Pinchus Kremegne
Zaloudock, Vilnia, Bielorussia, 1890 - Céret, Francia, 1981
Dopo le esitazioni tra scultura e pittura dei primi anni di formazione, e dopo alcune tele di tendenza simbolista, trova in Van Gogh e Cézanne i suoi veri maestri. A loro fa riferimento nel tentativo di eseguire opere che esprimano il suo tormento interiore. Verso il 1916, l’ammirazione e lo studio di Derain e Vlaminck, lo portano a dipingere una serie di nudi rossi, paesaggi e nature morte il cui veemente grafismo e l’acceso colorismo lo fanno assomigliare ad un artista Fauve.
Ultimo dei nove figli nati da una famiglia religiosa e modesta, nel 1909 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Vilnia (una delle scuole più importanti, fondata nel 1886) dove studia scultura e conosce Soutine e Kikoïne. Resosi conto di non avere possibilità di avvenire nella Russia antisemita del tempo, nel 1912 decide di partire per Parigi come clandestino. Arriva nella capitale e si stabilisce nella celebre costruzione di Vaugirard, “La Ruche”, il gran falansterio che ospita molti artisti emigrati; qui frequenta soprattutto Kostia Terechkovitch e Lazare Volovick. A seguito del suo consiglio, Soutine lo raggiunge nel 1913.
Lo stesso anno Krémègne espone tre opere scultoree al Salon des Indépendants, ma nel 1915 abbandona la scultura per dedicarsi alla pittura.
Nella capitale francese scopre i musei e le gallerie dove sono esposte le opere degli Impressionisti, dei Fauves e dei Cubisti, ma la sua pittura è soprattutto, di matrice espressionista. A Montparnasse frequenta soprattutto Marc Chagall, Michel Kikoïne, André Derain, Maurice de Vlaminck, Max Jacob. L’amico Modigliani esegue un suo ritratto. I primi ad acquistare le sue opere sono i mercanti Chéron, Zborowski e Paul Guillaume. Nel 1918 scopre Céret, nel Sud della Francia; vi soggiorna spesso e questo villaggio con i suoi dintorni diventa il luogo preferito d’ispirazione.
La prima mostra personale documentata ha luogo nel 1919 presso la Galerie Jacques Povolozki di Parigi, seguita da molte altre nelle maggiori gallerie della capitale (Galerie La Licorne, Champigny, Van Leer, Druet, Gerbo, Creuze, Art vivant, Mouradian-Vallotton, Durand-Ruel, Jacques Chalom, Colette Dubois).
Dopo le esitazioni tra scultura e pittura dei primi anni di formazione, e dopo alcune tele di tendenza simbolista, trova in Van Gogh e Cézanne i suoi veri maestri. A loro fa riferimento nel tentativo di eseguire opere che esprimano il suo tormento interiore. Verso il 1916, l’ammirazione e lo studio di Derain e Vlaminck, lo portano a dipingere una serie di nudi rossi, paesaggi e nature morte il cui veemente grafismo e l’acceso colorismo lo fanno assomigliare ad un artista Fauve.
A partire dal 1920 inizia una serie di viaggi: in Corsica (1923), a Cagnes-sur-Mer (1928-29) e in Scandinavia, da dove ritorna con diversi ritratti di contadini. Dal 1924 dipinge una serie di grandi nature morte dalla solida costruzione che costituiscono una parte importante della sua produzione fino al 1939. Per Krémègne la pittura è prima di tutto (riprendendo un termine caro a Cézanne) un “fatto plastico” ed il soggetto è sempre un mero pretesto.
Nel 1940, a causa della guerra, si rifugia a Turenne, in Corrèze; partecipa al lavoro nei campi e una galleria gli fornisce dei colori perché egli possa continuare a dipingere. Alla Liberazione rientra a Parigi e si stabilisce in un atelier di rue François-Guibert; dal 1949 al 1956 soggiorna in Israele organizzando parallelamente mostre personali in tutto il mondo: nel 1954 alla Redfern Gallery di Londra, nel 1958 alla Coloman Art Gallery di Philadelphia, nel 1960 e 1964 alla Adams Gallery di Londra, nel 1960 al Musée des Beaux-Arts di Rouen.
Negli anni Sessanta Krémègne acquista un terreno a Céret sul quale fa costruire la sua “casa-studio” dove risiederà fino alla fine, avvenuta nella primavera del 1981.
Krémègne, come molti altri artisti emigrati dall’Europa Centrale, ebbe il merito di introdurre una corrente di natura espressionista nell’Ecole de Paris, in particolare, il suo fu detto l’ “Espressionismo sublimato”.
Nel 1990 il Musée d’Art Moderne di Céret gli dedica un’importante retrospettiva, ripetuta nel 1996 presso il Musée des Beaux-Arts di Chartres. Nel 1998 la Galerie Aittouares di Parigi allestisce un’esposizione in suo onore.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Berna (Kunstmuseum),
Ginevra, (Pétit Palais, Musée d’Art Moderne), Svizzera
Céret (Musée d’Art Moderne), Francia
Mosca, Russia
Tel Aviv, Israele
Bibliografia:
R. Nacenta, La Scuola di Parigi, Istituto Geografico de Agostini, Novara, 1960; Artistes russes de l’Ecole de Paris, Petit Palais, Musée d’Art Moderne, Ginevra, 1989; G. Diehl, Kremegne, L’expressionnisme sublimé, Paris, Navarin Editeur, 1990; N. Nieszawer, M. Boyé, P. Fogel, Peintres Juif à Paris, Ecole de Paris, Paris, Editions Denoël, 2000 ; Da Renoir a Picasso, un secolo d’arte al Petit Palais di Ginevra, a cura di Paola Gribaudo, Milano, Electa, 2001; A. M. Darmon, Autour de l’art juif, Ecyclopédie des peintres, photographes et sculpteurs, Chatou, Editions Carnot, 2003; Da Caillebotte a Picasso, I capolavori della collezione Oscar Ghez dal Museo del Petit Palais di Ginevra a cura di L. Caramel, N. Sainte Fare Garnot, G. Gentry, Milano, Mazzotta, 2003.
© Pinchus Kremegne, by SIAE 2024
Lo stesso anno Krémègne espone tre opere scultoree al Salon des Indépendants, ma nel 1915 abbandona la scultura per dedicarsi alla pittura.
Nella capitale francese scopre i musei e le gallerie dove sono esposte le opere degli Impressionisti, dei Fauves e dei Cubisti, ma la sua pittura è soprattutto, di matrice espressionista. A Montparnasse frequenta soprattutto Marc Chagall, Michel Kikoïne, André Derain, Maurice de Vlaminck, Max Jacob. L’amico Modigliani esegue un suo ritratto. I primi ad acquistare le sue opere sono i mercanti Chéron, Zborowski e Paul Guillaume. Nel 1918 scopre Céret, nel Sud della Francia; vi soggiorna spesso e questo villaggio con i suoi dintorni diventa il luogo preferito d’ispirazione.
La prima mostra personale documentata ha luogo nel 1919 presso la Galerie Jacques Povolozki di Parigi, seguita da molte altre nelle maggiori gallerie della capitale (Galerie La Licorne, Champigny, Van Leer, Druet, Gerbo, Creuze, Art vivant, Mouradian-Vallotton, Durand-Ruel, Jacques Chalom, Colette Dubois).
Dopo le esitazioni tra scultura e pittura dei primi anni di formazione, e dopo alcune tele di tendenza simbolista, trova in Van Gogh e Cézanne i suoi veri maestri. A loro fa riferimento nel tentativo di eseguire opere che esprimano il suo tormento interiore. Verso il 1916, l’ammirazione e lo studio di Derain e Vlaminck, lo portano a dipingere una serie di nudi rossi, paesaggi e nature morte il cui veemente grafismo e l’acceso colorismo lo fanno assomigliare ad un artista Fauve.
A partire dal 1920 inizia una serie di viaggi: in Corsica (1923), a Cagnes-sur-Mer (1928-29) e in Scandinavia, da dove ritorna con diversi ritratti di contadini. Dal 1924 dipinge una serie di grandi nature morte dalla solida costruzione che costituiscono una parte importante della sua produzione fino al 1939. Per Krémègne la pittura è prima di tutto (riprendendo un termine caro a Cézanne) un “fatto plastico” ed il soggetto è sempre un mero pretesto.
Nel 1940, a causa della guerra, si rifugia a Turenne, in Corrèze; partecipa al lavoro nei campi e una galleria gli fornisce dei colori perché egli possa continuare a dipingere. Alla Liberazione rientra a Parigi e si stabilisce in un atelier di rue François-Guibert; dal 1949 al 1956 soggiorna in Israele organizzando parallelamente mostre personali in tutto il mondo: nel 1954 alla Redfern Gallery di Londra, nel 1958 alla Coloman Art Gallery di Philadelphia, nel 1960 e 1964 alla Adams Gallery di Londra, nel 1960 al Musée des Beaux-Arts di Rouen.
Negli anni Sessanta Krémègne acquista un terreno a Céret sul quale fa costruire la sua “casa-studio” dove risiederà fino alla fine, avvenuta nella primavera del 1981.
Krémègne, come molti altri artisti emigrati dall’Europa Centrale, ebbe il merito di introdurre una corrente di natura espressionista nell’Ecole de Paris, in particolare, il suo fu detto l’ “Espressionismo sublimato”.
Nel 1990 il Musée d’Art Moderne di Céret gli dedica un’importante retrospettiva, ripetuta nel 1996 presso il Musée des Beaux-Arts di Chartres. Nel 1998 la Galerie Aittouares di Parigi allestisce un’esposizione in suo onore.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Berna (Kunstmuseum),
Ginevra, (Pétit Palais, Musée d’Art Moderne), Svizzera
Céret (Musée d’Art Moderne), Francia
Mosca, Russia
Tel Aviv, Israele
Bibliografia:
R. Nacenta, La Scuola di Parigi, Istituto Geografico de Agostini, Novara, 1960; Artistes russes de l’Ecole de Paris, Petit Palais, Musée d’Art Moderne, Ginevra, 1989; G. Diehl, Kremegne, L’expressionnisme sublimé, Paris, Navarin Editeur, 1990; N. Nieszawer, M. Boyé, P. Fogel, Peintres Juif à Paris, Ecole de Paris, Paris, Editions Denoël, 2000 ; Da Renoir a Picasso, un secolo d’arte al Petit Palais di Ginevra, a cura di Paola Gribaudo, Milano, Electa, 2001; A. M. Darmon, Autour de l’art juif, Ecyclopédie des peintres, photographes et sculpteurs, Chatou, Editions Carnot, 2003; Da Caillebotte a Picasso, I capolavori della collezione Oscar Ghez dal Museo del Petit Palais di Ginevra a cura di L. Caramel, N. Sainte Fare Garnot, G. Gentry, Milano, Mazzotta, 2003.
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