Karl Pierre Daubigny
Parigi,1846 - Auvers-sur-Oise, Francia, 1886
Karl Daubigny seguì gli insegnamenti del padre e portò ai massimi livelli la pittura en-plein-air anche con la realizzazione dei giochi d’acqua, che di lì a poco ispirarono gli Impressionisti. La storia dell’artista, si intreccia con la nascita del famoso movimento che suo padre patrocinò sin dagli esordi delle esposizioni al Salon di Parigi, prendendo le mosse dalla scuola paesaggistica di Barbizon.
Karl Daubigny (1846-1886), figlio di Charles-François, continuò la tradizione del padre: se agli esordi l’esempio paterno fu molto marcato, possiamo affermare che le opere della maturità raggiunsero uno stile molto personale ed originale, caratterizzato soprattutto dall’atmosfera e i giochi di colore e luce, perfettamente realizzati con colori puri.
Debutta al Salon del 1863 con le opere Le Sentier e L’Ile de Vaux sur l’Oise, che rivelano in lui un sentimento molto intenso della natura soprattutto primaverile.
Espone regolarmente ai Salon dove ottiene medaglie nel 1868 e nel 1874. Dipinge soprattutto paesaggi della Normandia e della foresta di Fontainebleau.
Karl Daubigny seguì gli insegnamenti del padre e portò ai massimi livelli la pittura en-plein-air che tocca il suo acme nella realizzazione dei giochi d’acqua, che di lì a poco non mancarono di ispirare gli Impressionisti. La storia dell’artista, infatti, si intreccia con la nascita del famoso movimento (che suo padre patrocinò sin dagli esordi delle esposizioni al Salon di Parigi) prendendo le mosse dalla scuola paesaggistica di Barbizon, conosciuta per gli effetti naturalistici raggiunti dai suoi componenti e per la normalizzazione della tecnica all’aria aperta.
Per la realizzazione dei colori l’artista usava solo terre pure mescolate con olio di papavero (riscontrabile dalla pesante ossidazione grigia degli azzurri e dei verdi, meno stabili) e poco solvente altamente volatile, interveniva direttamente sulla preparazione della tela. Malgrado la sua morte prematura, resta nella memoria come uno dei paesaggisti più “charmants” della seconda metà del XIX secolo.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Aix
Amiens
Bayonne
Berlin
Briest
La Hayne
Honfleur
Bibliografia:
E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976; G. Schurr, P. Cabanne, Dictionnaire des Petits Maîtres de la peinture, 1820-1920, Paris, Les éditions de l’amateur, 1996
Debutta al Salon del 1863 con le opere Le Sentier e L’Ile de Vaux sur l’Oise, che rivelano in lui un sentimento molto intenso della natura soprattutto primaverile.
Espone regolarmente ai Salon dove ottiene medaglie nel 1868 e nel 1874. Dipinge soprattutto paesaggi della Normandia e della foresta di Fontainebleau.
Karl Daubigny seguì gli insegnamenti del padre e portò ai massimi livelli la pittura en-plein-air che tocca il suo acme nella realizzazione dei giochi d’acqua, che di lì a poco non mancarono di ispirare gli Impressionisti. La storia dell’artista, infatti, si intreccia con la nascita del famoso movimento (che suo padre patrocinò sin dagli esordi delle esposizioni al Salon di Parigi) prendendo le mosse dalla scuola paesaggistica di Barbizon, conosciuta per gli effetti naturalistici raggiunti dai suoi componenti e per la normalizzazione della tecnica all’aria aperta.
Per la realizzazione dei colori l’artista usava solo terre pure mescolate con olio di papavero (riscontrabile dalla pesante ossidazione grigia degli azzurri e dei verdi, meno stabili) e poco solvente altamente volatile, interveniva direttamente sulla preparazione della tela. Malgrado la sua morte prematura, resta nella memoria come uno dei paesaggisti più “charmants” della seconda metà del XIX secolo.
Musei in cui sono conservate le sue opere:
Aix
Amiens
Bayonne
Berlin
Briest
La Hayne
Honfleur
Bibliografia:
E. Bénezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Paris, Librairie Gründ, 1976; G. Schurr, P. Cabanne, Dictionnaire des Petits Maîtres de la peinture, 1820-1920, Paris, Les éditions de l’amateur, 1996
