Gino Severini
Compie i suoi primi studi alla Scuola Tecnica e nel 1899 si trasferisce con la madre a Roma, dove inizia a lavorare come contabile. Nella capitale incontra Umberto Boccioni, anch’egli arrivato da poco a Roma e che più tardi diverrà uno dei maggiori teorici del futurismo. Insieme, Severini e Boccioni, visitano lo studio di Giacomo Balla, maestro della tecnica “divisionista”.Trasferitosi a Parigi nel novembre del 1906, Severini studia la pittura impressionista ed incontra Paul Signac esponente del Neoimpressionismo. Ben presto incontra tutti i maggiori esponenti dell’avanguardia artistica della capitale francese: Georges Braque, Juan Gris, Amedeo Modigliani, e Pablo Picasso; Lugné-Poë ed il suo circolo teatrale; i poeti Guillaume Apollinaire, Paul Fort, e Max Jacob; l’autore Jules Romains. Nonostante la sua permanenza oltralpe, Severini, non interrompe i contatti con l’Italia, tutt’altro: dopo aver aderito al movimento Futurista su invito di Filippo Tommaso Marinetti e di Boccioni, nell’aprile del 1910 firma il Manifesto tecnico della pittura futurista (ancora una volta insieme a Balla, Boccioni, Carlo Carrà, e Luigi Russolo). Severini contribuisce ad organizzare la prima mostra futurista alla “Galerie Bernheim-Jeune” di Parigi nel mese di febbraio del 1912 e partecipa alle successive esposizioni futuriste in Europa e negli Stati Uniti. A Londra, presso la Marlborough Gallery, è allestita la sua prima mostra personale, che successivamente viene presentata alla galleria Der Sturm di Berlino (entrambe nel 1913). Durante il periodo futurista, Severini svolge un importante ruolo di collegamento fra gli ambienti artistici francesi ed italiani.Dal 1916 al '21, anno in cui pubblica "Du cubisme au classicisme", passa dal purismo cubista a un neoclassicismo con echi metafisici. Nel 1923 è presente alla Biennale romana; partecipa alle due mostre milanesi del Novecento italiano (1926 e '29) e a quella di Ginevra (1929). Nel 1928 fa ritorno nella capitale, mentre iniziano ad apparire nel suo lavoro elementi tratti dal paesaggio antico di Roma. Nel 1930, con gli altri "italiani di Parigi", è presente alla Biennale di Venezia; partecipa quindi alle Quadriennali del 1931 e '35, anno in cui vince il Gran premio per la pittura, presentando un'intera sala e si stabilisce a Roma. Tornato a Parigi, alterna soggiorni tra la Francia e Roma. Realizza una decorazione per l'Esposizione Universale di Parigi e nel 1938 espone i suoi mosaici alla Galleria della Cometa.Negli anni 50, ritorna ai soggetti del suo periodo Futurista: ballerini, luce e movimento. Fra i lavori di questi anni: nella chiesa di Saint-Pierre a Friburgo è inaugurato il mosaico con la Consegna delle chiavi. Espone mosaici alla galleria Cahiers d'Art di Parigi. Organizza una conferenza a Ravenna su Mosaico e arte murale e studio su Mosaico e arte murale nell'antichità e nei tempi moderni in "Felix Ravenna". Decora gli uffici della Klm di Roma e dell'Alitalia di Parigi. Alla Rose Fried Gallery di New York si tiene la mostra The Futurists, Balla - Severini 1912-1918. A Roma lavora alla ricostruzione su basi fotografiche e a memoria di “La danza del pan pan al Monico” andato distrutto durante la seconda guerra mondiale. Gli viene dedicata una mostra personale a Parigi. Riceve il Premio nazionale di pittura dell'Accademia di San Luca di Roma. Alla Nona quadriennale di Roma espone due collage e tre sculture. Sempre nella capitale mostra personale all'Accademia di San Luca. La sua autobiografia viene ristampata.
Severini e il teatro.
Le maschere della Commedia dell'Arte furono tra i suoi soggetti preferiti in pittura e nella scenografia. La prima committenza nel teatro risale al 1929 con il fondale per Facade di W. Walton. Tra i vari lavori ricordiamo inoltre Pulcinella di Stravinskij, Arlecchino di Busoni (entrambi per il Festival di Venezia del 1940) e Amphiparnaso di Orazio Vecchi per il “Maggio fiorentino” del 1938, dove collaborò di nuovo per i costumi di La strega di Lasca (1939) e Deliciae populi di A. Casella (1951).L’opera in oggetto è il bozzetto per il costume di Monna Sabatina, protagonista della già citata commedia La Strega di Anton Francesco Grazzini detto il Lasca (1503-1584). Nel 1939 il regista Giorgio Venturini decide di mettere in scena la commedia, in occasione del “V Maggio Musicale Fiorentino” da tenersi in Piazza de’ Peruzzi a Firenze e chiede la collaborazione di Gino Severini (con il quale aveva peraltro già collaborato l’anno prima, in occasione del “IV Maggio Musicale Fiorentino”) per la realizzazione dei disegni per i costumi.I due lavorano a stretto contatto per diversi mesi; di ciò rimane, oltre ai disegni, la corrispondenza scritta annotata dall’artista come diario di lavoro a testimonianza del comune progetto e della reciproca stima.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Amsterdam, Stedelijk Museum
Rotterdam, Boymans-Van Beuningen
Basilea, Kunstmuseum
Berlino
Firenze, Galleria d’arte Moderna
Roma, Galleria d’arte Moderna
Milano, Accademia di Brera
Venezia, Museo Peggy Guggenheim
La Haye, Gemeentemuseum
New York, MoMA, Solomon Guggenheim Museum
Parigi, Musé National d’Art Moderne, Biblioteque Nationale
Saint-Etienne, Musée de l’art et de l’Industrie
Bibliografia:
Enciclopedia Universale Seda della Pittura Moderna, Milano, Seda, 1969; A. M. Comanducci, Dizionario illustrato dei Pittori, Disegnatori e Incisori Italiani Moderni e Contemporanei, Milano, Luigi Patuzzi Editore, 1972; Severini e il teatro, catalogo della mostra (Pesaro, Galleria di Franca Mancini), Edizioni Il Teatro degli artisti, Ravenna, 1993.
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