André Derain
Chatou, Parigi, 1880 - Garches, 1954
Si iscrive alla Facoltà di Ingegneria per soddisfare i desideri dei genitori, ma interrompe gli studi per dedicarsi completamente alla pittura. Dal 1896 al 1898 frequenta l’Académie Carrière dove conosce Matisse. Nel 1901 instaura un legame d’amicizia con De Vlaminck, di pochi anni più vecchio, ed entrambi si trovano a dipingere nello stesso Atelier a Chatou, dando vita a quella che poi verrà chiamata l’Ecole de Chatou; qui dipingono le rive della Senna, i canottieri e i luoghi dove già erano stati gli Impressionisti. Lo stesso anno i due amici restano sconvolti dalla forza delle tele esposte alla mostra retrospettiva di Van Gogh e, influenzati dal maestro, cominciano a dipingere a grandi campiture di colore puro, senza ombre, né prospettiva.
Dopo il servizio militare Derain s’iscrive all’Académie Julian e s’installa in un Atelier di Rue Tourlaque a Montmartre che, intorno al 1905 è uno dei luoghi più frequentati dagli artisti. Comincia a copiare i capolavori del Louvre e l’amico De Vlaminck, che non condivide assolutamente la scelta, si stacca momentaneamente da lui. Dal 24 marzo al 30 aprile 1905 Derain espone al Salon des Indépendants.
Trascorre l’estate del 1905 a Collioure in compagnia di Matisse che lo presenta al mercante Ambroise Vollard; ritornato a Parigi, dal 18 ottobre al 25 novembre, partecipa al Salon d’Automne insieme a Matisse, De Vlaminck, Friesz, Manguin, e Van Dongen. La mostra è uno scandalo per la società benpensante di allora; questi pittori, che si erano allontanati dall’Impressionismo a causa della selvaggia violenza espressiva del colore, steso in tonalità forti e pure, sono indicati dal critico francese De Vauxcelles con l’appellativo di “Fauves”, ovvero “belve”. Per la qualità dei suoi lavori Derain si rivela presto una delle figure centrali del Fauvismo.
Il 30 gennaio 1906, su consiglio di Ambroise Vollard che comincia ad acquistargli parecchie opere, Derain parte per Londra, fermandosi fino a metà marzo. Da qui porta alcuni dei dipinti tra i più forti del periodo Fauve. Di ritorno a Parigi conosce Georges Braques con il quale compie un viaggio a l’Estaque, in Costa Azzurra. Nello stesso periodo fa amicizia con Picasso con il quale nel 1910 dipingerà a Cadaquès.
Quando, nell’autunno 1907, Derain visita l’atelier di Picasso presso il Bateau-Lavoir, resta sconvolto da Les Damoiselles d’Avignon. Nell’inverno dello stesso anno una crisi lo porta a distruggere numerose opere collocate nel suo atelier. E’ difficile riuscire a capire l’evoluzione della pittura di Derain in questo momento; egli non partecipa, né segue le vie aperte da Picasso e da Braques verso il cubismo analitico, ma intraprende un percorso del tutto personale.
Dal 1907 ha dubbi e ripensamenti sul Fauvismo che non lo soddisfa più. S’interessa all’arte africana trasmettendo la passione anche a Picasso; studia in maniera approfondita i maestri classici: Raffaello, Leonardo, Poussin, Corot ritornando ad una pittura sobria, alla sintesi dei grandi stili del passato con una personale sensibilità. Nel frattempo entra nella prestigiosa galleria parigina di Kahnweiler.
Lo scoppio della guerra lo sorprende a Montfavet dove aveva trascorso l’estate con Braque e Picasso; presto è costretto a partire per il fronte.
Nel 1916 gli viene organizzata una personale presso la galleria del mercante d’arte Paul Guillaume che lo sosterrà per tutta la vita. Nel 1919 realizza le decorazioni e i costumi per i Balletti Russi di Diaghilev nell’opera “La Boutique Fantasque” con musiche di Rossini.
Pittore di figure, di nudi, di paesaggi e, a partire dal 1920 di nature morte perfettamente costruite, il suo scopo è quello di realizzare la sintesi dei grandi stili del passato reinterpretandoli secondo una visione moderna. Nei ritratti e nei nudi, s’ispira spesso ai modelli della pittura classica; la ripetizione degli stessi soggetti risponde ad un suo peculiare interrogativo: come rendere la specificità dell’incarnato, il peso del corpo umano, il movimento delle mani ecc.? Derain trova la risposta nel continuo, esasperato esercizio. Ecco allora che esplora i limiti della pittura, sviscera tutti i suoi dubbi alla continua ricerca della verità. Derain non cerca di piacere, cerca il vero.
Nel 1928 vince il famoso premio Carnegie di Pittsburgh.
Tra il 1931 e il 1945 Derain non cerca nuove vie, ma il suo modo di dipingere si modifica. Approfondisce il lavoro sulla luce e sulle ombre; una specie di nuova freschezza e d’ingenuità caratterizzano le opere di questi anni, tant’è che Giacometti, dopo averle viste dichiara: “… tutte le tele di Derain, senza eccezione, mi hanno fatto fermare, tutte mi hanno costretto ad un lungo sguardo per cercare ciò che nascondevano […] mi hanno attirato, interessato e molto di più quelle dopo l’epoca Fauve…”.
Dal 1935 risiede a Chambourcy e torna sempre meno a Parigi. Dal 1939, pur continuando a dipingere, si dedica alla scultura.
In occasione dell’Esposizione Universale di Parigi del 1937 è allestita la mostra Maîtres de l’Art Contemporain al Petit Palais dove Derain espone trenta opere rappresentative della diversità dei suoi temi.
Nel 1940 una sua personale è organizzata alla Galleria Pierre Matisse di New York. Lo stesso anno, a fronte dell’avanzata tedesca, si sposta verso la Normandia insieme alla famiglia e ad André Utter. A fine ottobre tornano a Chambourcy e trovano la casa devastata; i tedeschi l’hanno occupata distruggendo gran parte delle opere ed i cortometraggi (alcuni dei quali realizzati con Braque). Ne riavrà la proprietà solo dopo la liberazione, nel 1944.
Nel dopoguerra partecipa ad una lunga serie di esposizioni personali e collettive: Galerie Bing, Parigi (1947); Galerie de Berri, Parigi (1949); David Finlay Galleries e Sidney Janis Gallery, New York - Kunsthalle di Berna, (1950); Galerie Roland Browse & Del Banco, Londra - “Le Fauvisme”, Musée National d’Art Moderne, Parigi (1951); “Le Fauvisme”, Musée de Beaux-Arts di Rennes (1951); “Modern French Masters”, Columbus ed Akron, Ohio, Worchester, Massachusetts - “Les Fauves”, Museum of Modern Art New York (1952-1953).
Tra le numerosissime esposizioni postume organizzate in suo onore si ricordano: Marcq-en-Baroeul nel 1981-82; Musée d’Art Moderne di Troyes, 1991; Musée de l’Orangerie di Parigi, 1991; Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, 1994; Musée Despiau-Wlérick a Mont-de-Marsan, 1995; Galerie Schmit, Parigi, 2003.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Grenoble; Marsiglia (Museo Cantini); Parigi (Musée National d’Art Moderne); Versailles – Francia; Basilea (Kunstmuseum); Berna – Svizzera; Chigago (Art Institute); Houston; New York (Museum of Moden Art); Pittsburgh (Carnegie Institute) – Stati Uniti; Colonia (Wallraf-Richartz Museum); Dusseldorf (Nordrhein-Westpahalen Musem) – Germania; Copenaghen (Statens Museum for Kunst) – Danimarca; Glasgow (Art Gallery); Leeds (City Art Gallery); Liverpool (The Walker Art Gallery); Londra (Tate Gallery) – Gran Bretagna; Mosca (Museo Pouchkine); Sant Pietroburgo (Hermitage) – Unione Sovietica; Ottawa (National Gallery of Canada) - Canada; Praga (Museo Nazionale) – Repubblica Ceca.
Bibliografia:
Collection Jean Walter – Paul Guillaume, Catalogue, Orangerie des Tuileries, Paris, 1966 ; Derain, Accademia di Francia a Roma, Roma, Edizioni dell’Elefante, 1976; P. Cabanne, André Derain, Parigi, Somogy, 1990 ; Un certain Derain, Paris, Parigi, Musée de l’Orangerie, Reunion des Musée Nationaux, 1991; André Derain, Le peintre du « trouble moderne », Paris Musées, 1994 ; N. Kalitina, A. Barskaia, E. Gheorghievskaia, André Derain, Le peintre à l’epreuve du feu, Bournemouth, Parkstone Aurora, 1995 ; M. Kellermann, André Derain, Catalogue raisonnée de l’œuvre peint, Editions Galerie Schmit, Parigi, 1996 ; Le fauvisme ou “l’épreuve du feu” Eruption de la modernità en Europe, Edition des musées de la Ville de Paris, 1999 ; I Fauves e la critica, a cura di Maithé Vallès-Bled, Milano, Electa, 1999 ; Les années fauves, 1904-1908, Paris, Somogy Editions d’art, 2000 ; Da Puvis de Chavannes a Matisse e Picasso, Verso l’arte moderna, a cura di S. Lemoine, Bompiani, 2002 ; André Derain, 1880-1954, Parigi, Galerie Schmit, 2003; André Derain, Centre d’Art Contemporain, Istres ; Da Renoir a Picasso, un secolo d’arte al Petit Palais di Ginevra, a cura di Paola Gribaudo, Milano, Electa, 2001; Da Caillebotte a Picasso, I capolavori della collezione Oscar Ghez dal Museo del Petit Palais di Ginevra a cura di L. Caramel, N. Sainte Fare Garnot, G. Gentry, Milano, Mazzotta, 2003.
© André Derain, by SIAE 2023
Dopo il servizio militare Derain s’iscrive all’Académie Julian e s’installa in un Atelier di Rue Tourlaque a Montmartre che, intorno al 1905 è uno dei luoghi più frequentati dagli artisti. Comincia a copiare i capolavori del Louvre e l’amico De Vlaminck, che non condivide assolutamente la scelta, si stacca momentaneamente da lui. Dal 24 marzo al 30 aprile 1905 Derain espone al Salon des Indépendants.
Trascorre l’estate del 1905 a Collioure in compagnia di Matisse che lo presenta al mercante Ambroise Vollard; ritornato a Parigi, dal 18 ottobre al 25 novembre, partecipa al Salon d’Automne insieme a Matisse, De Vlaminck, Friesz, Manguin, e Van Dongen. La mostra è uno scandalo per la società benpensante di allora; questi pittori, che si erano allontanati dall’Impressionismo a causa della selvaggia violenza espressiva del colore, steso in tonalità forti e pure, sono indicati dal critico francese De Vauxcelles con l’appellativo di “Fauves”, ovvero “belve”. Per la qualità dei suoi lavori Derain si rivela presto una delle figure centrali del Fauvismo.
Il 30 gennaio 1906, su consiglio di Ambroise Vollard che comincia ad acquistargli parecchie opere, Derain parte per Londra, fermandosi fino a metà marzo. Da qui porta alcuni dei dipinti tra i più forti del periodo Fauve. Di ritorno a Parigi conosce Georges Braques con il quale compie un viaggio a l’Estaque, in Costa Azzurra. Nello stesso periodo fa amicizia con Picasso con il quale nel 1910 dipingerà a Cadaquès.
Quando, nell’autunno 1907, Derain visita l’atelier di Picasso presso il Bateau-Lavoir, resta sconvolto da Les Damoiselles d’Avignon. Nell’inverno dello stesso anno una crisi lo porta a distruggere numerose opere collocate nel suo atelier. E’ difficile riuscire a capire l’evoluzione della pittura di Derain in questo momento; egli non partecipa, né segue le vie aperte da Picasso e da Braques verso il cubismo analitico, ma intraprende un percorso del tutto personale.
Dal 1907 ha dubbi e ripensamenti sul Fauvismo che non lo soddisfa più. S’interessa all’arte africana trasmettendo la passione anche a Picasso; studia in maniera approfondita i maestri classici: Raffaello, Leonardo, Poussin, Corot ritornando ad una pittura sobria, alla sintesi dei grandi stili del passato con una personale sensibilità. Nel frattempo entra nella prestigiosa galleria parigina di Kahnweiler.
Lo scoppio della guerra lo sorprende a Montfavet dove aveva trascorso l’estate con Braque e Picasso; presto è costretto a partire per il fronte.
Nel 1916 gli viene organizzata una personale presso la galleria del mercante d’arte Paul Guillaume che lo sosterrà per tutta la vita. Nel 1919 realizza le decorazioni e i costumi per i Balletti Russi di Diaghilev nell’opera “La Boutique Fantasque” con musiche di Rossini.
Pittore di figure, di nudi, di paesaggi e, a partire dal 1920 di nature morte perfettamente costruite, il suo scopo è quello di realizzare la sintesi dei grandi stili del passato reinterpretandoli secondo una visione moderna. Nei ritratti e nei nudi, s’ispira spesso ai modelli della pittura classica; la ripetizione degli stessi soggetti risponde ad un suo peculiare interrogativo: come rendere la specificità dell’incarnato, il peso del corpo umano, il movimento delle mani ecc.? Derain trova la risposta nel continuo, esasperato esercizio. Ecco allora che esplora i limiti della pittura, sviscera tutti i suoi dubbi alla continua ricerca della verità. Derain non cerca di piacere, cerca il vero.
Nel 1928 vince il famoso premio Carnegie di Pittsburgh.
Tra il 1931 e il 1945 Derain non cerca nuove vie, ma il suo modo di dipingere si modifica. Approfondisce il lavoro sulla luce e sulle ombre; una specie di nuova freschezza e d’ingenuità caratterizzano le opere di questi anni, tant’è che Giacometti, dopo averle viste dichiara: “… tutte le tele di Derain, senza eccezione, mi hanno fatto fermare, tutte mi hanno costretto ad un lungo sguardo per cercare ciò che nascondevano […] mi hanno attirato, interessato e molto di più quelle dopo l’epoca Fauve…”.
Dal 1935 risiede a Chambourcy e torna sempre meno a Parigi. Dal 1939, pur continuando a dipingere, si dedica alla scultura.
In occasione dell’Esposizione Universale di Parigi del 1937 è allestita la mostra Maîtres de l’Art Contemporain al Petit Palais dove Derain espone trenta opere rappresentative della diversità dei suoi temi.
Nel 1940 una sua personale è organizzata alla Galleria Pierre Matisse di New York. Lo stesso anno, a fronte dell’avanzata tedesca, si sposta verso la Normandia insieme alla famiglia e ad André Utter. A fine ottobre tornano a Chambourcy e trovano la casa devastata; i tedeschi l’hanno occupata distruggendo gran parte delle opere ed i cortometraggi (alcuni dei quali realizzati con Braque). Ne riavrà la proprietà solo dopo la liberazione, nel 1944.
Nel dopoguerra partecipa ad una lunga serie di esposizioni personali e collettive: Galerie Bing, Parigi (1947); Galerie de Berri, Parigi (1949); David Finlay Galleries e Sidney Janis Gallery, New York - Kunsthalle di Berna, (1950); Galerie Roland Browse & Del Banco, Londra - “Le Fauvisme”, Musée National d’Art Moderne, Parigi (1951); “Le Fauvisme”, Musée de Beaux-Arts di Rennes (1951); “Modern French Masters”, Columbus ed Akron, Ohio, Worchester, Massachusetts - “Les Fauves”, Museum of Modern Art New York (1952-1953).
Tra le numerosissime esposizioni postume organizzate in suo onore si ricordano: Marcq-en-Baroeul nel 1981-82; Musée d’Art Moderne di Troyes, 1991; Musée de l’Orangerie di Parigi, 1991; Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, 1994; Musée Despiau-Wlérick a Mont-de-Marsan, 1995; Galerie Schmit, Parigi, 2003.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Grenoble; Marsiglia (Museo Cantini); Parigi (Musée National d’Art Moderne); Versailles – Francia; Basilea (Kunstmuseum); Berna – Svizzera; Chigago (Art Institute); Houston; New York (Museum of Moden Art); Pittsburgh (Carnegie Institute) – Stati Uniti; Colonia (Wallraf-Richartz Museum); Dusseldorf (Nordrhein-Westpahalen Musem) – Germania; Copenaghen (Statens Museum for Kunst) – Danimarca; Glasgow (Art Gallery); Leeds (City Art Gallery); Liverpool (The Walker Art Gallery); Londra (Tate Gallery) – Gran Bretagna; Mosca (Museo Pouchkine); Sant Pietroburgo (Hermitage) – Unione Sovietica; Ottawa (National Gallery of Canada) - Canada; Praga (Museo Nazionale) – Repubblica Ceca.
Bibliografia:
Collection Jean Walter – Paul Guillaume, Catalogue, Orangerie des Tuileries, Paris, 1966 ; Derain, Accademia di Francia a Roma, Roma, Edizioni dell’Elefante, 1976; P. Cabanne, André Derain, Parigi, Somogy, 1990 ; Un certain Derain, Paris, Parigi, Musée de l’Orangerie, Reunion des Musée Nationaux, 1991; André Derain, Le peintre du « trouble moderne », Paris Musées, 1994 ; N. Kalitina, A. Barskaia, E. Gheorghievskaia, André Derain, Le peintre à l’epreuve du feu, Bournemouth, Parkstone Aurora, 1995 ; M. Kellermann, André Derain, Catalogue raisonnée de l’œuvre peint, Editions Galerie Schmit, Parigi, 1996 ; Le fauvisme ou “l’épreuve du feu” Eruption de la modernità en Europe, Edition des musées de la Ville de Paris, 1999 ; I Fauves e la critica, a cura di Maithé Vallès-Bled, Milano, Electa, 1999 ; Les années fauves, 1904-1908, Paris, Somogy Editions d’art, 2000 ; Da Puvis de Chavannes a Matisse e Picasso, Verso l’arte moderna, a cura di S. Lemoine, Bompiani, 2002 ; André Derain, 1880-1954, Parigi, Galerie Schmit, 2003; André Derain, Centre d’Art Contemporain, Istres ; Da Renoir a Picasso, un secolo d’arte al Petit Palais di Ginevra, a cura di Paola Gribaudo, Milano, Electa, 2001; Da Caillebotte a Picasso, I capolavori della collezione Oscar Ghez dal Museo del Petit Palais di Ginevra a cura di L. Caramel, N. Sainte Fare Garnot, G. Gentry, Milano, Mazzotta, 2003.
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