Jean-Louis Forain
Reims, Francia 1852 - Parigi, 1931
La sua pittura è presa essenzialmente dal vivo; spesso Forain vaga per le strade e nei cafés-chantants e nulla sfugge alla sua matita incisiva e graffiante. La sua prima esposizione personale si tiene nel 1890 presso la Galerie Boussod-Valadon, diretta da Théo Van Gogh, sul boulevard Montmartre.
Allievo di Gérôme e di Carpeaux all’Ecole des Beaux-Arts di Parigi, l’abbandona presto per continuare gli studi in completa autonomia e indipendenza, frequentando il Louvre ed esercitandosi sulle opere dei grandi maestri, soprattutto Rembrandt. Incoraggiato da Carpeaux a disegnare per i giornali, entra nella cerchia di artisti e scrittori bohémiens di cui fanno parte anche Manet, Degas, Verlaine e Rimbaud. Dal 1876 collabora con “La Cravache”; negli anni seguenti lavora per i periodici “Le Journal amusant”, “Le Figaro”, “L’Echo de Paris”, “Le Courrier français”. Grazie a questo impiego frequenta gli ambienti più esclusivi della società parigina: il mondo del teatro, dello spettacolo, delle lettere, annotando con tratto critico vizi e virtù dei vari personaggi, come già facevano Steinlen, Caran d’Ache e Toulouse-Lautrec.
E’ curioso notare come un personaggio che non esita a svelare i segreti più intimi dei contemporanei, sia così schivo e geloso della propria vita privata. Frequenta il caffè della “Nouvelle Athènes”, situato in Place Pigalle a Montmartre e risulta simpatico a tutti per la prontezza d’ingegno, lo slancio e l’ironia che lo caratterizzano. Il lavoro presso i giornali gli lascia ben poco tempo per dipingere, ma riesce comunque ad esporre al Salon ufficiale, dove viene ammesso per la prima volta nel 1884 e alle mostre degli amici Impressionisti, per i quali ha una forte ammirazione, nel 1879, 1880, 1881 e 1886.
La sua pittura è presa essenzialmente dal vivo; spesso Forain vaga per le strade e nei cafés-chantants e nulla sfugge alla sua matita incisiva e graffiante. Il mondo del balletto dell’Opera e delle giovani donne senza scrupoli gli fornisce numerosi soggetti per i quadri dai toni spesso cupi, scuri a volte monocromi. La grande passione per la danza, lo porta ad eseguire innumerevoli opere in cui descrive il corpo femminile in movimento.
Il mondo dello spettacolo è per lui un luogo privilegiato di osservazione. Forain ama passeggiare dietro le quinte, nei camerini delle ballerine e delle attrici, ascoltare le conversazioni e vedere l’attrattiva che queste hanno sugli ammiratori, spesso anziani, con i quali si intrattengono al termine degli spettacoli.
Dipingendo scene di questo tipo l’artista denuncia la condizione sociale di queste giovani donne spesso obbligate a prostituirsi per sopravvivere. Il netto contrasto tra la scura massa che rappresenta la figura dell’ammiratore e la fragile silhouette femminile esprime chiaramente il messaggio moralista.
Forain ama molto la vita notturna, adora uscire, la sua agenda è fitta di impegni: balli, cene, serate al Jockey Club o al Cercle de L’Union Artistique.
Da Maxim’s c’é sempre un tavolo a lui riservato. L’amico Jacques-Emile Blanche, ritrattista mondano per eccellenza, osserva che se Forain manifesta una certa curiosità per l’ “High life” è solo per esprimere un giudizio indubbiamente critico; la sua conversazione è irta di cattiverie, ma gli si perdona tutto per la straordinaria presenza di spirito.
La sua prima esposizione personale si tiene nel 1890 presso la Galerie Boussod-Valadon, diretta da Théo Van Gogh, sul boulevard Montmartre.
Nel 1892, lo scandalo politico finanziario della Compagnia Universale del Canale Interoceanico di Panama, gli offre l’occasione per osservare e descrivere gli uomini d’affari e i politici corrotti coinvolti nella vicenda e riunire questi disegni in albums tematici: L’Album Forain, La Commedia parigina (1892); I Tempi difficili, Noi, voi, loro (1893); Dolce paese (1897).
Forain non disegna dal vivo ma si limita ad annotare su piccoli quaderni (dai quali non si separa mai) i movimenti e le attitudini della gente, oppure fissa nell’incredibile memoria visiva tutto ciò che è oggetto del suo interesse.
Quando nel 1898 scoppia l’affare “Dreyfus”, Forain e l’amico Caran d’Ache fondano il giornale “Pss’t”, per esprimere le loro idee antisemite sulla questione. In seguito fonda “Le Fifre” ed è tra i membri della Societé des Humoristes.
Nazionalista convinto, difensore della patria e dell’esercito francese, deplora l’abbandono dell’Alsazia e della Lorena alla Germania, in seguito alla sconfitta francese durante la prima guerra mondiale. La sua personale battaglia patriottica culmina con la lunga serie di illustrazioni riguardanti il conflitto che, riunite nell’album De la Marne au Rhin, vengono pubblicate da “Le Figaro”.
Dopo mezzo secolo di attività giornalistica, nel 1925, l’artista invia il suo ultimo disegno al “Le Figaro” per dedicarsi completamente alla pittura. Nel 1932 espone al Salon de la Societé Nationale des Beaux-Arts.
Forain ama molto la poesia; tutte le mattine e tutte le sere recita alla moglie Jeanne i versi dei poeti preferiti, suoi amici, Verlaine, Rimbaud, Baudelaire.
Nel 1995 la Fondation de l’Heremitage a Losanna riunisce una sua esposizione antologica e nel 1996 la Galerie Hopkins-Thomas organizza un’importante personale.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Parigi (Musée d’Orsay, Musée Marmottan), Auvers-sur-Oise (Musée de l’Absinthe) - Francia; Ottawa (National Gallery of Canada) Canada; San Pietroburgo (Ermitage) Unione Sovietica; Londra (National Gallery) Gran Bretagna; Edimburgo (Aberdeen Art Gallery and Museums) Scozia; San Francisco (Fine Arts Museum); Washington (National Gallery of Art); Rhode-Island (Museum of Art School of Design); Memphis (Museo Dixon) – Stati Uniti.
Bibliografia:
Societé Nationale des Beaux-Arts, Catalogue officiel illustré, Salon 1932; B. Thomson, The Post-Impressionists, Oxford, Phaidon, 1983; B. Chavanne, B. Gaudichon, Catalogue Raisonné des peintures des XIX et XX siècle dans les collections du Musée de la Ville de Poitiers et de la Societé des Antiquaires de l’Ouest, 1988; T. Reef, F. Valdés-Forain, Jean-Louis Forain, The Impressionist Years, Memphis, The Dixon Gallery and Gardens Collection, 1995; Jean-Louis Forain, Les années impressionnistes et post-impressionnistes, Paris, La Bibliothèque des Arts, 1995; M.-C. Delahaye, B. Noël, Absinthe, muse des peintres, Paris, Les Editions de l’Amateur, 1999; Da Renoir a Picasso, un secolo d’arte al Petit Palais di Ginevra, a cura di Paola Gribaudo, Milano, Electa, 2001; Da Caillebotte a Picasso, I capolavori della collezione Oscar Ghez dal Museo del Petit Palais di Ginevra a cura di L. Caramel, N. Sainte Fare Garnot, G. Gentry, Milano, Mazzotta, 2003.
E’ curioso notare come un personaggio che non esita a svelare i segreti più intimi dei contemporanei, sia così schivo e geloso della propria vita privata. Frequenta il caffè della “Nouvelle Athènes”, situato in Place Pigalle a Montmartre e risulta simpatico a tutti per la prontezza d’ingegno, lo slancio e l’ironia che lo caratterizzano. Il lavoro presso i giornali gli lascia ben poco tempo per dipingere, ma riesce comunque ad esporre al Salon ufficiale, dove viene ammesso per la prima volta nel 1884 e alle mostre degli amici Impressionisti, per i quali ha una forte ammirazione, nel 1879, 1880, 1881 e 1886.
La sua pittura è presa essenzialmente dal vivo; spesso Forain vaga per le strade e nei cafés-chantants e nulla sfugge alla sua matita incisiva e graffiante. Il mondo del balletto dell’Opera e delle giovani donne senza scrupoli gli fornisce numerosi soggetti per i quadri dai toni spesso cupi, scuri a volte monocromi. La grande passione per la danza, lo porta ad eseguire innumerevoli opere in cui descrive il corpo femminile in movimento.
Il mondo dello spettacolo è per lui un luogo privilegiato di osservazione. Forain ama passeggiare dietro le quinte, nei camerini delle ballerine e delle attrici, ascoltare le conversazioni e vedere l’attrattiva che queste hanno sugli ammiratori, spesso anziani, con i quali si intrattengono al termine degli spettacoli.
Dipingendo scene di questo tipo l’artista denuncia la condizione sociale di queste giovani donne spesso obbligate a prostituirsi per sopravvivere. Il netto contrasto tra la scura massa che rappresenta la figura dell’ammiratore e la fragile silhouette femminile esprime chiaramente il messaggio moralista.
Forain ama molto la vita notturna, adora uscire, la sua agenda è fitta di impegni: balli, cene, serate al Jockey Club o al Cercle de L’Union Artistique.
Da Maxim’s c’é sempre un tavolo a lui riservato. L’amico Jacques-Emile Blanche, ritrattista mondano per eccellenza, osserva che se Forain manifesta una certa curiosità per l’ “High life” è solo per esprimere un giudizio indubbiamente critico; la sua conversazione è irta di cattiverie, ma gli si perdona tutto per la straordinaria presenza di spirito.
La sua prima esposizione personale si tiene nel 1890 presso la Galerie Boussod-Valadon, diretta da Théo Van Gogh, sul boulevard Montmartre.
Nel 1892, lo scandalo politico finanziario della Compagnia Universale del Canale Interoceanico di Panama, gli offre l’occasione per osservare e descrivere gli uomini d’affari e i politici corrotti coinvolti nella vicenda e riunire questi disegni in albums tematici: L’Album Forain, La Commedia parigina (1892); I Tempi difficili, Noi, voi, loro (1893); Dolce paese (1897).
Forain non disegna dal vivo ma si limita ad annotare su piccoli quaderni (dai quali non si separa mai) i movimenti e le attitudini della gente, oppure fissa nell’incredibile memoria visiva tutto ciò che è oggetto del suo interesse.
Quando nel 1898 scoppia l’affare “Dreyfus”, Forain e l’amico Caran d’Ache fondano il giornale “Pss’t”, per esprimere le loro idee antisemite sulla questione. In seguito fonda “Le Fifre” ed è tra i membri della Societé des Humoristes.
Nazionalista convinto, difensore della patria e dell’esercito francese, deplora l’abbandono dell’Alsazia e della Lorena alla Germania, in seguito alla sconfitta francese durante la prima guerra mondiale. La sua personale battaglia patriottica culmina con la lunga serie di illustrazioni riguardanti il conflitto che, riunite nell’album De la Marne au Rhin, vengono pubblicate da “Le Figaro”.
Dopo mezzo secolo di attività giornalistica, nel 1925, l’artista invia il suo ultimo disegno al “Le Figaro” per dedicarsi completamente alla pittura. Nel 1932 espone al Salon de la Societé Nationale des Beaux-Arts.
Forain ama molto la poesia; tutte le mattine e tutte le sere recita alla moglie Jeanne i versi dei poeti preferiti, suoi amici, Verlaine, Rimbaud, Baudelaire.
Nel 1995 la Fondation de l’Heremitage a Losanna riunisce una sua esposizione antologica e nel 1996 la Galerie Hopkins-Thomas organizza un’importante personale.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Parigi (Musée d’Orsay, Musée Marmottan), Auvers-sur-Oise (Musée de l’Absinthe) - Francia; Ottawa (National Gallery of Canada) Canada; San Pietroburgo (Ermitage) Unione Sovietica; Londra (National Gallery) Gran Bretagna; Edimburgo (Aberdeen Art Gallery and Museums) Scozia; San Francisco (Fine Arts Museum); Washington (National Gallery of Art); Rhode-Island (Museum of Art School of Design); Memphis (Museo Dixon) – Stati Uniti.
Bibliografia:
Societé Nationale des Beaux-Arts, Catalogue officiel illustré, Salon 1932; B. Thomson, The Post-Impressionists, Oxford, Phaidon, 1983; B. Chavanne, B. Gaudichon, Catalogue Raisonné des peintures des XIX et XX siècle dans les collections du Musée de la Ville de Poitiers et de la Societé des Antiquaires de l’Ouest, 1988; T. Reef, F. Valdés-Forain, Jean-Louis Forain, The Impressionist Years, Memphis, The Dixon Gallery and Gardens Collection, 1995; Jean-Louis Forain, Les années impressionnistes et post-impressionnistes, Paris, La Bibliothèque des Arts, 1995; M.-C. Delahaye, B. Noël, Absinthe, muse des peintres, Paris, Les Editions de l’Amateur, 1999; Da Renoir a Picasso, un secolo d’arte al Petit Palais di Ginevra, a cura di Paola Gribaudo, Milano, Electa, 2001; Da Caillebotte a Picasso, I capolavori della collezione Oscar Ghez dal Museo del Petit Palais di Ginevra a cura di L. Caramel, N. Sainte Fare Garnot, G. Gentry, Milano, Mazzotta, 2003.
