Enrico Prampolini
Modena, 1894 – Roma, 1956
Prampolini, pittore, scenografo e scultore è considerato il più illustre rappresentante della seconda generazione futurista. Le opere del 1912-13 coincidono con le prime esperienze del movimento futurista. Filiberto Menna,storico dell’arte, dopo un accurato studio su Prampolini, definisce la sua arte strettamente legata ai due maggiori esponenti del futurismo, Boccioni e Balla.
La vicenda artistica di Prampolini prende avvio dagli studi prima intrapresi a Lucca, a Chiaravalle Marche, a Torino e Roma dove frequenta giovanissimo l'Accademia di Belle Arti. A seguito dell’allontanamento causato dalla pubblicazione e divulgazione di un manifesto anticonformista, nel 1912 prende parte al movimento futurista; frequenta assiduamente lo studio di Giacomo Balla ed espone in piazza Colonna a Roma i suoi primi quadri. Filippo Menna scrive di lui: Con Prampolini l’opera d’arte assume ben presto l’aspetto concreto di un oggetto autonomo dai contenuti spirituali dell’autore […] la macchina acquista infatti il significato di un modello in grado di richiamare l’artista ad una maggiore oggettività, al rigore strutturale e in definitiva a una più marcata funzione sociale. […] Si trasforma così in un oggetto, in un’opera-oggetto che nella sua concretezza supera anche i confini abituali tra pittura e scultura..
Nel 1916 dirige la rivista “Avanscoperta” con L. Folgore e nel 1917 fonda la rivista “Noi”. Qualche anno dopo espone e collabora con Savinio, De Pisis, De Chirico, Carrà e Soffici. Tra le due guerre l’artista si tiene in stretto contatto con gli ambienti dell'avanguardia europea, recandosi a Ginevra, Praga e per ultima Berlino, nel 1922, doveentra in contatto con gli artisti del gruppo “Der Sturm”, quali Arp, Chagall, Kandinskij e Campendonk.
Nel corso dei vari viaggi e dei suoi molteplici confronti con gli artisti, è proprio sotto l’influsso dell’ambiente del Bauhaus che matura una nuova ricerca stilistica il cui fine è trasportare l’uomo in una dimensione nuova di ordine meta-fisico e meta-psichico. Stabilitosi a Parigi per un lungo periodo (1925-37), prende parte dei gruppi “Cercle et carré” e “Abstraction-Création” e fondò il “Gruppo 40”. Felicemente attivo anche come organizzatore, fondò la Casa d'arte italiana (Roma, 1917-21), il Teatro della pantomima futurista (Parigi, Torino, Milano, 1927-28), allestisce a Genova (1934) e a Roma (1936) la prima e la terza Mostra nazionale di plastica murale, con plastici e pannelli decorativi.
Nel 1945 fonda l'Art club, e prosegue nel suo impegno per la diffusione dell'arte astratta parallelamente alla sua attività pittorica che rimane sempre fedele all'astrazione pura e alla ricerca delle varie possibilità offerte dal polimaterismo.
Gli anni che seguono il 1930 segnano una nuova tappa nell’evoluzione artistica di Prampolini, ampliando gli orizzonti ad altre forme d’arte quali l’opera e il teatro. Di grande interesse è il suo contributo nel campo della scenografia /dove ha fatto scuola anche come costumista/, allestendo opere teatrali e musicali, come ad esempio al teatro dell’Opera di Roma; il nome dell’artista compare al fianco di Picasso, De Chirico e non solo, che hanno rinnovato la dimensione teatrale.
Notevole è l’eredità artistica che questi artisti ci hanno lasciato, attraverso schizzi e bozzetti di scenografie e costumi, che ora sono oggetto di studio per appassionati ed esperti nel settore. La vera innovazione di Prampolini è la scena, che non è più semplicemente uno sfondo immobile ma si presenta viva, animata, e interagisce fortemente con gli attori, dove proprio quest’ultimi si tramutano in elementi di forma e colore in sintonia con l’immagine e il movimento. Il suo slancio artistico non si spense mai e raggiunse la sua massima espressione in alcuni bozzetti per “I Racconti di Perrault (1942)”, “Caffè degli Specchi (1953)”, “I Sette Peccati (1955)”.
Musei ed esposizioni principali:
Seconda Mostra Nazionale di Plastica Murale per l’Edilizia Fascista, Palazzo Ducale Genova;
Seconda Mostra Nazionale di Plastica Murale per l'Edilizia Fascista in Italia e in Africa, Roma;
Padiglione del Futurismo, Esposizione Nazionale, Torino;
Museo d'arte MAGA di Gallarate, Varese;
MACRO-Museo d’arte contemporanea di Roma;
Bibliografia:
Scheiwiller V. (a c. di ), Prampolini futurista, 1912-1924; Prampolini, E., Il colore dei suoni, in “Gazzetta Ferrarese”, LXVI, 26 agosto 1913, n. 124; Prampolini E., Architettura e arte polimaterica, in “Documenti d’arte d’oggi”, Annuario MAC 1955-1956, Libreria Salto Editrice, Milano 1956-57; Enciclopedia Universale Seda della pittura moderna, 1969, Milano, Vol. IV;
La vicenda artistica di Prampolini prende avvio dagli studi prima intrapresi a Lucca, a Chiaravalle Marche, a Torino e Roma dove frequenta giovanissimo l'Accademia di Belle Arti. A seguito dell’allontanamento causato dalla pubblicazione e divulgazione di un manifesto anticonformista, nel 1912 prende parte al movimento futurista; frequenta assiduamente lo studio di Giacomo Balla ed espone in piazza Colonna a Roma i suoi primi quadri. Filippo Menna scrive di lui: Con Prampolini l’opera d’arte assume ben presto l’aspetto concreto di un oggetto autonomo dai contenuti spirituali dell’autore […] la macchina acquista infatti il significato di un modello in grado di richiamare l’artista ad una maggiore oggettività, al rigore strutturale e in definitiva a una più marcata funzione sociale. […] Si trasforma così in un oggetto, in un’opera-oggetto che nella sua concretezza supera anche i confini abituali tra pittura e scultura..
Nel 1916 dirige la rivista “Avanscoperta” con L. Folgore e nel 1917 fonda la rivista “Noi”. Qualche anno dopo espone e collabora con Savinio, De Pisis, De Chirico, Carrà e Soffici. Tra le due guerre l’artista si tiene in stretto contatto con gli ambienti dell'avanguardia europea, recandosi a Ginevra, Praga e per ultima Berlino, nel 1922, doveentra in contatto con gli artisti del gruppo “Der Sturm”, quali Arp, Chagall, Kandinskij e Campendonk.
Nel corso dei vari viaggi e dei suoi molteplici confronti con gli artisti, è proprio sotto l’influsso dell’ambiente del Bauhaus che matura una nuova ricerca stilistica il cui fine è trasportare l’uomo in una dimensione nuova di ordine meta-fisico e meta-psichico. Stabilitosi a Parigi per un lungo periodo (1925-37), prende parte dei gruppi “Cercle et carré” e “Abstraction-Création” e fondò il “Gruppo 40”. Felicemente attivo anche come organizzatore, fondò la Casa d'arte italiana (Roma, 1917-21), il Teatro della pantomima futurista (Parigi, Torino, Milano, 1927-28), allestisce a Genova (1934) e a Roma (1936) la prima e la terza Mostra nazionale di plastica murale, con plastici e pannelli decorativi.
Nel 1945 fonda l'Art club, e prosegue nel suo impegno per la diffusione dell'arte astratta parallelamente alla sua attività pittorica che rimane sempre fedele all'astrazione pura e alla ricerca delle varie possibilità offerte dal polimaterismo.
Gli anni che seguono il 1930 segnano una nuova tappa nell’evoluzione artistica di Prampolini, ampliando gli orizzonti ad altre forme d’arte quali l’opera e il teatro. Di grande interesse è il suo contributo nel campo della scenografia /dove ha fatto scuola anche come costumista/, allestendo opere teatrali e musicali, come ad esempio al teatro dell’Opera di Roma; il nome dell’artista compare al fianco di Picasso, De Chirico e non solo, che hanno rinnovato la dimensione teatrale.
Notevole è l’eredità artistica che questi artisti ci hanno lasciato, attraverso schizzi e bozzetti di scenografie e costumi, che ora sono oggetto di studio per appassionati ed esperti nel settore. La vera innovazione di Prampolini è la scena, che non è più semplicemente uno sfondo immobile ma si presenta viva, animata, e interagisce fortemente con gli attori, dove proprio quest’ultimi si tramutano in elementi di forma e colore in sintonia con l’immagine e il movimento. Il suo slancio artistico non si spense mai e raggiunse la sua massima espressione in alcuni bozzetti per “I Racconti di Perrault (1942)”, “Caffè degli Specchi (1953)”, “I Sette Peccati (1955)”.
Musei ed esposizioni principali:
Seconda Mostra Nazionale di Plastica Murale per l’Edilizia Fascista, Palazzo Ducale Genova;
Seconda Mostra Nazionale di Plastica Murale per l'Edilizia Fascista in Italia e in Africa, Roma;
Padiglione del Futurismo, Esposizione Nazionale, Torino;
Museo d'arte MAGA di Gallarate, Varese;
MACRO-Museo d’arte contemporanea di Roma;
Bibliografia:
Scheiwiller V. (a c. di ), Prampolini futurista, 1912-1924; Prampolini, E., Il colore dei suoni, in “Gazzetta Ferrarese”, LXVI, 26 agosto 1913, n. 124; Prampolini E., Architettura e arte polimaterica, in “Documenti d’arte d’oggi”, Annuario MAC 1955-1956, Libreria Salto Editrice, Milano 1956-57; Enciclopedia Universale Seda della pittura moderna, 1969, Milano, Vol. IV;
