Roger Marcel Limouse
Collo, Algeria, 1894 - Parigi, 1990
Limouse debutta al Salon des artistes français nel 1924 inviando un grande nudo; nel frattempo si avvicina alla ricerca Cubista e prende contatti con il gruppo dei Fauves. Nel 1928 espone alla Galerie Naudette e nel 1933 alla Galerie Simpson. Lo stesso anno riceve il Premio Wikings al Salon, dove la giuria è composta da famosi artisti: Raoul Dufy, Van Dongen, André Lhote. Lo stesso anno diventa socio del Salon d’Automne. Nel 1948 è nominato professore alla Scuola di Belle Arti di Parigi e manterrà il ruolo fino al 1964.
Nasce in Algeria da genitori francesi. Per tradizione di famiglia è destinato agli studi tecnici ma, attratto dalla pittura fin da bambino, decide di diventare artista e, nel 1919, si trasferisce a Parigi dove entra all’Académie Julian.
Per migliorarsi frequenta l’atelier di pittura dei fratelli Laurens, dove soprattutto Albert s’interessa a lui. L’insegnamento di quest’ultimo, meno severo di quello del fratello e basato in particolar modo sul disegno e sulla composizione, costituisce un’ottima disciplina per Limouse che si rivela invece più portato per il colore e la materia.
Frequenta gli ambienti di Montparnasse, gli atelier, i caffè dove si riuniscono gli amici artisti, ma è la vita pittoresca del paese d’origine, i mercati, la luce, i colori, il mar Mediterraneo a sussistere nella memoria come primaria fonte di ispirazione.
Limouse debutta al Salon des artistes français nel 1924 inviando un grande nudo; nel frattempo si avvicina alla ricerca Cubista e prende contatti con il gruppo dei Fauves. Nel 1928 espone alla Galerie Naudette e nel 1933 alla Galerie Simpson. Lo stesso anno riceve il Premio Wikings al Salon, dove la giuria è composta da famosi artisti: Raoul Dufy, Van Dongen, André Lhote. Lo stesso anno diventa socio del Salon d’Automne.
Comincia una serie di viaggi che lo portano in Norvegia, Spagna, Italia, Africa del Nord dove ritrova i ricordi della giovinezza. E’ l’inizio di importanti composizioni sul Marocco, nelle quali la tavolozza si schiarisce. Lavora molto sul tema della natura morta che continuerà con costanza nel corso della carriera.
Nel 1936 espone al Musée du Pétit Palais, nel 1937 alla Galerie Druet, nel 1941 alla Galerie Berry-Raspail e alla Galerie Saint Germain des Prés nel 1943. Lo stesso anno illustra i poemi di Anna Noailles per Editions Balzac. Nel 1948 è nominato professore alla Scuola di Belle Arti di Parigi e manterrà il ruolo fino al 1964.
Spesso, durante il periodo estivo, si trasferisce nel Midi della Francia, principalmente a Menton e questi soggiorni gli forniscono l’occasione per dipingere vivaci scene di spiaggia; nel periodo del Carnevale si dedica invece a tele pittoresche e gioiose.
Nel 1957, con il gruppo “Les peintres de la Réalité poétique”, espone in Svizzera, a La Tour de Peilz; il successo della mostra fa sì che il gruppo venga riconosciuto a livello internazionale dalla critica e dal pubblico. Fra questi pittori, Limose rappresenta il temperamento più estroverso, il più intensamente appassionato ai colori vivaci.
Dal 1966 al 1969 soggiorna in Madagascar dove inizia una serie di studi dei fenomeni terrestri che lo portano a dipingere i vulcani (ripresi in seguito, negli anni settanta).
Dal 16 settembre al 19 novembre 2006 il Museo Grosvenor di Chester organizzerà la mostra “Baudelaire e Limouse” per tracciare un parallelismo tra il pittore e il poeta. Limouse infatti amò particolarmente e trasse ispirazione dalle poesie della raccolta “I fiori del male”.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Algeri, Algeria
Montpellier (Musée Fabre), Parigi (Musée National d’Art Modene de la Ville), Mentone, Francia
Tossa de Mar (Museu Municipal), Spagna
Chester, Gran Bretagna
Bibliografia:
R. Nacenta, La Scuola di Parigi, Istituto Geografico de Agostini, Novara, 1960; Limouse, La Feerie de la couleur, Presses des art graphiques d’Acquitaine à Libourne, 1976; R. Bouillot, Les Peintres de la realité poetique, Galerie J.P. Joubert, Paris, 1987; L. Harambourg, L’Ecole de Paris, 1945-1965, Neuchâtel, Ides & Calendes, 1993; M. Wolpert & J. Winter, Modern Figurative Paintings, The Paris Connection, Atglen, A Schiffer Book, 2004
Per migliorarsi frequenta l’atelier di pittura dei fratelli Laurens, dove soprattutto Albert s’interessa a lui. L’insegnamento di quest’ultimo, meno severo di quello del fratello e basato in particolar modo sul disegno e sulla composizione, costituisce un’ottima disciplina per Limouse che si rivela invece più portato per il colore e la materia.
Frequenta gli ambienti di Montparnasse, gli atelier, i caffè dove si riuniscono gli amici artisti, ma è la vita pittoresca del paese d’origine, i mercati, la luce, i colori, il mar Mediterraneo a sussistere nella memoria come primaria fonte di ispirazione.
Limouse debutta al Salon des artistes français nel 1924 inviando un grande nudo; nel frattempo si avvicina alla ricerca Cubista e prende contatti con il gruppo dei Fauves. Nel 1928 espone alla Galerie Naudette e nel 1933 alla Galerie Simpson. Lo stesso anno riceve il Premio Wikings al Salon, dove la giuria è composta da famosi artisti: Raoul Dufy, Van Dongen, André Lhote. Lo stesso anno diventa socio del Salon d’Automne.
Comincia una serie di viaggi che lo portano in Norvegia, Spagna, Italia, Africa del Nord dove ritrova i ricordi della giovinezza. E’ l’inizio di importanti composizioni sul Marocco, nelle quali la tavolozza si schiarisce. Lavora molto sul tema della natura morta che continuerà con costanza nel corso della carriera.
Nel 1936 espone al Musée du Pétit Palais, nel 1937 alla Galerie Druet, nel 1941 alla Galerie Berry-Raspail e alla Galerie Saint Germain des Prés nel 1943. Lo stesso anno illustra i poemi di Anna Noailles per Editions Balzac. Nel 1948 è nominato professore alla Scuola di Belle Arti di Parigi e manterrà il ruolo fino al 1964.
Spesso, durante il periodo estivo, si trasferisce nel Midi della Francia, principalmente a Menton e questi soggiorni gli forniscono l’occasione per dipingere vivaci scene di spiaggia; nel periodo del Carnevale si dedica invece a tele pittoresche e gioiose.
Nel 1957, con il gruppo “Les peintres de la Réalité poétique”, espone in Svizzera, a La Tour de Peilz; il successo della mostra fa sì che il gruppo venga riconosciuto a livello internazionale dalla critica e dal pubblico. Fra questi pittori, Limose rappresenta il temperamento più estroverso, il più intensamente appassionato ai colori vivaci.
Dal 1966 al 1969 soggiorna in Madagascar dove inizia una serie di studi dei fenomeni terrestri che lo portano a dipingere i vulcani (ripresi in seguito, negli anni settanta).
Dal 16 settembre al 19 novembre 2006 il Museo Grosvenor di Chester organizzerà la mostra “Baudelaire e Limouse” per tracciare un parallelismo tra il pittore e il poeta. Limouse infatti amò particolarmente e trasse ispirazione dalle poesie della raccolta “I fiori del male”.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Algeri, Algeria
Montpellier (Musée Fabre), Parigi (Musée National d’Art Modene de la Ville), Mentone, Francia
Tossa de Mar (Museu Municipal), Spagna
Chester, Gran Bretagna
Bibliografia:
R. Nacenta, La Scuola di Parigi, Istituto Geografico de Agostini, Novara, 1960; Limouse, La Feerie de la couleur, Presses des art graphiques d’Acquitaine à Libourne, 1976; R. Bouillot, Les Peintres de la realité poetique, Galerie J.P. Joubert, Paris, 1987; L. Harambourg, L’Ecole de Paris, 1945-1965, Neuchâtel, Ides & Calendes, 1993; M. Wolpert & J. Winter, Modern Figurative Paintings, The Paris Connection, Atglen, A Schiffer Book, 2004
