Arnaud è del 1958, successivamente si lega alla Galerie Raymonde Cazenave dove Gauthier incontra André Lanskoy, Chafik Abboud e Camille Bryen.
Dal 1959 al 1962 si sviluppa quello che l’artista stesso chiama il suo “periodo floreale”.
Nel 1963-64 una tela intitolata La poupée de la classe (La bambola della classe) dà il titolo a una serie presentata alla Galerie Jacques Massol nel 1964. Con il periodo della bambole Gauthier resuscita il mito dell’infanzia associata ad un’immaginazione moderna e umoristica.
Segue il periodo Diaphane dal 1965 al 1969 dove egli usa l’aerografo e grandi stampi.
Espone frequentemente anche all’estero. Tra le mostre più prestigiose si citano: Esposizione itinerante in Germania “Junge Malerei in Frankreich” (1955); Galerie Birch, Copenaghen (1956); X premio Lissone (1957); “La nouvelle Ecole de Paris”, Kunsthalle Mannheim (1958); VI Biennale di San Paolo del Brasile (1961); “L’art français contemporain”, Belgrado e Zagabria (1963).
Partecipa anche ai Salons de Moins de Treinte ans, Salon du Jazz, des Réalités Nouvelles, Salon de Mai, Salon Comparaison, Salon d’Automne (dal 1962 fino ai giorni nostri e dove, nel 1983, gli è stata organizzata una mostra con trentacinque tele degli anni cinquanta).
Nel 1980 espone a Saint-Germain-de-Près in occasione dell’esposizione “Peintres de l’Abstraction lyrique 1946-1956”.
Dall’aprile all’agosto 2006 sue opere sono richieste dal Musée de Luxembourg di Parigi in occasione dell’esposizione “L’envolée lyrique”, la prima mostra dettagliata e completa sul tema dell’astrazione lirica. L’evento è stato accompagnato dalla pubblicazione di un esaustivo catalogo che illustra oltre un centinaio di opere.
Nel 2008 la Galerie Arnoux di Parigi rende omaggio al grande Maestro con la mostra “Oscar Gauthier Peintures des années 40 à aujourd’hui”. Per l’occasione è stata presentata la nuova monografia a cura di Patrick Gilles Persin.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Australia
Belgio
Canada
Danimarca
Germania
Gran Bretagna
Lussemburgo
Norvegia
Parigi, Musée National d’Art Moderne, Georges Pompidou, Musée d’Art Moderne de la ville, Centre National d’Art Contemporain C.N.A.C., Fonds Municipal d’Art Contemporain d’Ivry-sur-Seine, F.M.A.C., Musée d’Art Contemporain de Dunkerque L.A.A.C., Musée de Montbeliard, Francia
Stati Uniti
Svezia
Svizzera
Sue opere sono inoltre conservate presso collezioni pubbliche, società e collezioni private in Francia, Germania, Gran Bretagna, Austria, Belgio, Danimarca, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Svezia, Svizzera come pure Stati Uniti, Messico, Canada, Australia e Giappone.
Bibliografia:
E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976; L. Harambourg, Oscar Gauthier, Paris, Galerie Arnoux, Editions de la Difference, 1987; L. Harambourg, L’Ecole de Paris, 1945-1965, Neuchâtel, Ides & Calendes, 1993; P. G. Persin, Oscar Gauthier, Parigi, Art in progress, 2008
I Maestri che più lo colpiscono sono Monet, Bonnard e Renoir. Nel periodo di permanenza alla scuola (dal 1941 al 1947) fa amicizia con Huguette Arthur Betrand, César e frequenta l’Atelier di Emile-Othon Friesz all’Académie libre de la Grande Chaumière. Dal 1945 al 1947 realizza disegni umoristici per i giornali e partecipa a diverse decorazioni teatrali. L’opera dei primi astrattisti (Kandinsky, Klee, Picabia) gli è ancora sconosciuta. Frequenta l’ambiente Parigino di Saint-Germain-des-Près e i bistrot dove gli artisti si animano nelle discussioni sull’avvenire dalla pittura. Rifiuta l’influenza di Picasso e di Matisse, come pure non condivide l’Astrazione geometrica di Mondrian, che considera troppo fredda. Come i suoi compagni di serate è invece attirato da Schneider, Atlan e soprattutto Hartung. Nel 1946 la Galerie Drouin gli farà finalmente scoprire Kandinsky. Ma è soprattutto Klee che diventa una guida incontestata.
Difensore di questa nuova tendenza è la Galerie Colette Allendy. Si tratta di un’astrazione lirica, gestuale, sensuale, che rivendica una pittura senza soggetto nella quale intervengono solo le linee, i segni e i colori.
Qui Gauthier espone a fianco di Atlan, Deyrolle, Corneille, Domela, Doucet, Hartung, Schneider, Hains e conversa con Gleizes, Severini e Picabia.
Nel 1950 Gauthier presenta la prima personale, seguita dalla seconda l’anno successivo. I dipinti eseguiti tra il 1948 e il 1950 si distinguono per lo spirito innovatore. Dipinti con la colla su tele di juta, queste opere sono strutturate a partire da linee dritte e curve, ma la materia gioca già un ruolo determinante, strettamente legato al potere di assorbimento del supporto. Un’altra ragione di questa scelta è il vantaggio dell’economicità ed il fatto che tale tecnica permette una rapida asciugatura; ciò permette di lavorare velocemente e moltiplicare le esperienze. La superficie di queste opere è animata di colori dai toni caldi.
E’ importante sottolineare che la sua libertà espressiva e la scelta della non figurazione non comporta affatto la rottura con l’uomo e ciò che lo circonda. Il suo riferimento alla natura si realizza attraverso una scrittura personale, come testimoniano le opere più recenti.
Negli anni ’50 Gauthier condivide con Jacques Doucet una minuscola stanza sui tetti in boulevard Saint Michel e quando non dipinge va ad ascoltare la musica jazz a “Lorientais” o al “Tabou”. Frequenta Alexandre Istrati e Natalia Dumitresco, Wilfrid Moser, Jacques Germain, Jean Messagier, Louis Nallard e la moglie Maria Manton.
Nel 1952 Gauthier abbandona la Galerie Allendy, a suo parere troppo eccentrica, e si lega al gruppo difeso da Jean-Robert Arnaud che, insieme al pittore Koenig, ha appena aperto una galleria nel cuore di Saint-Germain. Per dieci anni questo luogo sarà il ritrovo della giovane avanguardia: astrazione lirica o paesaggismo lirico, secondo le definizioni di Michel Ragon.
Qui Gauther si incontra con H. Artur Bertrand, Gianni Bertini, James Guitet, Xavier Longobardi, Robert Lapoujade ed altri e per sette anni il suo destino si fonde con quello della galleria dove gli vengono organizzate numerose personali.
Arnaud fonda inoltre un giornale che diventa l’organo di diffusione delle attività del gruppo.
Verso il 1954 comincia a dipingere larghe superfici che seguono un movimento concentrico. Con l’aiuto del coltello spalma la materia grassa in modo da distribuirla in larghe macchie. Nel 1956 ritorna al colore, le forme si spezzano, si muovono, annunciano il periodo seguente. Le tele diventano più informali e la natura si trova al centro della sua ispirazione. Utilizza le spatole e interviene con le dita sulle opere con pochi tocchi di pennello. I titoli sono poetici o umoristici.
L’ultima mostra alla Galerie Arnaud è del 1958, successivamente si lega alla Galerie Raymonde Cazenave dove Gauthier incontra André Lanskoy, Chafik Abboud e Camille Bryen.
Dal 1959 al 1962 si sviluppa quello che l’artista stesso chiama il suo “periodo floreale”.
Nel 1963-64 una tela intitolata La poupée de la classe (La bambola della classe) dà il titolo a una serie presentata alla Galerie Jacques Massol nel 1964. Con il periodo della bambole Gauthier resuscita il mito dell’infanzia associata ad un’immaginazione moderna e umoristica.
Segue il periodo Diaphane dal 1965 al 1969 dove egli usa l’aerografo e grandi stampi.
Espone frequentemente anche all’estero. Tra le mostre più prestigiose si citano: Esposizione itinerante in Germania “Junge Malerei in Frankreich” (1955); Galerie Birch, Copenaghen (1956); X premio Lissone (1957); “La nouvelle Ecole de Paris”, Kunsthalle Mannheim (1958); VI Biennale di San Paolo del Brasile (1961); “L’art français contemporain”, Belgrado e Zagabria (1963).
Partecipa anche ai Salons de Moins de Treinte ans, Salon du Jazz, des Réalités Nouvelles, Salon de Mai, Salon Comparaison, Salon d’Automne (dal 1962 fino ai giorni nostri e dove, nel 1983, gli è stata organizzata una mostra con trentacinque tele degli anni cinquanta).
Nel 1980 espone a Saint-Germain-de-Près in occasione dell’esposizione “Peintres de l’Abstraction lyrique 1946-1956”.
Dall’aprile all’agosto 2006 sue opere sono richieste dal Musée de Luxembourg di Parigi in occasione dell’esposizione “L’envolée lyrique”, la prima mostra dettagliata e completa sul tema dell’astrazione lirica. L’evento è stato accompagnato dalla pubblicazione di un esaustivo catalogo che illustra oltre un centinaio di opere.
Nel 2008 la Galerie Arnoux di Parigi rende omaggio al grande Maestro con la mostra “Oscar Gauthier Peintures des années 40 à aujourd’hui”. Per l’occasione è stata presentata la nuova monografia a cura di Patrick Gilles Persin.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Australia
Belgio
Canada
Danimarca
Germania
Gran Bretagna
Lussemburgo
Norvegia
Parigi, Musée National d’Art Moderne, Georges Pompidou, Musée d’Art Moderne de la ville, Centre National d’Art Contemporain C.N.A.C., Fonds Municipal d’Art Contemporain d’Ivry-sur-Seine, F.M.A.C., Musée d’Art Contemporain de Dunkerque L.A.A.C., Musée de Montbeliard, Francia
Stati Uniti
Svezia
Svizzera
Sue opere sono inoltre conservate presso collezioni pubbliche, società e collezioni private in Francia, Germania, Gran Bretagna, Austria, Belgio, Danimarca, Italia, Lussemburgo, Norvegia, Svezia, Svizzera come pure Stati Uniti, Messico, Canada, Australia e Giappone.
Bibliografia:
E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976; L. Harambourg, Oscar Gauthier, Paris, Galerie Arnoux, Editions de la Difference, 1987; L. Harambourg, L’Ecole de Paris, 1945-1965, Neuchâtel, Ides & Calendes, 1993; P. G. Persin, Oscar Gauthier, Parigi, Art in progress, 2008